Istruire le bambine
Sono sempre più convinto che le femmine umane siano in generale, a parità di cultura (e a volte anche no), superiori ai maschi: superiori in senso antropologico, completo, profondo. Traggo questo convincimento certamente dalla mia esperienza soggettiva e quindi in modo empirico, ma potrei citare non pochi episodi che mi rafforzano tale idea.
A una condizione, che le femmine non siano anempatiche, anafettive o addirittura alessitimiche, perché ne conosco e queste, se lo sono, perdono, perdono molto, perché la femmina trae la sua sapienza primariamente dalla dimensione emotiva, dalla conoscenza del sentimento, dall’intuizione, dall’induzione cognitiva, come ben sapeva anche il cultore sommo della deduzione logica, Aristotele.
Leggo che in Africa il 70% delle bambine si sposa e ha figli entro i diciassette anni, senza o con pochissima scuola. Questo è il punto, e in Asia la situazione è quasi analoga, specie in grandi nazioni come l’India; del Sudamerica si può dire altrettanto, e dell’oscurantismo dei paesi islamici più arretrati.
In Italia il maschio continua a uccidere la femmina: la maggior parte degli omicidi di donne è per mano di familiari, fidanzati, amanti, mariti, anche nella versione ex, e affini, anche qui c’è un 70%. Spesso la tragedia accade nell’ultimo incontro cui la generosa e ingenua femmina si presta.
La ferinità dell’uomo-maschio è temperabile solo con una decisa crescita della cultura, della scolarizzazione femminile: la chiave di volta è un progetto di istruzione delle bambine. Solo in questo modo l’animale semplice che è il maschio umano può essere in qualche modo aiutato, e anche controllato.
Istruire le bambine può/deve diventare un impegno politico. Se facessi politica lo metterei in cima alla mia agenda. Spero che qualcuno in grado di decidere e di stanziare risorse legga qui, un’idea per nulla geniale, ma semplice, come le cose migliori, e non perché la sto scrivendo io nel mio sito, ma perché mi è stata ispirata dalla vita di persone vere che ho la ventura di conoscere. E che ringrazio.
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