Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

l’abiezione mediatizzata, o di starnazzanti buffoni

Caro lettor paziente,

qui non metteremo illustrazioni (non ne ho trovate di adeguate), ma parliamo di fatti abietti, turpi, infami, di degradazione morale, bassezza, depravazione; nulla a che vedere con una situazione di abbassamento per ragioni ascetiche…, e di starnazzanti buffoni,

dal Mohammed pakistano di Brescia che parla in tv dopo aver spappolato la faccia a due persone con un fucile a canne mozze,

risalendo indietro fino a Pietro Maso, capello tirato e sguardo informe che dice di aver trovato i genitori ammazzati, oramai da anni libero e rinsavito (?),

alla Erika De Nardo, oggi fieramente free e laureata (in filosofia! Aaah, don Rigoldi, ora è una brava ragazza? Porta il cilicio e la gogna spirituale? Glielo ha suggerito lei, almeno? Dico, per tutta la vita, eh? Se no  che senso di colpa per la colpa è, il suo, non crede?), che cerca di dar la colpa a una banda di albanesi, dopo aver straziato a coltellate la madre e il fratellino, complice un fidanzatino miserello, cui è stata riconosciuta un’immaturità manipolabile,

all’Alessi Mario, assassino (a badilate) del piccolo Thomas, faccia quasi da buon uomo che spergiura davanti alla telecamera la sua onestà e rettitudine,

alla Franzoni che frigna davanti all’operatore, saltando da un programma televisivo all’altro, senza vergognarsi minimamente, complici i conduttori di vergognosi talk show, e il papà (ora deceduto), e il marito (intontito),

all’Olindo Romano e alla Rosa Bazzi, capaci di spergiurare la loro innocenza davanti a tutti, di confessare e di ritrattare l’orrore compiuto, ora ergastolani (per ora),

alla Sabrina Misseri che inonda di lacrime di coccodrillo il suo faccione, le tv e il web,

al gran cretino de noantri Salvatore caporale Parolisi, capace di invocare Melania, trentasei coltellate dopo, affinché ritorni, se non altro per la piccola, postura da bulletto e gesticolare scimmiesco (absit iniuria per gli altri primati parenti nostri),

al Michele Buoninconti, quasi faccia da brav’uomo e lavoratore tipico frequentatore del bar del paese: sua moglie Elena non sarebbe andata via di sua volontà, e poi…

alla Martina Levato, che sfigurava gli altri con l’acido e ora, incarcerata e madre, si vede sottratto il figlio dal tribunale dei minori (che fare, che cosa è giusto moralmente e pedagogicamente fare in questo caso?),

…ad altri che ho certo dimenticato.

C’è sicuramente amarezza e sarcasmo nella mia memoria, ma faccio fatica a rasserenare l’animo, faccio fatica a uscire da un istinto primordiale di giustizia, che mi porterebbe a pensare perfino alla pena di morte (io che sono contrarissimo) per alcuni reati particolarmente orrendi, come TUTTI quelli elencati sopra.

Il fatto è che la ferinità umana, Steven Pinker permettendo, pare essere rimasta quella della pietra e della clava, e forse vi sono veramente delle tare nell’hardware di alcuni esseri umani, senza che ciò pregiudichi la normale capacità di volere. Leggo stamani che quelli dell’Isis hanno decapitato un signore ottantaduenne, che un tempo dirigeva i musei di Palmira. Non riesco a immaginare che cosa brulichi in quei cervelli, a livello neuro-etico, proprio non ce la faccio, se non a ribadire quanto appena scritto sopra.

La domanda che resta in sospeso è quella su Martina Levato: come si può pensare a un itinerario che faccia comprendere se e quando lei sia in grado di avere una affettività “sana”, tale da potersi occupare del piccolo Achille, innocente perché nato?

Mi auguro che la giurisdizione preposta non ceda a semplificazioni o soluzioni pilatesche, ma faccia ogni sforzo per capire…

Giova ogni tanto prendersi la testa fra le mani e chiedersi: ma chi sono io, che mi osservo, usando il mio stesso cervello per osservarmi, osservatore osservato? Chi sono?

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