zero positivo
…è la classificazione del mio sangue, non me lo ricordavo, ora l’ho fissato in mente. Non so se e quanto mi servirà saperlo, ora che è tutto scritto registrato classificato, messo a disposizione dal mio assenso.
La cosa strana è che viviamo tempi nei quali si nota un contrasto stridente, tra l’enfasi posta dalla normativa europea sulla privacy e il fatto che i media, il web e la telematica ci esponga sempre di più al pubblico. Mi si potrebbe rispondere che le norme sulla privatezza dei dati sono state emanate proprio per questa ragione, per il rischio sempre più incombente di essere messi in piazza, completamente nudi e inermi.
E’ una battaglia senza fine, e forse già persa dalla privatezza, in lotta con la rete. In ogni caso bisogna essere preparati e non accettare di diventare strumento stupido in mano al marketing mediatico, e non è facile. Sono al lavoro brillantissimi professionisti della promozione commerciale che stanno cercando di mapparci rigorosamente: usi, costumi, preferenze, tendenze d’acquisto, ma non ci possono condizionare con degli elettrodi. Il nostro libero arbitrio è sempre legato ai neuroni che possediamo, alla cultura e all’esperienza maturate individualmente, non siamo in Matrix o in Minority report, film di cui raccomando una paziente visione a chi non li abbia ancora visti. Ma bisogna guardarli con attenzione, perché sono dei capolavori filosofico-cinematografici, dove Spielberg e i fratelli Wachowski si sono espressi al loro meglio.
Zero positivo è una sigla come tante e serve a specificare una tassonomia ematica. L’importante è che ognuno di noi, pur scegliendo un partito, un’azienda, una chiesa, una filosofia, un tipo di consumo, non sia mai classificabile una volta per tutte. Leggevo il resoconto quasi surreale dell’Assemblea del PD che ha eletto Martina segretario e in particolare il discorso di Renzi: non c’è niente da fare, non cambia, l’arroganza è sempre la stessa, l’inquadramento tassonomico dell’ideal-tipo politico che rappresenta è immarcescibile. Non si rende conto di essere un rottamatore, ma di tutto ciò che tocca. Fa specie che anche gli altri galletti si becchino in cerca di becchime, l’ultimo arrivato Calenda che già vuole smantellare un partito che il 4 marzo ha comunque preso il 19% ed è il secondo partito italiano, e Orlando gli ribatte di essere un “pariolino”. Forse ha pure ragione.
Si beccano e l’Italia, grazie a Dio, va avanti e altrove, con il suo lavoro, la sua buona volontà, la sua resistenza, il suo genio, il suo intrinseco sapere morale e civile, come ben sapeva l’abate Gioberti. Oggi, invece di Gioberti, Rosmini, Cattaneo, Ferrari, Mazzini, il conte di Cavour e la contessa Cristina di Belgioioso, sentiamo concionare Salvini, Di Maio, Renzi, Gelmini, Boldrini e ancora Berlusconi (poco grazie a Dio), Saviano, e li mescolo non a caso. Quasi disperante. Solo trent’anni o quarant’anni fa c’erano altre discussioni, altri dialoghi, altre sintesi politiche, ideologiche, etiche, con nomi che tutti conoscono, anche i giovani un poco studiosi della storia recente, come la mia ragazza poco più che ventenne.
A volte mi chiedo come potrei fare per far sapere a questi “capi” del partito cui sono così faticosamente iscritto che cosa penso di loro, quanto poco li valuti e li stimi, informandoli, perché non lo sanno o fanno finta di non saperlo, di quanto più grande è la popolazione che non è lì, nelle stanze del Nazareno, me compreso, senza false modestie, perdio. E quanti la pensano come me, che vorrebbero fare qualcosa se non venissero stoppati dalla nomenclatura di mediocri che tende una rete di sicurezza per impedire intrusioni di pericolosi concorrenti, che potrebbero nei loro pensieri togliergli la pagnotta, fin dalle strutture regionali. Ma non temano da me, ché io vivo del mio da sempre. Si consideri la ex governatrice e i suoi fidi, parlo di quello che lei, romanina, chiamava in pubblico FVG la mia bellissima regione.
Un’altra idiozia da zero in condotta è quella thailandese dei dodici piccoli “atleti” (poverini hanno gambette di sedano), dove un immenso cretino, il loro allenatore, li ha portati a pericolare in una grotta umida e lunghissima, senza essere uno speleologo, probabilmente per farsi bello agli occhi dei ragazzi.
Quanto il mio sangue sia zero positivo e quanto costoro siano solo zero è un dato di fatto.
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