Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

“Volontà intelligente”, piuttosto che “rabbia e orgoglio”

Riccio_su_un_libroCaro lettore,

non ho mai apprezzato l’endiadi che giustappone la rabbia e l’orgoglio, titolo di un libro più che mai citato di questi tempi, né mi ha mai entusiasmato Oriana Fallaci. La rabbia non mi piace, perché è uno stato mentale fuori controllo che non promette niente di buono,  e spesso porta alla violenza; l’orgoglio è addirittura un grave vizio spirituale, nella sua accezione di vanagloria e di superbia, mentre se lo si intende come sentimento legato al rispetto della dignità individuale, può anche essere una sorta di virtù morale. In ogni caso l’accezione che trasmette il sintagma fallaciano mi disturba.

La rabbia e l’orgoglio, dunque, in una situazione e un tempo come quelli attuali non servono ad alcunché, se non a riempire articoli stampa e ad aiutare la pigrizia dei titolisti. Dopo le stragi  di ieri a Brüssels, i giornali e i talk show son pieni di sapientoni che conoscono una pagina più del libro o dell’altro che ha parlato prima. Una noia pazzesca anche i discorsi dei politici, di Alfano e di Renzi, e le giaculatorie presidenziali, che sono addirittura soporifere. Ho goduto quando Mentana de La 7 ha tagliato corto con la  cronista che riferiva del cordoglio boldriniano. Ma basta ovvietà!

La volontà intelligente è un’altra cosa. E’ la declinazione autentica e coraggiosa dell’umana coscienza. I pensatori classici ritenevano che l’intelletto ragionante e la volontà decidente fossero due elementi che insieme contribuiscono all’agire umano libero, in un circuito virtuoso di analisi razionale e di decisione per l’agire stesso.

La volontà ispirata dall’intelletto e quest’ultimo spinto dalla volontà.

Se comunemente la Libertà è intesa come un “essere privi di costrizioni o di eterodirezione”, la scelta libera,  anche dell’azione “mala”, come quella terroristica, avviene attraverso un processo articolato: 1. Giudizio (iudicium), 2. Riflessione (consilium), 3. Scelta (electio), 4. Consenso (consensus), 5. Azione (actio).

A questo punto, si può dire che gli assassini degli attentati erano privi di costrizione e di eterodirezione? Qui entra in campo l’area di libero arbitrio ammesso dalle neuroscienze attuali e lo stato psichico individuale passibile di manipolazione passiva dei soggetti, il loro livello di fanatizzazione e di soggezione e paura del “committente”. Questi ragazzi sono determinati a essere quello che fanno, prima che ad essere quello che sono, nichilisti del cupio dissolvi.

E ora veniamo all’Occidente, “vittima” di tanta follia omicida suicidiaria. L’Occidente si è mosso, storicamente,  e si muove malissimo. Specialmente Francesi e Inglesi, per  tacer degli Americani prima di Obama.  Si è mosso e si muove malissimo e scoordinato sul piano politico e militare (Sarkozy e Blair,  principi degli imbecilli, con Bush J.), e ancora peggio su quello culturale. Ormai da decenni in Europa si sta diffondendo una cultura genericissima con parole d’ordine vuote e insignificanti per ridondanza d’uso e conseguente decadimento semantico: accoglienza, solidarietà, etc.., senza analisi antropologico-filosofiche e culturali degne di questo nome, circa l’integrabilità di popoli, culture, tradizioni e religioni così diverse.

Non si possono accogliere tutti e integrare tutti, anche se le derive di masse disgraziate sono planetarie. Occorre decidere di aiutare quei popoli in modo coeso e coerente, con patti vincolanti tra gli Stati e le Organizzazioni sovranazionali (Onu, UE, Lega Araba, etc.) nelle regioni di origine. Ma questo non sembra possibile e attuale, e dunque gli Sati e i Governi decidono ognuno per sé, con azioni di efficacia dubbia, se non del tutto assente. Solo Putin, certamente per tutelare interessi nazionali, ha agito con chiara nettezza utilizzando la forza come messaggio e azione finalizzata.

Che dobbiamo difendere le nostre nazioni da “pazzi” assassini suicidi è fuori dubbio, e su ciò bisogna agire come si dice sopra, ma non basta. Soprattutto non serve rabbia e orgoglio, ma volontà intelligente, sul piano culturale e religioso, politico, economico e militare.

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