Filogenesi e genealogie
Prima di un Marco, nato nel 1500/10 circa, non se ne sa molto (traccia del notaio Andrea Molini da Romans “Pilutto Marco fu Giobatta di anni 54 circa, di Rivignano), solo qualche lacerto scrittorio del tipo “Petro dicto Pilutto de Quadruvio e Nicolau filio Piluti de Quadruvio” (1356), e “Pilutti q. Siardi a Udine” (1358), “Cherubinus Pilutti a Udine” (1421); e poi una chiara genealogia: Mattia, nato nel 1587, 11 figli, Santo, 7 figli (1637-1707), Bortolo, 5 figli (1678-1707), Fabio, detto Fiosol, 6 figli (1702-1770), Bartolomio, detto Fiosol,11 figli (1723-1783), Francesco, detto Fiosol, 10 figli (1750-1820), Pietro, detto Fiosol, 8 figli (1793-1844), Fabio, detto Fiosol, 7 figli (1825-1905), Pietro, detto Fiosol, 5 figli (1853-1891), Antonio Angelo (mio nonno paterno, che conobbi e a cui feci molte volte, piccino, la pipì sui pantaloni), detto Fiosol, 8 figli (1881-1958), e Pietro Sante (mio padre), 3 figli, il mio fratellino Antonio (1950) morto infante, io stesso (1952), mia sorella Maria Caterina (Marina) del 1954 e mia figlia Beatrice (1995). Ma Tarcisio si ferma a papà. Il soprannome durato due secoli “Fiosol” pare derivi da Bortolo che morì a soli 29 anni (vedi sopra) nel 1707, lasciando la moglie e un figlio solo, e dunque “figlio-solo”.
La schiatta comprende anche altre sei linee, che si sono sviluppate a Rivignano, con soprannomi diversi (Ciut, Zàilo, Cine, Bidinat, …), a Ronchis dal 1838 con un Francesco, dal 1800 a Precenicco con un Giacomo, dal 1800 circa a Sella con un Gio Batta, ed altri ad Ariis, Udine, san Giorgio di Nogaro, Latisana e all’estero. Sette sacerdoti Pilutti dal 1500, tra cui il più noto fu Mons. Federico, fine scrittore e facondo oratore, come tramandasi, parroco a Palazzolo dello Stella dal 1919 al 1953.
Ringrazio Tarcisio Valentinis, storico rivignanese, che mi ha illuminato cinquecento anni a ritroso della mia famiglia paterna. Forse non condivido molto l’etimologia del cognome da lui proposta, dal radicale di “pelo“; un’altra ipotesi può darsi dal latino “pilum“, lancia, oppure da qualche patronimico paleo-slavo, Comunque, è meritoria la sua ricerca sui cognomi, compulsando archivi parrocchiali e antichi catapani.
Ora aspetto uno studio di Tarcisio sui “Biasutti” (la mia nonna materna Maria), sui “Bertoli” (il mio nonno materno Dante) e sui “Lenarduzzi” (la mia nonna materna Caterina).
Questo, stamani, un sabato di riposo e riflessione, di musica a basso volume e di passi lenti per la campagna. Hanno catturato a Molenbeek Salah Abdeslam, protetto da mesi nell’acqua ambientale dove è “pesce”. Ora lo estraderanno in Francia per il Ba-Ta-Clan, 13 novembre 2015. Fossimo nel 1977 conoscerebbe la fredda asettica lama progettata da Monsieur Guillotin. Ora butteranno via la chiave, forse. Mi chiedo come gli funzioni la testa, se possa riuscire a togliersi la monomania omicida suicidiaria, e se altri come lui possano farlo. I tempi prossimi richiedono di cercare nuove strade.
E il sabato, benedetto, come canta il grande poeta, faccia godere a me e a te, caro lettore, un po’ di “stato soave“, anche se cotesta non è sempre la “stagion lieta“, ché a volte alterna il giubilo alla pena, il dolore ai frammenti di gioia incerta.
Non cerchiamo felicità generiche, ma gioie concrete, anche se brevi, come lo sfrecciare di uno scoiattolo da un ramo all’altro, come il prato che si copre di fiori a inizio primavera, come lo sguardo di una bimba in mezzo al prato. Anima aperta sul mondo e sul tuo cuore, e che la festa “c’anco tardi a venir non ti sia grave“.
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