La maleducazione dei media e la dabbenaggine (coglioneria) di chi ha coperto le pudenda dei nudi romani per la visita di Rohani
La maleducazione è molto diffusa, per strada e sul web, per radio e in televisione. Non che sia necessario (anzi sì) leggere Il galateo di monsignor Giovanni Della Casa, perché basterebbe solo il buon senso e il buon gusto di mia nonna Caterina, per ovviare a questo andazzo.
La maleducazione alligna per strada a causa di chi butta cicche per terra, lattine e bottiglie di plastica dalla macchina in corsa, lascia immondizie nei fossi e sui cigli delle strade, incivilmente…
sul web e sui social dove spesso si scatena ogni sorta di nequizie comunicative, insulti, attività di stalking…
per radio dove conduttori senza freni inibitori usano spesso linguaggi ed espressioni inaccettabili, come Cruciani de La zanzara: nel suo caso un conto è andare al sodo, sfrondare gli arizigogoli dei telefonatori, stoppare i complimenti e le melensaggini espressive, e questo lo fa benissimo, e un conto è usare il turpiloquio come metodo per contrastare chi avversa le sue opinioni, con un particolare gusto per i temi sessuali o giù di lì. Io che pur tendo al politicamente scorretto, non riporterei mai su questo mio sito la lettera di molte sue espressioni, che in qualche caso, come ieri sera nel dialogo con Oliviero Toscani, rasentano la diffamazione (Toscani, nel caso, ancora peggiore del suo ospite)…
in televisione la maleducazione è nei conduttori, che non permettono di completare un ragionamento (tipo Floris), che parlano sopra, oppure offrono al ludibrio degli spettatori incauti imbecilli (tipo la De Filippi)…
la coglionaggine è in chi ha messo le mutande ai nudi dei Musei Capitolini, per non “offendere” Assan Rohani, presidente persiano: una cappella sull’altra perché, quasi per scusarsi dei nudi, qualcuno (coglionissimo/ a) ha pensato di coprirli supponendo che l’insigne ayattolah non fosse in grado di comprendere la valenza di un’estetica classica greco-latina, mentre a casa sua ha le statue di Persepoli, testimonianza altrettanto augusta e molto più antica di quella mediterranea. Ora nessuno sa niente, né Renzi né Franceschini: tutta colpa dell’insigne burocretina di Palazzo Chigi, pare. Una sorta di superbia al contrario, come quella di chi pensa “siccome io penso che tu ti offenderai per questo, ti anticipo e risolvo il problema“. E di ignoranza crassa, inammissibile in chi occupa alti scranni burocratici.
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