Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Caro lettor mio, sono esterrefatto per la sapienza di Di Maio, novello insigne costituzionalista (scherzo), e dai sindacati che saggiamente, fo’ per dire, confondono uguaglianza con equità, anzi non sembra interessargli proprio, e scambiano l’etica per un sapere “frou frou”

Due cose ultimamente mi han colpito, mio gentile ospite lettore: la prima è l’insistenza con cui l’imberbe, o quasi, capo-politico del M5S, nato all’ombra dello sterminator Vesèvo, si proclama Primo ministro, Capo del Governo, Premier di diritto, perché l’hanno votato come tale un italiano su tre: non si accorge, l’inclito, di confondere la Costituzione della Repubblica Italiana, che non parla mai di “premier” né di “capo del Governo”, ma di “presidente del Consiglio dei Ministri”, né prevede l’elezione diretta popolare dello stesso, come in altri ordinamenti, con i manifesti elettorali del suo movimento. Caro Gigi da Napoli, studia. E suggerisci, se vuoi crescere e far crescere chi ti attornia, lo studio anche ai tuoi famelici colleghi, che parlano in tv come libricini stampati, penosamente, debbo dirti. E poi abbi pazienza, ché provare a bruciare le tappe ti può giocare brutti scherzi.

Tornando al discorso della guida del Governo, sappi che le nomine, dico “nomine” di Monti, Enrico Letta, Renzi e Gentiloni da parte dei Presidenti Napolitano e Mattarella, sono state perfettamente legittime secondo il nostro ordinamento costituzionale. Studia ed evita di dire c.te in pubblico.

Da ultimo, ricordo al mio gentil lettore che la dottrina sociologica, da Comte e Durkheim in poi, spiega benissimo il fenomeno dei Cinque Stelle, chiarendo come il carisma dei capi fondatori di ogni movimento o partito politico (Grillo), e la storia lo mostra in ogni sua declinazione temporale, una volta che questo movimento o partito ha raggiunto il successo, si trasforma, cambia, diventa altro da ciò che era agli inizi. Peraltro, il giovine Di Maio non ha il carisma del comico, anzi, e lo dico con tranquillità, è del tutto privo di carisma, ché la sua leadership è di mero potere derivante dal ruolo attribuitogli dall’interno della struttura politica che lo ha espresso, e confermato dal risultato elettorale del 4 marzo scorso. Si tratta di un giovane uomo sorridente, carino, pulito, sostanzialmente privo di cultura generale e di cultura politica, che però riflette bene il contesto socio-elettorale conferitogli da tanti suffragi. In altre parole Di Maio riflette molta parte dell’Italia attuale, generica, e un po’ sfigata. Gli altri partiti, di destra o sinistra che siano, a parte la Lega che ha un messaggio semplice, chiaro e perfin un poco “muscolare”, sono in deliquio, e dunque, per la teoria fisica dei vasi comunicanti, lasciano ampi spazi a chi arriva, come il movimento-partito di Grillo&Casaleggio.

Ancora una cosa: i movimenti “nuovi” tendono ad applicare a sé e agli altri una sorta di “doppia morale” per cui agli altri, già “peccatori” acclarati, non sarebbero consentite azioni e scelte che invece eticamente debbono essere consentite ai “nuovi”,  cioè loro, perché loro sono puri e senza-peccato, come i càtari di medieval memoria. Anche i Giacobini del Grande terrore (1793/4) e i Bolscevichi dell’Ottobre rosso lo applicarono.

La seconda cosa si riferisce ai sindacati. Mi trovavo l’altro ieri a trattare con un’importantissima azienda multinazionale che, trovandosi lavoratori in esubero, li cederebbe volentieri a un’azienda di rispettabile grandezza, in via di diventare anch’essa multinazionale e comunque apparentata con multinazionali di notevoli dimensioni, dotandoli pure di una cospicua buonuscita. Fatto sì è che i lor sindacati, còlti i buoni propositi dell’azienda cedente, hanno cominciato ad aggiungere addendi di ulteriore garantismo a favore delle persone disponibili a trasmigrare, con criteri di assoluta volontarietà da un’azienda all’altra, e in particolare la normativa di assunzione a tempo indeterminato antecedente al cosiddetto Jobs Act, che dà una garanzia di continuità reale solo dopo i primi trentasei mesi, come se la stabilità reale dei posti di lavoro si potesse stabilire una volta per tutte per legge, e non con il comportamento individuale e la capacità delle aziende di stare sui mercati.

A quel punto sono intervenuto, parlando con la controparte in maniera molto confidente, visti i miei trascorsi sindacali e le mie competenze teorico-pratiche in tema di etica  di diritto del lavoro, e ho detto, letteralmente:

Caro compagno M., facciamo un esempio: tu mi mandi a colloquio la tua iscritta Giovanna che viene su con la dotazione di …mila euro, farà uno o due mesi di prova e poi sarà assunta con un contratto a tempo indeterminato senza limiti; incontriamo Giovanna, ci piace, a lei piace l’azienda e la prendiamo; dopo di lei viene a colloquio Paola, ed è un colloquio spontaneo, come la maggior parte, provenendo dalla società, in assoluta libertà e senza coperture di alcun genere: Paola ci piace, a lei piace la fabbrica, e così la facciamo assumere da una agenzia di somministrazione. Ora Paola verrà al lavoro in somministrazione per almeno un anno e poi, se a lei piacerà e pure l’azienda sarà convinta, le si faranno dei contratti a termine per ancora un altro anno, e finalmente arriverà l’assunzione a tempo indeterminato in azienda, secondo le regole del Jobs act, l’ultima legge governativa che regolamenta i contratti a tempo indeterminato nei settori economici privati. E Paola sarà contenta. Ora, ti dico: che cosa abbiamo fatto se paragoniamo il nostro comportamento aziendale verso Giovanna e verso Paola? Siamo stati giusti, siamo stati equanimi caro compagno M.? Dimmelo tu, che ne pensi? Lascio a te il giudizio.”

A quel punto mi offrii di aiutare i sindacati a tenere le assemblee nell’azienda “cedente” per spiegare le cose come stanno “tecnicamente”. “Ma vuoi insegnarci il mestiere?” la replica loro, un poco indispettita. “Ma no, no, la mia replica, solo per darvi una mano, visto che parlerei delle cose che poi farei io stesso nell’azienda ricevente. Tutto lì.” Non se ne è fatto nulla, per il momento, e restiamo in attesa che qualcosa si muova per creare nuovi posti di lavoro, e non due o tre, ma quasi cento, e scusami, gentil lettore, se è poco.

Così è andata. Possiamo nutrir speranza che qualcosa accada e qualcosa possa aiutare a sviluppare il pensiero umano, in questi tempi critici, banali e di pensiero impigrito? Forse Colui che muore e risorge in queste ore ci può aiutare.

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