Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Da Giacomo Leopardi a Emanuele Severino, una ricognizione del pensiero filosofico italiano del ‘800 e del ‘900

Caro lettore,

mi è stato chiesto di preparare per il prossimo Anno accademico un corso dal titolo di cui sopra. Ho accettato con entusiasmo, perché qui in Italia siamo esterofili alla follia, soprattutto con ciò che viene dall’Inghilterra e dall’America, intesa come USA ovviamente. E pensare, non so caro lettore se lo sai, io l’ho saputo da poco, che Elisabetta I Tudor scriveva le sue lettere e i suoi comunicati regali più importanti in Italiano. E’ stato recentemente editato un libretto che contiene ventinove di questi scritti, tra i quali una gentilissima missiva all’Emperadore del Catajo, cioè della lontana Cina.

Le varie storie della filosofia, venendo a noi, raccontano e celebrano di questi due secoli -con dovizia di spazi e testi- soprattutto la grande filosofia tedesca, da Kant e Hegel a Heidegger, abbastanza quella francese, da Rousseau ai nouveaux philosophes à la Deleuze e Foucault, i cosiddetti analitici della “Scuola di Vienna”, Popper, Russell, Wittgenstein, talora Edith Stein, Husserl e Jaspers, certamente Nietzsche (ancora tedeschi), ma non molto gli italiani, a meno che non sia un manuale liceale in italiano.

In un pezzo da blog non mi dilungherò in trattazioni impegnative riservandomi di farlo nella preparazione del corso, il cui testo in Power Point comunque metterò a disposizione dei mei gentili lettori quivi, tra qualche mese, ma mi limiterò a delineare in brevi tratti quelli che ritengo, se me lo consentite, soggettivamente, i pensatori più interessanti dei nostri ultimi due secoli. Noterete che mi soffermerò di più su Gentile che su Croce, che mi è sempre parso molto sopravvalutato, mentre su Gentile è scesa una damnatio memoriae, perché era fascista. Tratterò brevemente di Leopardi, che è stato, oltre che sommo poeta lirico, anche grande pensatore e Luigi Pareyson con la sua dottrina dell’ “interpretazione infinita”, e così via, un po’ arbitrariamente, tanto per far annusare al lettore la grande bellezza del pensiero pensante, sotto il profilo dell’italianità contemporanea.

Non mi dispiace partire da due ecclesiastici, l’abate Vincenzo Gioberti e il padre Antonio Rosmini, prima del conte Giacomo da Recanati. Il Gioberti vedeva, nella sua filosofia politica uno scenario ideale patrio cristiano-cattolico di stampo liberale, sullo stile manzoniano e di un Pio IX prima maniera. Il Rosmini, mettendosi molto a latere delle gerarchie ecclesiastiche studiò il male morale presente nella chiesa del suo tempo, applicando un’etica forse paradossalmente laica nella sua analisi. Il grande poeta di Recanati, illuminista, ma anche scettico sulla capacità di leggere a fondo il futuro, nutriva il suo pensiero di uno scetticismo modernissimo e disilluso… (cf le magnifiche sorti e progressive, ne La ginestra). Antonio Labriola fu un marxista non dogmatico, come lo è stato ancora di meno Antonio Gramsci. Non potremo evitare l’incontro con Benedetto Croce, e con l’estetica e lo storicismo da lui declinati, anche se resto convinto che questo filosofo e politico sia stato forse un poco sopravvalutato. Piuttosto, invece, nel mio piccolo, vorrei contribuire un poco a rendere giustizia a Giovanni Gentile, negletto ingiustamente perché fascista come detto sopra, per la sua straordinaria teoresi, l’attualismo, così adatta al recupero del sapere filosofico costituito dal rilancio socratico-platonico della filosofia pratica e della consulenza filosofica. Luigi Pareyson e l’interpretazione inesauribile, secondo me, è un altro punto di riferimento in un tempo in cui un relativismo cognitivo ed etico banalmente scettico sembra dilagare: Pareyson dialoga alla pari con pensatori fondamentali del ‘900 come Heidegger, Gadamer e Ricoeur. Da ultimo, non trascurerò Emanuele Severino, il suo maestro Gustavo Bontadini e Maurizio Ferraris, Massimo Cacciari e Roberta De Monticelli che, in vario modo, stanno recuperando il grande pensiero metafisico e realista, medicina sagace e salute spirituale per i tempi che viviamo, colmi di incertezza e anomia.

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