Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Val Alba

alvermanCamminando camminando incontri chi ti accompagna con passo esperto, come Maurizio, apparso all’improvviso dal bosco. Veniva dal monte Masereit, per creste scoscese. Erano anni che desideravo vedere la Valle  Alba, con questo nome mattutino, di brume arcane, tra le rocce e la selvatichezza della foresta. Il tempo giusto è arrivato a fine agosto, ché il sole non brucia più di tanto. E allora si sale nella foresta Alba, faggeta e pecceta, di seguito, un cervo appare all’improvviso a scomparire lesto. Quasi mi commuovo. Acque abbondanti nutrono torrenti in squarci di frane, scrosci dissetanti, acque silvane. Lontano in alto il bivacco Bianchi, sotto lo Zuc dal Bor, m’aspetta per un’altra ascesa, mentre contemplo la grande dolomite che sovrasta l’orizzonte a ovest. Trentanove anni fa lassù con Luciano, partendo dal rifugio quasi nottetempo, per contemplare l’alba tra le crode della Sfinge. Creta Grauzaria. Nobilissimo monte che nascondi il tuo gemello, il Serenaàt, o Sernio, a te accoppiato dalle pianure lontane, come due duomi gotici sotto il cielo cristallino della Carnia, terra di pietra e di cuori forti.

Trovo la zia, sorella di mia madre, Teresa di novantasei anni… “Aah Renato!”… si parla con lei, con mia cugina, mi danno vecchie storie scritte delle loro vite, le pubblicheremo sulla Strenna annuale che curo.

Il tempo ritorna, della mia infanzia lontana, quando andavo da lei d’estate, e lo zio mi divertiva, tipografo di fino, artigiano paziente, con le macchine a pedali, o elettrificate, e i caratteri di piombo a comporre testi. Lui mi diceva che dovevo scrivere, avevo dieci anni, perché secondo lui sapevo scrivere bei temi, erano i tempi del Concilio Ecumenico, dovevo narrarlo secondo lui, io così piccolo. Poi è mancato nel ’70, a settant’anni, troppo piombo inalato. Io poi son diventato anche teologo, se c’è qualcosa lui lo sa e se ne compiace, come don Aurelio, che mi voleva prete per sempre, e io no! ché avevo un altro destino, quello di dar vita a chi era nella mente di Dio, come tutti gli uomini e donne del mondo, fin dalla fondazione del mondo, apò katabolès kòsmou.

Nulla accade per caso, ma ogni cosa per cause, così anche oggi, che son riuscito a andare in Val Alba, e mi sono fermato nel mio tempo infantile, che esiste ancora, come ogni cosa che accade, dal punto di vista di Dio, non finisce, perché è, ed è per sempre. Ogni cosa che accade, ogni vicenda, parola, detto, non muore, perché vive nell’omniscienza dell’Incondizionato, e nella luce del Cosmo.

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