Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

note nella notte, immortali, e lietezza memore

Steve Winwood ed Eric ClaptonAfter midnight, Layla, Sad and deep as you, Voodo child…, un po’ di Cream e un po’ di Traffic, inarrivabili, un omaggio a Jimi, e altri pezzi ancora. L’insonnia mi prende, devo star più leggero a cena, alla sera arrivo affamato e stanco, alla mia età forse non smaltisco bene come un tempo, senza forse.

E allora mi sveglio, un po’ incazz. e cerco qualcosa in tv, e trovo Stevie Winwood con Eric Clapton, complici nel meraviglioso concerto del Madison Square Garden di qualche anno fa. Hanno tutti e due tra i sessanta e i settant’anni, capello un po’ tinto, ma sempre lo stesso sguardo ispirato in “Slowhand”, jeans e camicion similsessantottino, lo stesso volto marcato il Stevie, vecchio ragazzo del ’48. Si guardano, si integrano, suonano senza pensieri, divertendosi ancora e più di un tempo, forse.

E anch’io, nonostante il sonno mancante e la stanchezza della giornata senza requie. Mi rivedo adolescente, con loro un poco più grandi, con gli amici miei di allora, esperti di quel rock-blues incomparabile, sogno sconosciuto per i ragazzi contemporanei, eccetto Bea e qualche altro.

Suonano in coppia la chitarra e poi Winwood va alle tastiere per accompagnare l’altro, ogni tanto uno sguardo d’intesa, note finissime di Eric con sotto l’arpeggio ritmato dell’organo Hammond. Un nero al basso e un batterista bianco. Il quartetto perfetto. Vodoo Child dura quaranta minuti, dimensione sinfonica, anzi le sinfonie di Haydn erano più brevi, sinuosa nei suoi crescendo, nelle sprezzature degli strumenti dominati dai due grandi, fino al rallentando finale, quando le note, sempre più rade si spengono nella meraviglia dei ventimila accorsi lì, quella sera. After midnight ritmata come in nessun’altra registrazione, io son quasi commosso nella notte silenziosa.

Starei lì fino alla fine del concerto, ma devo cercare di dormire perché avrò un venerdì pieno, dalle otto di mattina alle ventitré, aziende, incontro con giovani candidati al Job Day e conferenza serale su “Verità e televisione. L’esercizio del potere come servizio”, con l’amico Beppe Liani. Chissà chi avrà il coraggio di venire a sentirci, fine settimana, sera autunnale, forse meglio stare accucciati a casa.

A tutto questo penso, finché decido di salutare i miei due inconsapevoli amici, lieto dentro di una gioia serena, che la memoria e la musica grande, così mescolate, possono concedere all’incerto e contradditorio incedere per la vita.

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