Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

L’uomo di Louisville

Muhammad aliFarfalla e ape, lingua di Lousiville, e non so cos’altro… i giornalisti hanno inventato per parlare di Cassius Marcellus Clay/ Muhammad Alì, ah, dimenticavo, “il più grande”, che non è certo solo un atto di immodestia che caratterizzava questo meraviglioso uomo, ma anche l’occasione per ulteriori pigrizie cronachistiche.

Quando i media, cioè i giornalisti inventano una metafora, ribollendola poi per decenni, è il momento che dormo il sonno del giusto. Non li sopporto. Se la metafora è un po’ l’ossigeno del pensiero, quando è frusta e ripetuta, ne diventa il veleno.

Muhammad Alì è morto, ma è vivo per sempre. Non so se si possa definire il più grande atleta di ogni tempo, io propenderei per Owens o per Merckx, ma è certo che è stato una grande persona del nostro tempo, più grande di quanto i suoi cantori, spesso fastidiosi (come Minà) abbiano capito.

Dimenticavo, ai tempi in cui il campione era imbattibile, cioè prima della condanna per il rifiuto di combattere in Vietnam, i giornalisti, ogni qualvolta Alì doveva incontrare un peso massimo bianco, tipo l’argentino Oscar Bonavena o Don Quarry, scrivevano di questi come della “speranza bianca”, con non so se consapevole moto razzistico. “Speranza bianca”, cioè un pugile che avrebbe potuto ristabilire quasi, anche fra i pesi massimi della boxe, la supremazia bianca. Dire schifosi, è poco.

Per me Alì ha rappresentato un’immagine grande e vera di sportivo e di essere umano consapevole, mai banale, mai falsamente modesto, come certuni che conosco e che appartengono a militanze apparentemente più spirituali, e di cui parlerò nel post successivo.

Tedoforo parkinsoniano ad Atlanta, capace di dire “Non combatto i vietcong, non mi hanno mai chiamato negro“, vincitore di Foreman a Kingshasa nel ’74, bullo e mite di cuore, simbolo più grande anche suo malgrado. Così lo ricordo, senza squilli di tromba, nei commenti che allora si faceva con mio padre, nel tempo andato, sempre presente.

 

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