Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

La logica malata della retorica dei “diritti”

la logicaLa logica appartiene al lògos, alla ragione argomentante, tipica degli esseri umani.

Il termine deriva dal greco λόγος, cioè “parola”, “pensiero”, “idea”, “argomento”, “ragione”, da cui poi deriva λογική, logica, cioè lo studio della riflessione, del ragionamento, dell’argomentazione, che utilizza i cosiddetti procedimenti inferenziali o deduttivi (se ciò è quello che è, dipende da… e da…, in modo ordinato e…logico, appunto), al fine di chiarire e condividere le ragioni per cui possano essere considerati validi o meno i procedimenti del pensiero.

Se ne sono occupati i maggioro pensatori di ogni tempo, da Pitagora e Aristotele a Tommaso d’Aquino, da Descartes e Leibniz a Hume, da Kant a Hegel, fino a contemporanei come Hilbert e Kurt Gödel.

Se proviamo a utilizzare un sillogismo qualcosa comprendiamo della logica che deve assistere ogni asserzione razionale: facciamo l’esempio del cosiddetto “diritto all’adozione da parte di coppie gay”. Bisogna porre due premesse (una minore e una maggiore) per arrivare a una conclusione razionale che sia inoppugnabilmente inferita (dedotta) dalle due premesse. In questo caso, proprio per cercare di spiegare il procedimento, proviamo ad avvalorare la tesi dei sostenitori di questo tipo di adozione come diritto:

a) l’adozione di un figlio è sempre un diritto, b) il diritto è conseguire tutte-le-cose, c) adottare un figlio è un diritto e quindi è legittimo (in ogni caso).

Il sillogismo zoppica, e non poco, dove? nella seconda premessa b), perché non può essere vero che è un diritto “conseguire tutte le cose”, in quanto qualcuna o molte non è possibile ottenere, per varie ragioni, sia di ordine morale, sia di ordine giuridico o pratico. Nel caso di specie, se si vuole essere intellettualmente onesti, paragonare da un punto di vista ontologico, non di dignità morale e umana, beninteso, una coppia eterosessuale a una coppia omosessuale, dicendo che sono entità equivalenti è un nonsense logico e razionale, da cui si può invece dedurre abbastanza pacificamente che l’adozione del figlio nella coppia gay è quantomeno insensata.

La logica è un ausilio indispensabile per il pensiero umano di ogni giorno, oltre che necessario per la ricerca scientifica e per la matematica.

Pare, invece, che la logica non sia un sapere utile per chi fa politica, cui la logica come scienza sembra essere effettivamente una forma conoscitiva aliena. Di esempi ve ne sono a pacchi, ma l’ultimo, presente nel dibattito in corso in tema è clamoroso per la sua stupidità. I suoi sostenitori, quando si stancano di dire che è una questione di parità di diritti, confondendo il senso e significato del termine “diritto”, si richiamano al fatto che “in Europa ormai solo l’Italia è senza una normativa che consenta le adozioni per qualsiasi coppia comunque formata“, e pensano che questa considerazione sia convincente, perché sarebbe maggioritaria. Come si fa a sostenere che “avere un figlio” a qualsiasi costo e in qualsiasi modo (anche con l’utero in affitto) è un diritto, al pari del diritto alla vita, alla salute, all’istruzione, e non piuttosto un dono, una possibilità legata a condizioni, non di generico e spesso egoistico se non solipsistico desiderio, ma di equilibrio affettivo e psico-sociale della coppia umana educatrice? Forse che Elton John è un esempio da seguire? Ma andiamo.

Crollano miseramente su questi temi, non solo politichetti mediocri come Vendola, Rosato e Boldrini, ma anche fior di studiosi come i professori emeriti Zagrebelski e Rodotà. Non che oppositori come Gasparri, Salvini e Alfano siano dei validi logici, anzi, penso non sappiano neanche di ciò che si parla, se si citano inferenze e sillogismi.

Sul tema trasecolo. Embè? Anche se tutta l’Europa e il mondo ammette adozioni di ogni genere e specie, come si può dire dice che quel tipo di misura giuridica sia valida sotto il profilo etico, psico-pedagogico e socio-politico? Solo perché una maggioranza di stati europei la adotta? E’ una ragion sufficiente?, si chiederebbe Leibniz.

A me sembra proprio di no, ma piuttosto una scorciatoia propagandistica legata a convenienze che mi sfuggono, che, vestita di diritto civile, nasconde una terrificante debolezza logico-argomentativa e una certissima idiozia cognitiva.

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1 Comments

  1. ho trovato l’articolo esmplificativo di come impostare un ragionamento . ritengo che poco di logico riscontro negli articoli dei giornali e che lo studio della logica sia da introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado

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