Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

catarsi

chiesa-del-paradisoViaggiavo in bici senza pensieri tra paesi immersi nell’azzurro ottobrino e foglie ingiallite voltolanti nel tepore dolce della mattina, quando un ragazzo, biondo e corpulento, mi apostrofa così: “Che bella bici, mi hai fatto raggiungere la catarsi!” Così, il ragazzone ingrassato da psicofarmaci mi insegue con una byke da fuori strada e ansimando mi supera, per dirmi quanto sopra e poi farsi raggiungere e sparire.

Che cz succede? mi sono chiesto.

Catarsi  e dal greco katharsis κἁθαρσις, “purificazione”, parola usata per indicare una cerimonia arcaica liturgico-religiosa, con il sacrificio di un capro espiatorio. La purificazione aveva a che fare con contaminazioni e impurità, o ritenute tali, di vario genere. Mezzo millennio prima di Cristo Ippocrate chiamava catarsi una sorta di purga da qualcosa di dannoso per la salute. Si chiamava catarsi anche la mestruazione femminile e la potatura degli alberi.

Il concetto era presente anche nella tradizione orfica e in quella pitagorica, conservando significati di purificazione spirituale attraverso esercizi ascetici e di elevazione dalla pura materialità delle cose. Musica e matematica erano ritenute catartiche, purificatrici.

La parola “catarsi” è stata utilizzata in tempi recenti anche da Freud e Breuer negli Studi sull’isteria (1895), mediante il recupero autobiografico di eventi ed episodi rimossi. Io stesso, in filosofia pratica uso il modello biografico per cercare insieme con il mio ospite una strada riflessiva più capace di argomentare e cercare di risolvere una situazione di disagio esistenziale.

Tutto questo in una giornata in cui ho provato tristezza visitando il mio vecchio paese. Migliaia di persone alla Fiera dei Santi, celebrata da mezzo millennio, non conosco più nessuno per strada, il centro invecchiato, una ragazza cui chiedo in friulano se la sua bottega di calzolaio (cjaliâr c’è scritto sull’insegna) è aperta da un po’, mi risponde in italiano pur sapendo il friulano. Non funziona, non ci siamo, passaggio epocale si dice, non so. Forse il ragazzo pazzo e grasso di questa mattina è più savio di molti sapienti di successo, forse si è rifugiato nella follia come zona di conforto. Forse.

Non so se questi tempi sono tempi catartici o di una nemesi provocata dalla superbia umana, dalla fretta, dal turbinio superficiale di questi tempi, dall’insensibilità, da non so cosa altro. Trump l’orrendo, l’ambigua Hillary, Hollande la nullità, Al Bagdadi il killer, Orban il razzista, i nostri terrificanti politici. A volte c’è come un senso di smarrimento, caro lettore.

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