Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il cervello e la mente, gemelli diversi

genio incompreso…sono proprio strani. Non si sa quale dei due contenga l’altro. Fisicamente pare certo che il primo contenga la seconda, ma la seconda produce i concetti, che devono essere afferrati. “Hai afferrato il concetto?”, si dice, quasi che in qualche modo possano darsi un sorta di arti spirituali prensili, atti ad “afferrare”.

Kasparow, il grande scacchista sconfisse nel 1996 il computer Deep Blue, da cui fu successivamente battuto, ma inconsapevolmente, dal “punto di vista del computer”, semmai si possa dire che un computer ha “un punto di vista”, anche se analogamente, s’intende. Garry Kasparow era cosciente delle mosse che faceva, mentre Deep Blue no.

Ne parlano G. Markus e J. Freeman nel loro The Future of the Brain. Essays by the World’s Leading Neuroscientists, edito da Princeton University Press.

Il tema è sempre quello della coscienza che studia se stessa, operazione possibile solo nel cervello-mente dell’essere umano, stando a quanto finora sappiamo. L’uomo può costruire Deep Blue e farsi battere a scacchi da questa macchina, sapendo di essere stato battuto, mentre Deep Blue non sa della propria vittoria, mentre -per contro- Hal 9000 sembrava soffrire quando David staccava i suoi circuiti nel film di Kubrick del ’68 (2001 Space Odissey). Tendiamo inevitabilmente ad antropomorfizzare le nostre “creature”.

Secondo Markus e Freeman non basta la localizzazione delle aree cerebrali in movimento attivo con risonanze, tomografie computerizzate, elettroencefalo e magnetoencefalografie, per spiegarci come si connettono le miriadi di strutture neuro-sinaptiche e come funzionano: come cioè il cervello diventa mente e quindi pensiero.

Infatti si può capire che si ascolta musica attraverso il nervo acustico e che si attivano specifiche aree cerebrali, ma non si sa spiegare come il cervello-mente riesca a distinguere Eric Clapton da Mahler e Verdi da Bach e da Vivaldi, Haendel da Stevie Winwood, e perfino da Biagio Antonacci e Luca Carboni (his comparationibus quaelibet iniuria absit). Il riconoscimento delle varie musiche e autori avviene per altri e più ardui percorsi. “Localisation is not explanation“, afferma il neuro-scienziato e filosofo David Poeppel.

Il fatto è che non si conoscono ancora molte cose delle migliaia di tipologie di neuroni, delle centinaia di neurotrasmettitori e delle connessioni elettrochimiche che avvengono, teoricamente infinite. E come ogni “infinito” che incontriamo, anche questo ci impone un itinerario senza garantirci una meta, un risultato, una tesi convincente.

Il cervello umano è inimitabile da forme di meccanicismo costruttivo di tipo bio-ingegneristico, perché trascende continuamente la cibernetica imitativa della macchina. E in questo ambito si innesta anche il discorso sulla neuro-etologia e la neuro-etica, che non sono comprimibili a mere manifestazioni fisiologiche, ma le trascendono, pur nel flusso evoluzionistico che ci accompagna da milioni di anni, lasciando indietro qualche esemplare di scimmia nuda, ogni tanto, come quelle che distruggono i siti archeologici e trattano le donne come schiave.

De quo exempla abundant.

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