L’arroganza degli ignoranti
Ernesto Galli della Loggia offre su un grande quotidiano di sabato 25 scorso una disanima condivisibile sul fenomeno politico “grillino”. Caro lettor mio, recuperalo sul Corrierone di Milàn para el tu web, ne val la pena.
Socrate sosteneva con non malcelata ironia di “sapere di non sapere”. Invece questi anti-socratici dei “grillini” non sostengono il contrario, cioè di “sapere di sapere”, ma si comportano come se lo dicessero ogni qualvolta aprono bocca. Loro sanno e sanno fare (Raggi docet), loro sanno parlare con chiarezza e competenza, e soprattutto usando il dialogo e l’ars rethorica con gran acume dialettico (cf. Di Maio e Di Battista in specie). Loro sanno essere (ah ah ah!). Per loro la nòesis e la dianoia platoniche (per sapere cosa sono occorre studiare miei cari, non solo alla triennale di scienze della comunicazione) non hanno segreti, e neppur la logica aristotelica. Non parliamo poi di quella di Russel, Frege, Searle e Rorty, su cui tengono seminari settimanali presso le loro sedi. Sono consequenziali e irresistibilmente convincenti, specie quando dicono che si alleeranno solo con coloro che accetteranno i loro programmi politici, economici e sociali, perché sono perfetti in sé e per sé, sartrianamente (per eventuali lor lettori e supporter: relativamente a J.-P. Sartre). Uuuuh che paura… la perfezione!, l’assenza di ogni peccato, anche veniale!, ma allora sono stati già redenti, per loro la parusia (studiare miei cari, studiare!) del Signore è già venuta. Non vi è più il “non ancora”, perché godono già della beatifica Visione dell’Incondizionato. Ma andiamo!
Hanno tutti i peggiori difetti del politicante italiota, incapace di analisi, scarso nella sintesi, settario e anche bacchettone: sembrano la crasi di un democristiano alla Rotondi e di un vendoliano, e quest’ultimo per coprire a sinistra (non la mia, però).
Come sappiamo l’ignoranza tecnica inconsapevole è la madre di tutte le arroganze ma, anche se inconsapevole (perché nessuno gli dice che sparano cazzate e loro, di per loro, non ne hanno contezza), non è meno colpevole. Io non insegno a un ingegnere civile a fare i calcoli di struttura per la costruzione di un ponte. Loro sì, perché unti dai sondaggi che li danno vincenti. Ahinoi, pensa, caro lettor mio, in che condizioni sono gli altri partiti. Riassumiamo? Il PD si spezzò lasciando un 3/4% di duri e puri (mi vien da ridere, oh D’Alema!), Forzitalia soffre l’assenza di ser Silvio, purtroppo per anni in mano a nani e ballerine (copyright del compagno socialista Rino Formica), al centro ex DC denton Alfano e poco più, a destra un’urlante piccoletta dei quartieri romani e il ghignante Matteo dei lombardi, anch’essi poco raccomandabili. Ma come mai? Gli è che il popul taliàn è un po’ così, facile agli entusiasmi renziani e subito dopo corrivo di chi urla di più, semplificando e amplificando un’assenza imbarazzante di pensiero politico degno di tal nobile nome. Un popolo spesso geniale, ma più costantemente sventurato.
Tra i proclami salviniani e i motti di spirto emilian bersaniani non vi è molto altro, forse ora solo la seriosa competenza del Presidente e il garbo gentil del Capo del Governo. E allora, in questa oramai penosa paupertà, eccoli, i prodi chiericotti del comicone. Arroganti, ignoranti, petulanti come anatre olandesi nella stia, in attesa del liberatorio svolazzar sull’aia mattutino. Ricordo mia madre che “parava su” le galline, le tacchine e le anatre a ogni venire della sera, con il mio aiuto bambino, e la mattina le liberava con grida di incoraggiamento, un fascio di radicchio tagliato e il pastone. Oh come chioccolavano, stridevano quaquaravano le beate papere, galline, tacchine. Poi usciva il gallo e il tacchinon masculo, che aveva tante piume grige, ah però, assomigliava al comicon genovese. Gallo, tacchino, ocone, buono per questa stagione di passioni tristi (cf. M. Benasayag).
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3 Comments
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Bello, mi piace.
Fulvio
Intanto i “saccenti” hanno portato mezzo popolo alla fame mentre gli “ignoranti” hanno fatto cose che mai nessun Governo aveva fatto, dallo “Spazzacorrotti” al reddito di cittadinanza, reddito che permette a chi è finito in povertá di ripartire.
Contano i fatti, non le chiacchiere nei blog.
La pubblico, Riccardo, non condividendo nulla delle sue parole. L’ignoranza evidente delle persone che lei loda, connesse alla proporzionale arroganza continuamente, o mostrata o leggibile tra le righe, se si è in grado di farlo, non ha portato nulla di buono e non lo porteranno. Non entro nel merito tecnico-politico del reddito di cittadinanza, perché sarebbe facilissimo smontarne la ratio e mostrarne l’inutilità o addirittura la dannosità, come ho già fatto in diversi pezzi qui e altrove pubblicati. Cito solo una sua citazione: il decreto “spazzacorrotti”, che brutta definizione e che scarsa efficacia, e questo basti. Vede, per me l’estetica delle cose e delle parola non è estetismo, ma è sostanza, come insegna Aristotele con il concetto di àisthesis. Infine, e apprezzi quanto impegno le dedico, quando lei spregia i blog forse inconsciamente ha in mente i blog del Movimento che li sostiene, non certo il mio, che è supportato da saperi attestati, non improvvisati e raccogliticci, come quelli che mostrano gli attuali governanti. Le mie non sono chiacchiere che, come insegnava Heidegger, son ben lontane dal mio pensiero e dal mio agire. Piuttosto consigli ai suoi “politici” di studiare, ché si vede immediatamente quanto ne abbiano bisogno. E tenga conto della raccomandazione di Ludwig Wittgenstein “di ciò che non si sa si taccia”, che mi pare servirebbe anche a lei, ma con calma. Buona vita.