10 grammi di hashish e una vita perduta
Il ragazzo di Lavagna è morto gettandosi dal balcone di casa, dal terzo piano. La madre, non sapendo più che fare con quel figlio che le sembrava perduto, ha chiamato la Guardia di finanza a casa, e lui ha scelto d’improvviso di sottrarsi a tutto.
Che pensare di questa fragilità? E’ un dato statistico? Ogni tanto qualcuno più debole non sopporta più nulla? Oppure si è insinuata nel nostro tempo un’insidiosa malattia sociale, morale, relazionale, familiare, culturale? Forse è che sappiamo tutto in tempo reale, informati dal web che viaggia su pc, tablet e cellulari, e quindi nulla ci viene risparmiato del male del mondo?
Solo vent’anni fa, e anche meno, non era così. Le cose si sapevano dalla tv e dai giornali, con un tempo quasi di “decantazione” tra una tragedia e l’altra, tra una bruttura e l’altra, tra una malvagità e l’altra. Oggi tutto si accavalla, si intreccia, si contraddice in un viluppo di verità, menzogne, ri-narrazioni e interpretazioni a ruota libera. I titoli dei siti sono quasi sempre caricati di tono per attrarre a una lettura immediata, che vuol dire audience, valorizzazione di spazi che diventano immediatamente appetibili al marketing mediatico.
Un casino, da cui i più giovani fanno fatica a districarsi e distrarsi. Viviamo un tempo tremendo, difficile, confuso, da considerare con grande attenzione e profondità, dove ognuno deve avere rispetto di se stesso, innanzitutto.
E che dire della madre del ragazzo che non sapendo più a che santo votarsi chiama i militi della Guardia di finanza? Cosa pensare di lei? Fragile anche lei, oppure esasperata in una condizione da soffocamento psico-morale?
Istintivamente non condivido la scelta di questa madre, ma come possiamo giudicare dall’esterno, dalle cronache? Ho letto che della propria madre ci si dovrebbe fidare sempre, ma, dove vige il familismo amorale, le madri, le spose e le sorelle difendono i loro congiunti assassini. A Scampia o a Vibo Valentia può capitare che le donne facciano scudo per impedire l’arresto dei loro cari parenti. Sociologicamente questo comportamento, appunto, si chiama familismo amorale, nulla a che vedere con il caso di Lavagna, dove si è verificato un caso opposto, ma…
Quanto è in grado la famiglia di oggi, ma anche la scuola che non riesce a mettere delle sicurezza per garantire la sua funzione, di affrontare le sfide di una contesto sociale così cambiato?
E i partiti e i politici si attardano a discutere delle loro quisquilie, alleanze, divisioni, nuovi gruppi, micro-macro, nulla. Oh, caro lettor mio, continuiamo a coltivare il nostro raziocinio, con la pazienza della logica e del buon senso, chiedendo la grazia di stare calmi, calmi, e cercare le vere ragioni dell’agire umano, soprattutto quando non lo comprendiamo, perché vi sono ragioni che ci sfuggono e ragioni che possiamo comprendere solo con la nostra disponibilità umana, con l’empatia, con il sentire con il cuore dell’altro, con l’accettare il mistero dell’altro, insondabile, infinito.
Post correlati
0 Comments