Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Storie di fine anno

chiesetta-votiva-a-moimacco IL BIMBO

Narran di un bimbo, in un tempo lontano ma non troppo dal nostro, appena dopo l’ultimo grande conflitto mondiale… egli stette in silenzio dai tre ai sei anni, dopo la morte del padre, sconvolto dall’ingiusta perdita. Fu come se volesse vendicarsi del mondo intero, perché non poteva ammettere di non poter vedere più suo papà. Il dolore lo mutilava della parola, e allora, le poche volte che la usava, era per insultare tutti, tutti.

Un racconto di eventi che ascolto dal testimone, proprio dal bimbo di allora, ora quasi settantenne. In un paesino di campagna erano quasi tutti contadini, ma suo padre era diplomato in agraria, e sapeva leggere e scrivere. In bicicletta il lunedì andava fino a Udine a prender la Gazzetta sportiva, che leggeva sugli scalini della chiesa agli altri, agli amici, molti dei quali analfabeti. Le storie di Bartali e Coppi, e lì si entusiasmavano alle gesta dei due grandi campioni, quasi vindici di una grandezza patria sconfitta e impoverita. Il tempo passato è ricordo indelebile nella memoria del vecchio bambino, come per me che ricordo i ritorni di mio padre dalle “Germanie”, a fine novembre, che era quasi inverno…

 

QUATTRO IDIOZIE

Nel mio paesone le campane suonano canti natalizi stonando clamorosamente, e mi meraviglio di tanto cattivo gusto estetico e musicale da parte del decisore, provando un fastidio grande e quasi un disturbo dell’udito, e perfino un’offesa spirituale. Non so se decisioni di tal fatta, assolutamente estranee alla nostra tradizione, siano per una incomprensibile captatio benevolentiae (verso chi?) o per spirito di originalità. In ogni caso sbagliate e abbastanza stupide.

A me piace il suono delle nostre campane che segnano le ore, gli eventi, l’Ave Maria, gli annunci di festa, lo scampanio delle grandi occasioni, quando i rintocchi ritmati assumono i colori dell’azzurro del cielo e quasi ondeggiano come le rondini sfreccianti, a me piacciono, non questa assurda imitazione di modi estranei di ricordare il Natale. Lasciamo che le campane facciano il loro antico e melodioso mestiere, per cui sono in-tonate da sapienti artigiani, senza diventare “tuttologhe” come certi giornalisti o politicanti da strapazzo.

Invece a Barazzetto, villaggio del medio alto Friuli, qualcuno ha deciso di acciottolare la strada principale, talché stamani, mentre cautamente l’attraversavo in bici sfiorando i muri per evitar di cadere clamorosamente e assai dolorosamente per le terre, ho visto due signore anziane barcollanti, a rischio femore. Che dire dell’idiozia degli amministratori?

Altra chicca, che ti fa il neoministro dell’interno Minniti, esperto di cose segrete da trent’anni? Pubblicizza i nomi etc. dei due poliziotti che hanno fermato Amri, l’assassino con il Tir, a Milano e poi è finita come sappiamo. Da controcanto fa una consigliera grillina, mi pare in quel del Piemonte, che deplora il fatto come “omicidio”. Il ministro un po’ approssimativo, la consigliera solo cretina.

E infine: non ho nessuna simpatia per l’ONU, e tantomeno per l’Unesco, che si perita di dichiarare località e territori aventi l’onor d’essere siti del mismo nome. Che ridere! L’Italia è tutta un “unesco”, e non ne ha alcun bisogno, andiamo! Le ultime due malefatte del costosissimo e disutil ente mondiale: a) l’aver dichiarato che la spianata delle moschee a Gerusalemme è luogo santo per cristianesimo e islam, mentre non lo sarebbe per l’ebraismo: solo che lì, prima Salomone nel X secolo a. C., poi Esdra e Neemia, liberati da Ciro il Grande (grande come nessun politico attuale può pensare di essere, anzi neppur degno di legare i calzari al Gran Re di Persia), nel VI secolo a. C., e infine Erode il Grande (quello della strage degli innocenti e dei re magi) nel I secolo a. C., edificarono un tempio all’Altissimo. E studiare un pochino, o ignorantissimi funzionari uneschini? e b) l’aver aumentato a dismisura stipendi e premi per i dirigenti e consulenze esterne, di cui mi piacerebbe conoscere la corrispondenza tra  costi e qualità, tanto per dire, come si fa in ogni azienda degna di questo nome.

 

IN CHIESA

Cattedral d’Udine alla vigilia del Santo Natale. Un anziano sacerdote s’appropinqua al confessionale in attesa di penitenti, ma niun si avvicina che voglia alleggerirsi l’anima. Passa il nonzolo e il vecchio monsignore l’apostrofa cosi: “Che forse questo loco è pieno di scorpioni, che nessun cristiano pensa di venire a dirmi le sue peccata?” E il nonzolo, scotendo la testa, se ne andava, con un leggier sorriso di comprensione. Me l’ha raccontata un attor nato, osservatore dei gesti e della parola altrui, come pochi sensibile all’umano, che non sempre o, meglio, raramente merita tale attenzione.

 

AUGURI

Ho scritto d’iniziativa o risposto a più di trecento espressioni augurali natalizie, con testo pensato. Ho potuto trarre dalle risposte avute ulteriore conoscenza dei miei interlocutori, confermandomi nell’idea dell’infinita differenza soggettiva di ciascuno da ogni altro, per educazione (nessuna risposta), per capacità di lettura ed espressione, per arguzia o pigrizia, o addirittura banalità e micragnoseria verbale. Ma il giovane Agostino, nei Soliloquia, dialogando con se stesso, ringrazia Dio perché permette anche il male a questo mondo, onde evitarne di peggiore. Ad maiora.

 

IN BICI

…andando come per un’aria di vetro (Montale), cristallina, azzurra, per paesi verso i monti, incontrando castelli e chiesette votive, borghi silenti nella grande campagna addormentata, oppure verso il mare, aironi bianchi sui cigli dei canali e solitudini. Anima persa e ritrovata nelle lontananze.

Post correlati

0 Comments

Leave a Reply

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>