sguardi fugaci verso l’orizzonte degli eterni essenti
…ancora andando un mattino
in un’aria di vetro (Montale), cambia il paesaggio lentamente come si conviene… al viandante ciclista che pedala nella chiarità azzurrina del novembre, auscultare il ritmo della circolazione corporea del sangue pompato con la forza del cuore: rinnovato sangue dopo le traversie
chilometri fugaci come il vento leggero che aiuta e rallenta
andare in cerca di colori inenarrabili e di scorci intrecciati alla pagina del tempo,
incontro
ogni momento improvviso e straniante come vigoroso incedere del cammino inesorabile
ricordi di memorie arcane, di parenti e cromosomi nel passaggio
anni fa bambino quando si andava col treno nella città grande dai parenti e loro venivano al paese nelle estati
e mia madre cedeva il letto grande e dormiva nella camera con me e mia sorella, materasso a terra
lontano nel tempo e vicinissimo lo sguardo su qualcosa che ci ha fatto
parenti scomparsi e vite sempre accanto come quella di mia madre (zia Luisa la chiamava Lucilla)
ricordare e tornare nel corso del tempo sempre eguale, lo sguardo di F. fiso (o fisso) da remote stanze e lontananze di bambini leggeri ora divenuti peso ponderale sguardo antico di riconoscimento “sei Renato” e silenzio nel lungo corridoio percorso da lente ombre
ombre nel cammino del tempo del mistero dell’oltre
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