La Provvidenza e la previdenza
Il termine πρόνοια, pronoia, una sorta di pre-visione o pre-comprensione (prefisso “pro”, cioè prima, davanti, e termine nous, mente, intelletto, organo del ragionamento), è presente negli Atti degli Apostoli 24, 2-3 con questo testo: “Egli fu chiamato e Tertullo cominciò ad accusarlo, dicendo: «Siccome per merito tuo, eccellentissimo Felice, godiamo molta pace, e per la tua previdenza sono state fatte delle riforme in favore di questa nazione, noi in tutto e per tutto lo riconosciamo con viva gratitudine […]“, e si riferisce al governatore romano Felice.
Nell’Antico Testamento si trova in Sapienza 14, 3 e 17, :2: “[…] ma la tua provvidenza, o Padre, la guida perché tu hai predisposto una strada anche nel mare, un sentiero sicuro anche fra le onde […]. Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo, incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte, chiusi nelle case, giacevano esclusi dalla provvidenza eterna”.
Nel Primo o Antico Testamento si parla di fiducia che Dio accorda al Suo popolo, come nei seguenti testi: Amos 9, 7; Isaia 10, 5; Geremia 25, 9; ancora Isaia 45, 1; Daniele 2, 7-8.
La Divina Provvidenza o semplicemente Provvidenza è il termine teologico che indica le azioni divine in favore degli uomini, per aiutarli a realizzare il loro “destino”.
Si trova poi un testo importante nelle opere di Santa Caterina da Siena che dettò al padre Raimondo da Capua, nel contempo suo “figlio” e suo direttore spirituale il bellissimo Dialogo sopra la Divina Provvidenza. Da leggere ancora oggi con gusto.
Vi è inoltre nella tradizione classica greco-latina la nozione di fato, quasi un destino pre-definito in ragione del rapporto che gli esseri umani hanno con il divino, o a volte anche dei capricci dei vari dei olimpici e “paralimpici”. Le tragedie, come metafore esistenziali, da Eschilo a Seneca, sono il luogo letterario più significativo di questa tradizione umanistico-filosofica. Un esempio: la storia di Edipo re che molti conoscono, o la morte violenta di Agamennone per mano della moglie vendicatrice…
Nella cultura islamico-coranica la volontà di Allah fa premio su quella umana, almeno nell’interpretazione letteralista, che a volte porta su derive pericolose.
Nell’ambito orientale hindu-buddista abbiamo la nozione di karma, che sta a significare un rapporto stretto tra le azioni umane, buone o cattive che siano, e il destino dell’anima spirituale che, nel ciclo delle re-incarnazioni paga pegno o viene premiata.
Etimologicamente greco-latine le parole provvidenza/ previdenza rinviano dunque ai verbi pre-vedere e prov-vedere: in entrambi troviamo il concetto di visione anticipata e quindi di organizzazione delle cose in vista di un qualcosa di compreso prima e perciò da pre-parare. Nel linguaggio giuridico-istituzionale abbiamo il concetto e l’Istituto della Previdenza sociale, che si occupa dei redditi futuri dei cittadini con il sistema pensionistico, mentre nel linguaggio economico commerciale abbiamo: previsioni di mercato e provvigioni, con un significato legato, ad esempio, a volumi di vendita realizzati, in ogni modo con l’intervento dell’intelligenza, della volontà e di competenze specifiche del tutto umane. Però…
Se un giorno accade che le cose si mettono a posto inaspettatamente, involontariamente, inconsapevolmente, e si verifica la circostanza giusta per risolvere un garbuglio, un quesito difficile, un arcano, di solito ci si meraviglia.
Vi sono due ipotesi, o visioni generali in tema: quella determinista, e quella volontarista.
Il determinismo, come “dottrina del tutto”, omnicomprensiva, sostiene che vi è un ordine necessario delle cose (cf. Spinoza), e quindi non può non accadere questo e quello, ovvero questo o quello, se introiettato, da un lato è demotivante, poiché annichila l’importanza dell’umana volontà, dall’altro è comodo perché giustifica tutto e il suo contrario, togliendo ogni responsabilità alla persona, che è solo apparentemente libera di decidere che fare, dire, omettere, etc.
