zitto noioso/a! (perché altrimenti si offende la Boldrini)
In francese addirittura si dice con un monosillabo “chut“, ancora più secco dell’imperativo italiano. Un’onomatopea, quasi: zitto! che non ammette replica.
Oscar Wilde sciabola in questo modo: “Siano benedetti quelli che non hanno niente da dire e, malgrado ciò, stanno zitti“. Eh eh.
Ludovico Ariosto ne l’Orlando Furioso: “Quel che non si sa non si de’ dire“. Eh eh.
Ludwig Wittgenstein: “Di ciò che non si sa si taccia“. Eh eh.
Fabrizio De Andrè: “(…) quando i muti canteranno e taceranno i noiosi“. Eh eh.
Giovanni (o chi per lui) ne l’Apocalissi “Si fece silenzio nel cielo per circa mezz’ora“. Un po’ pochino, ma eh eh.
Ora, quante volte desideriamo il silenzio mentre parla qualcuno? Parenti o affini che siano, io per conto mio una metà li ho già aboliti da decenni… tocca ancora avere ogni tanto pazienza, come dice Giovanni, per qualche mezza ora.
Il fatto è che certe persone non te le scegli, te le trovi: i parenti, appunto, i colleghi di lavoro, i compagni di scuola, i commilitoni, i com-parrocchiani o compagni di partito (se oggigiorno hai il fegato di starci dentro), i vicini di casa. Quelli sono e quelli ti toccano, almeno per un periodo.
Quelli che invece puoi cassare di brutto con un gesto elettronico sono i volti televisivi, specialmente quelli dei dibattiti, lì sì puoi, se non dire “zitto!” certamente toglierli dal tuo cospetto riducendoli a un silenzioso nulla.
Quante bocche danno aria ai polmoni con la chiacchiera vana, quanti luoghi in cui si dicono insulse e poco amene apostrofi, quante banalità, stereotipi, stupidaggini, insensatezze, affermazioni per sentito dire, adeguamenti di opinione, rispetti umani mal riposti, ragionamenti (si fa per dire) senza fondamento e basi informative.
A volte è meglio togliersi dai piedi quando non si riesce a mettere sui binari di una riflessione sana, rispettosa e ponderata la discussione, lo dico a me che ancora a volte scappa di arrabbiarmi. Sbaglio, allora, perché il cavallo beve quello che può, e non di più.
Per questo, nonostante i fanatici di ogni risma e latitudine, nonostante la difficile umanizzazione dei lobi prefrontali (S. Pinker), nonostante si esercitino le virtù di carità e di pazienza, a volte scappa l’embolo e dunque, per evitare la collera o la noia, che è il peggior nemico dell’intelligenza, è meglio andare a fare due passi inspirando profunde l’aria novembrina.
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