Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

L’affidamento del “buon ladrone” (Luca 24, 35-43)

luca23In questa domenica novembrina la liturgia propone il vangelo secondo Luca al capitolo 23. Ecco il testo:

“35Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». 36Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: 37«Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38C’era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

Il ‘buon ladrone’

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». 40Ma l’altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». 42E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».”

Gesù aveva il potere regale di perdonare, di offrire grazia a chi gliela chiedeva. Egli non giudicava, comprendeva, al contrario di molti uomini e donne dei nostri e di tutti i tempi.

Nella storia umana molti sono stati i giudici, re, dittatori, sceicchi ed emiri, principi e duchi, vescovi conti e cardinali ad ergersi nel ruolo di magistrato decisore nel bene e nel male su tante vicende e vite umane. La qualità morale di costoro non è stata sempre contraddistinta da elevatezza, acume, magnanimità e sapienza, anzi, molto spesso si sono fatti forti del ruolo proprio per decidere, ovvero dell’appoggio di potentati superiori, per definire sentenze improntate alla sopraffazione e all’abominio. Il gentile lettore non necessita di un elenco, ché le principali vicende storiche ben conosce. In tutti gli ambiti, ambienti, regioni del mondo e tempi della storia si è consumata l’ingiustizia del giudizio umano. Con l’eccezione del re Salomone e di non molti altri, tra i quali i più grandi imperatori romani come Traiano, Adriano e Marco Aurelio.

Anche oggi in Italia: carcerazioni preventive per il 30% dei ristretti in prigione, lentezza e ritardi esasperanti nei vari gradi di giudizio, sia civile, sia penale, dimenticanze amministrative di condizioni personali, cura insufficiente della salute di coloro che vivono in ristretti orizzonti. Ne ho esperienza perché mi occupo di alcuni.

E dunque, quale la lezione di sapienza longanime, anche collocata nel fluire normale della vita terrena, anche non considerando la trascendenza teologale del dialogo tra Gesù e il “buon ladrone”, ossimora sintesi dell’umano, composto inestricabile di bene e di male, di virtù e peccato? il “buon ladrone”. Come può essere definito “buono” un “ladrone”? Forse che anche in un “ladrone” vi può essere un virgulto di bontà? Domande retoriche, ché sì, eccome vi può essere, magari nascosto agli esseri umani distratti, ai giudici di sorveglianza, ai politici dediti (faccio per dire) al tema della giustizia, ai giornalisti che pontificano dall’alto di una spesso forcaiola presupponenza, come Travaglio, a un’opinione pubblica confusa dal profluvio di notizie che insensatamente piovono, come acque limacciose, dal web e dalle tv.

Persone abbandonate dentro le quattro mura blindate, alla faccia dell’articolo 27 della Costituzione repubblicana, che molti scribi e farisei odierni proclamano intoccabile, senza preoccuparsi di realizzarne le parti ancora inattuate, e da quasi settanta anni! Gli stessi, o giù di lì, che voteranno no il 4 dicembre prossimo.

Leggiamo insieme Luca 23, 35-43 in questi giorni incerti e confusi, per un rischiaramento delle nostre anime, delle nostre menti, dei nostri cuori.

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