In questo ambito si inserisce anche la visione luterana classica, che ne è forse la principale fonte, pessimista sulla reale capacità dell’uomo di redimersi e di salvarsi, senza l’intervento divino invocato dall’atto di fede, senza la frequentazione della Scrittura biblica e senza la grazia liberamente data da Dio stesso… o meno. Lutero deriva questa visione antropo-teologica da san Paolo e da sant’Agostino, che però non escludevano le opere umane decise e attuate in base a un certo libero arbitrio, cioè alla volontà libera di decidere responsabilmente.
Per contro, il volontarismo attribuisce alla scelta umana la libertà di optare senza costrizioni d’alcun genere per una scelta o per un’altra, anche contraria o contraddittoria rispetto a scelte precedenti. E qui troviamo tutta la tradizione aristotelica e stoica, con Marco Aurelio, Seneca, san Tommaso d’Aquino, Kant, fino al padre Cornelio Fabro.
Previdenza, infine, rinvia all’esercizio costante della virtù di prudenza, o saggezza, la greca phronesis, che guida le azioni umane con giusta lungimiranza.
Le psico-neuroscienze contemporanee, come ho scritto più volte in questo sito, si dibattono tra il polo concettuale determinista e quello spiritualista, ambedue, in quanto estremi, da prendere con cautela. Come umani viventi siamo certamente determinati a essere come siamo dalla genetica, dall’ambiente e dall’educazione, essendo in qualche modo una bio-psico-macchina cartesiana, ma siamo anche molto altro, ad esempio coscienze e intelligenze in grado di percepire una sorta di ordine cosmico, di segno, di armonia, pure in mezzo al dolore e alla violenza del mondo. Siamo a questo mondo per qualcosa, non foss’altro che per pensarlo.
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Caro Renato,
mi fermo a quello che ritengo essere il tuo commento che più tocca il cuore e che è anche, mi pare, il più recente e mi riferisco ai poveri senza tetto ( per cause diverse) che finiscono per morire assiderati.
E tu ti chiedi, giustamente, come mai in un paese che è stato sempre ospitale, che è cattolico ( con i conseguenti insegnamenti ricevuti) che ha avuto grandi personaggi che hanno dato l’esempio in campi diversi, tutto questo possa succedere.
Non pretendo di essere nel giusto. Ma ti rispondo così:
1- Intanto va sfatato il mito dell’italiano bravo, buono, caritatevole ecc. Insomma quello dei nostri alpini in Russia che venivano aiutati dagli stessi russi perchè “buoni e bravi” e lo stesso si può dire per i fanti che stavano in Grecia.
Intanto il termine di paragone non erano i romeni o i bulgari o i lituani ( che pure sono tremendi) ma i tedeschi con tutta la loro ideologia che, come tu sai meglio di me, una volta introiettata agisce da super io e ti fa credere che ogni nefandezza che compi non solo è giusta ma la “devi” fare.
Noi abbiamo chiuso i resistenti libici ( 1912 e seguenti) in mezzo al deserto con filo spinato, qualche tenda quasi niente cibo e poca acqua nel tentativo di stroncare la guerriglia dei libici che erano nel sacrosanto diritto di farcela. Eravamo a casa loro.
In Etiopia ( 1936) il massone Badoglio ( che già si era distinto a Caporetto) usò i gas nervini e bruciò i villaggi uccidendo anziani, bambini e donne ( dopo averle stuprate) mentre il Generale Graziani per vendicare un attentato colse l’occasione di un tradizionale pellegrinaggio copto per beccarli tutti assieme e fece una strage. Come tu ben sai i copti non sono islamici o ebrei o animisti.
In Slovenia, quando la occupammo nel 1942 imponemmo con la forza una sorta di deslavizzazione bruciando le scuole, obbligando a parlare solo l’italiano, incendiando i villaggi, uccidendo persino i neonati buttandoli in aria come piccioni e poi facendo il tiro a segno. Obbligammo 125 mila sloveni ad andarsene da dove erano sempre vissuti e ci andarono di mezzo anche quegli italiani ( specie in Istria) che convivevano da secoli con gli sloveni facendo i contadini come loro.
In più deportammo molti sloveni ( famiglie intere) per paura che si unissero ai partigiani titini e sloveni e poi solo titini, in campi sparsi per l’Italia. Quello di Gonars dovresti conoscerlo bene.
Poi molti italiani aderirono volontariamente alle SS e fecero quello che dovevano, mentre molti altri denunciavano gli ebrei in cambio di denaro.
