facoltà cognitive, narcisismo vanesio, presunzione, stupidità
…possono tranquillamente coesistere nella stessa persona. Un esempio di queste ore: l’ex (graziaddio) sindaco di Roma, Marino.
Ne ho seguito la parabola politica fin dai tempi in cui si distinse per presenzialismo e dottrina etica sulla vita umana (faccio per dire) nel corso della vicenda della povera Eluana Englaro.
Poi quando si candidò alle primarie come segretario del PD, e perse (graziaddio), e in seguito quando vinse le primarie, sempre di questo partitone accozzaglia, per concorrere a sindaco di Roma, ma che cosa c’entrasse con Roma è mistero buffo.
Eletto sindaco, sono cominciate le storie insulse che tutti conoscono e non occorre, per evitare annoiamento comune allo scrivente e al lettore, qui ricordare.
Ora, dopo la commedia delle dimissioni date e poi ritirate, finalmente (graziaddio) è fuori dai giochi, sostituito da un pubblico funzionario. Che tristezza.
E veniamo al quartetto concettuale del titolo, che mi interessa, mentre la vicenda personale di Marino, il narciso reciso, per nulla, ora, o molto meno di quanto mi interessi la sorte di un infante del Bangladesh.
Facoltà cognitive. Non vi è dubbio che gli umani ne siano abbondantemente provvisti, fin dall’ominizzazione, anzi da prima. In modo differenziato, tale che le pretese di misurazione dell’intelligenza singola, dai tempi di Binet, è sostanzialmente fallita. Non sono sufficienti i test e i reattivi psicometrici: Antonio Ligabue sembrava (era) un oligofrenico geniale. Solo un esempio e se ne possono portare miriadi. Marino ha avuto certamente le facoltà per diventare medico: non so se in quanto tale sia geniale.
Narcisismo vanesio. Renato Rascel cantava di un “Attanasio cavallo vanesio”, e ne conosco anch’io, laici e presbiteri (anzi tra questi ultimi son numerosi i narcisi un poco vanesi, forse in proporzione più che tra i laici). Narciso è Berlusconi, così come Vendola o D’Alema (si faccia caso all’affettazione del tono di voce), lo era Benito da Predappio, prosopopaico, lo è Renzi, basta vedere come cammina e come dà la mano. Vanesio, narciso e penosamente autoreferenziale Marino.
Presunzione. Al narcisismo spesso si accompagna la presunzione di essere ciò che non si è. Il narciso è presuntuoso, luogo spirituale scivoloso che predispone all’arroganza, alla protervia e infine alla prepotenza. Luogo dove si coltiva il peggiore dei vizi, la superbia. Marino è presuntuoso.
Stupidità. E infine, non c’è che la stupidità, come meta necessaria e inevitabile. Spesso anche il colto, se è narciso, diventa presuntuoso e arrogante, e quindi stupido. Non c’è scampo: la strada è segnata, obbligata, quasi un destino.
La stupidità convive spesso con la cultura e una certa intelligenza, finendo però con il mettere la sordina a quelle qualità migliori.
L’esempio che ho fatto è solo per dire che la fauna umana così caratterizzata è diffusa in tutti gli ambienti, frequentati quotidianamente anche da me, con non poca fatica.
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