parlar di economia a ragion veduta
Caro e paziente mio lettor serale,
El mi amigo don Paolo Cacitti y de las Tres Arboles , decano de la Facultad de Economia de la Universitad de Rosamala en la tierra furlana, mi invia un testo accademico british che mi par oltremodo interesting, my dear reader…, ecco il suo testo:
“La crisi finanziaria che ha investito il mondo intero negli ultimi anni, gli attacchi alla moneta unica da parte di esponenti politici ed i recenti scandali finanziari mi hanno riportato alla mente una storiella che raccontano al corso di politica monetaria della London School of Economics che, liberamente, riporto:
· Ho fatto una fotocopia di una banconota da 20 Pound così perfetta che era quasi impossibile distinguerla da quelle vere tanto che, per distinguerla, le ho tagliato un po’ l’angolo superiore sinistro.
· Sono andato dal parrucchiere e gli ho detto: “Tieni 20 Pound che poi passa mio figlio a farsi tagliare i capelli.”
· Il parrucchiere, con quella banconota, è andato al bar vicino a comperare 5 tramezzini per sé ed i suoi aiutanti,
· Il barista con i 20 Pound ricevuti è andato in macelleria per rifare la scorta di prosciutto.
· Il macellaio, ricordandosi del compleanno di sua figlia, ha preso i 20 Pound e si è recato in gioielleria per acquistare un piccolo bijou.
· Il gioielliere, incassando la banconota da 20 pound, si è ricordato che doveva darsi una sistemata ai capelli ed è andato dallo stesso mio parrucchiere.
· Il parrucchiere ha tagliato i capelli al gioielliere ed ha ricevuto 20 Pound in pagamento.
· Preso dal rimorso per quello che avevo fatto sono tornato dal parrucchiere e gli ho detto che mio figlio non sarebbe passato per farsi tagliare i capelli.
· Il parrucchiere mi detto: “Nessun problema, ti restituisco i 20 Pound di acconto”.
· Con mia grande sorpresa ho riconosciuto la banconota falsa anche se un po’ sgualcita per i diversi passaggi di mano; sollevato, per non aver truffato nessuno, ho distrutto la banconota.
Morale: anche una banconota falsa può mettere in moto la cosiddetta economia reale. Nell’economia reale il fatto che i tramezzini ed il prosciutto siano freschi o meno, se il bijou non sia spacciato come oro 18K, e se il parrucchiere ti tagli i capelli e non le orecchie non dipende dalla moneta usata ma dall’abilità, dalla competenza, dalla professionalità e dall’onestà dei singoli operatori economici. Mi viene la pelle d’oca quando sento esponenti politici (Salvini è uno di questi) che in televisione definiscono l’Euro una “moneta criminale”, quando le magagne sono da ricercarsi da altre parti.”
Ma tant’è, questi sono i politici, e a volte anche i giornalisti che passa il convento, numerosi a destra e a manca, e fors’anche perché il convento è da un po’ di tempo pieno di frati superficiali o peccatori, che eleggono abati indegni, cellerari ignoranti e padri guardiani distratti (cf. Santa Regola di San Benedetto). I frati sono il “popolo di Dio” (cf. Lumen Gentium 1) e il popolo elettore.
Eeeeh, purtroppo Dio acceca chi vuol perdere. Che la virtù teologale di speranza (cf. Catechismo della Chiesa Cattolica) e l’ottimismo della buona volontà (cf. A. Gramsci) ci aiutino.
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