Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Viaggio notturno

20160416_093608Il treno ondeggia e mi culla, caro lettore. Dormo. Cuccetta da solo. Riposo dopo la giornata a 36°, nella Roma infuocata dall’estate esplosa all’improvviso. Mi dicono dopo l’evento che ho fatto un grande show e che potrei fare l’attore, attori professionisti. Sorrido, rispondendo che nella vita ho fatto tante cose, come qualcuno in sala sa, ma che non ho mai cercato le luci della ribalta, o che queste luci sono state spente dalla gelosia altrui. Ma che mi basta la luce della mia terra, come canta Elisa, e la luce interiore dell’anima.

Due ore di fermata nottetempo a Firenze per manutenzione della linea ferroviaria, e il sonno si fa più profondo. Sogno e non ricordo il sogno. Il sogno è realissimo come ciò che accade nello stato di veglia. Gli alberi di Villa Borghese, ricordo, mi hanno difeso dalla calura e ora l’aria condizionata suggerisce una coperta. La giornata che viene sarà di lavoro e quella che seguirà, pure, anche di sabato, con l’intervallo ciclistico che mi dà salute e vita.

Svegliandomi ho appreso della “Brexit” e, a fronte di uno stracciarsi di vesti generalizzato, dico: ponti d’oro a chi se ne va, dall’azienda come dall’Europa. In questo caso, è come se se ne fosse andato di casa un giovanotto viziato, a cui non basta mai niente. So che molti voti pro-uscita appartengono alle classi popolari che la politica in questi anni ha dimenticato, ma non è solo così. Anche in Italia, dove la crisi della classe politica non ha trovato una soluzione nello “sbrigativismo” superficiale del capo del Governo. Ah, in Italia, dove soliti noti “intellettuali”, vale a dire i “saviani”, i” servergnini” e i “fazi”, hanno criticato il voto del Popolo britannico perché non corrispondeva ai loro desiderata politically correct, beoti! Forse questi non sanno che le cose cambiano e bisogna rifuggire dalle confort zone, che istupidiscono e rallentano i riflessi. E questo deve valere per tutti, come principio morale.  Piuttosto mi auguro che questa uscita aiuti il resto delle nazioni europee a ripensare alla stessa Unione, che è diventata un elefante (absit iniuria verbo) burocratico sgradevole agli stessi cittadini europei, e incomprensibile in molte sue decisioni.

A Roma ho ritirato un meritatissimo premio per un grande imprenditore friulano, che è stato riconosciuto, insieme con artisti e uomini/ donne di cultura, meritevole di attenzione per aver, come si dice, “illustrato” in modo eccellente il lavoro e la creatività friulane. Mi sono trovato bene in un ambiente  a me noto, come il Fogolâr Furlan di Rome, in mezzo a tante persone piene di riconoscenza per la Terra lasciata e mai dimenticata.

La Picjule Patrie a no mour mai.

Mi è sembrato di ringraziare anche tutte le persone che hanno meritato per questa nostra Terra, con sobrietà e discrezione, senza squilli di tromba, ma con la consapevolezza del limite di ogni azione umana, in sé preziosa e insostituibile, se buona, perché costituente l’armonia logica dell’essere.

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