Quindi sul detto ” italiani brava gente” ho qualche dubbio.
Se c’è qualcuno che vede il senza tetto sul marciapiede che dorme con temperature sotto zero, preferisce voltare la testa dall’altra parte.
2- L’ignoranza galoppante. Non so se ci hai fatto caso ma è come la macchia d’olio sulla tovaglia: si allarga sempre più.
Quanti sono coloro che parlano soltanto con il cellulare o che corrispondono con sconsciuti scambiandosi banalità da far rizzare i capelli o diffondendo “bufale” evidenti ma che come ben sai e come diceva anche il dottor Goebbels, una bugia ripetuta più volte diventa verità.
Questo magma informe di persone che non sono più tali ma acefali che camminano, è in grado di condizionare le scelte che un popolo dovrebbe compiere nel suo interesse ( quello di tutti intendo) ma che, invece, decide di compiere secondo le panzane più volte ripetute e che sono diventate verità.
Questa gente non si arrende neppure di fronte all’evidenza. Se glimetti la faccia dentro a una di quelle cose tonde che lasciano le mucche sui campi, dopo avergli ripetuto più volte che è panna montatata con cioccolato, ti diranno che effettivamente è panna montata con cioccolato.
Una massa informe allo sbando, che ondeggia secondo la marea, il caldo, il freddo, altri fenomeni atmosferici, predicatori fasulli, incantatori di serpenti che, come il pifferaio della favola poi portare al suicidio collettivo dei cervelli rendendoli uno fotocopia degli altri e così di seguito.
Io ho le mie convinzioni su chi dobbiamo ringraziare per questo, ma non te lo dico perchè non è questa la finalità di queste povere righe che ti sto inviando.
Qualunque personaggio politico compaia, magari anche bravo e preparato, troverà sempre qualcuno che, utilizzando questa massa informe, cercherà di farlo cadere prima ancora di aver dimostrato se vale oppure no. Come se avessero fermato Geppetto prima che facesse la testa ed il naso a Pinocchio. Non avremmo mai potuto conoscere la favola più letta al mondo.
Ci sono poi i duri e puri come il sindaco di Pordenone fascista fino al midollo ( ricordo che è di Fiume Veneto ed è ben conosciuto dal mio piccolo entourage di Fiume) che lascia al ghiaccio una persona soltanto perchè non ha diritto, per legge, ad essere assistita. La civile Pordenone non è per niente civile e chi lo ha votato e ancora lo sostiene non è civile neppure lui.
Poi ciascuno di noi ha le sue colpe. Io, per esempio, non ospito alcun senza tetto e non ho giustificazioni se non quella di non voler spendere qualche decina di euro di riscaldamento. Giustificazione, questa?
Potrei continuare ma con una persona come te che sa guardare avanti farei soltanto la figura di quello che annoia tanto per annoiare.
3- C’è questa inveterata abitudine di giudicare una persona a priori. O per qualche sua caratteristica fisica, o perchè la si è sentita parlare solo una volta o perchè sta dalla parte che non ci piace. Creiamo dei totem che, qualsiasi cosa dicano, è sbagliata a priori e non hanno nulla nè da dirci nè da insegnarci.
Sono convinto che è vero il contrario, se si ha la voglia di aprire la mente e le orecchie ed ascoltare.
Ti dicevo sempre ( ma per farti innervosire) che certi personaggi della chiesa antica, intelligenti, filosofi di gran livello ecc….. ti dicevo che per certi loro comportamenti erano dei “malati mentali”. In questo modo anch’io creavo dei totem che qualunque cosa leggessi di costoro o qualunque cosa mi spiegassero delle loro idee, era come se mi tappassi le orecchie, giungendo alla fine alla stessa conclusione: malati mentali.
E’ chiaro che a ragionare così’ si sbaglia.
Fatti salvi casi evidenti di demenza o di delinquenza conclamati.
Mi fermo perchè ho da andare avanti con il lavoro. Ho letto diverse tue rifelessioni, su molte sono d’accordo, su qualcuna no o no, soltanto in parte.
Ma noi ancora discutiamo e abbiamo la speranza di poterci chiarire.
Mandi Renato. Saluti a casa e stammi bene.
Fulvio
grazie Fulvio, e presto riprenderemo di persona questi argumenta