la stanza della rinascita, o della perseveranza
L’uomo è alto e forte, giovane, la barba corta, giusta, lo sguardo diretto, ha il nome di un arcangelo. Vorrei mettere una sua foto ma si schermisce, e la cosa è da lui.
In due mesi e mezzo mi ha ridato il ginocchio destro, che era svanito dietro un ematoma monstre, e la gamba debilitata, ora in ripresa.
Vi è stata una virtù a sovrintendere il tutto, la perseveranza, che è una versione operativa della pazienza. sia da parte dell’uomo alto e forte, sia da parte mia, che ho sopportato (altra porzione attiva della virtù di pazienza, secondo Tommaso d’Aquino) il dolore, a volte non banale.
Perseveranza s. f. [dal lat. perseverantia, der. di perseverare «perseverare»]. – Costanza e fermezza nel perseguire i proprî scopi o nel tener fede ai proprî propositi, nel proseguire sulla via intrapresa o nella condotta scelta: mostrare p. nel bene, nel male, nell’errore, nelle promesse fatte; studiare, lavorare, lottare con p.; seguire con p. una cura, una dieta, le prescrizioni mediche. In partic., nella teologia morale cattolica, virtù che impegna l’uomo a lottare per il conseguimento del bene senza soccombere agli ostacoli e senza farsi vincere dalla stanchezza e dallo sconforto. (voce Encicopedia Treccani)
L’inizio è stato brutale e sconvolgente per chi, come me, non aveva mai conosciuto ospedali e chirurgia, ma abbiamo tenuto duro… insieme, parlando e commisurando il lavoro con le condizioni, registrando ogni piccolo progresso, avendo attenzione per ogni segnale del corpo, auscultando come un Io-Tu il flusso benefico del dolore che combatte il male.
Il dolore, ebbene sì, può combattere il male, quando esplora le soglie della sopportazione per modificare uno stato delle cose, la distensione di un arto o la sua chiusura, la crescita di un muscolo e il suo utilizzo.
Così abbiamo lavorato, e lavoreremo ancora per qualche settimana, finché, insieme, decideremo che il resto del risanamento lo farà la natura, il mio agire e il tempo (e Chi tutto può).
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