adesso basta, oh maestrini di vita tedeschi, scandinavi, baltici
Siete diventati come quelli che non capiscono la mia battuta di risposta alla domanda “come stai?”, che è: “meglio di ieri e peggio di domani”, oppure “sto gestendo la diminuzione del dolore”. I più, ascoltando la mia risposta, con l’intelligenza incatramata, si bloccano sui termini “peggio” e “dolore”, non intuendo che sto rispondendo che le cose, se pure lentamente, vanno meglio. Siete rigidi, lenti, senza una minima sensibilità rock, mi fate addormentare con la vostra pesantezza, pedanteria, presunzione, perfettismo a senso unico.
Ebbene sì, Schaeuble e i suoi seguaci si comportano oggi con la Grecia come quei disattenti che non colgono il senso della mia risposta alla domanda sulla mia salute.
Mi sembra che ora la Grecia stia rispondendo alle richieste europee con criteri di razionalità condivisibile, e meriti rispetto ed attenzione, visto che le famose risorse datele negli scorsi anni sono state un ripiano per le banche dove avevano forti cointeressenze anche le banche tedesche. Non vi è dubbio che i Greci (i governi greci degli ultimi quindici anni) abbiano fatto i furbi, ma anche i tedeschi hanno avuto bisogno delle altre nazioni europee, dopo la guerra scatenata da loro nel 1939, altrimenti si sarebbe assistito a una nuova Versailles e a una umiliazione insopportabile del popolo tedesco, come quella del ’21, prodromo certo dell’hitlerismo.
Nel 1953 la comunità internazionale, tra cui anche la nazione greca, già aggredita dai nazisti (e dai nostri poveri soldati, tra cui mio padre) nel 1940, condonò alla Germania federale il corrispettivo di 23 miliardi di dollari, cifra pari al PIL di allora di quella martoriata nazione. Nel 1989, il grande (e grosso) cancelliere Kohl unificò le due Germanie avendo la benevolenza politica ed economica di tutta l’Unione europea.
Memoria corta amici tedeschi? Sì, mi pare, e pertanto voi, insieme con i vostri seguaci economici sopraelencati, mettetevi una mano sul cuore e sul portafoglio, e favorite un accordo che consenta al popolo greco di riemergere da questo deliquio.
Caro Schaeuble, lei che guarda il mondo dalla sua coraggiosa sedia di paraplegico, ed è credibile in questo suo sforzo, si ricordi che, prima o poi, “gli altri siamo noi“. Se vuole, le consiglio questa vecchia ballata di un cantautore italiano, dal titolo analogo al verso virgolettato qui sopra. E anche lei, Weidman, gran capo della Bundesbank, dia uno sguardo alla caterva di derivati (spazzatura, immondizia) di cui è proprietario il suo istituto e mediti sulla sua intransigenza. E Frau Merkel, di conseguenza, scopra un po’ i denti in un sorriso, ché la Germania, senza le altre nazioni d’Europa, non va da nessuna parte.
Es claro? (dicho en uno de los principales idiomas de Europa).
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