Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Drammi e tragedie: basta con la bulimia comunicativa!!!

Da almeno dieci giorni tv web e social bombardano le orecchie, l’udito e la pazienza del popolo italiano con la vicenda del bimbo nato prematuro e mancato per un batterio, definito stupidissimamente “killer” dai media, agli Spedali Civili di Brescia. Se il batterio è “killer” allora ragiona, e dunque è deliberatamente malvagio, come un essere umano, anzi come il mare e la montagna quando qualche umano muore cadendo in un crepaccio o annegando. Batterio, mare e montagna, secondo certi titolisti e scribacchini possono essere killer. Mi sono stancato ampiamente di questa pigrizia lessicale, di questa iperemia semantica, di questa bulimia comunicazionale.

Ogni giorno ogni tg ci intrattiene con almeno dieci minuti di cronaca, quella e sempre quella, quella del batterio bresciano. Ho scritto qualche giorno fa che una vita è unica e irripetibile, e quindi va vista al di fuori di ogni statistica, ma il diritto di cronaca, anche sulla perdita di una sola vita, deve avere dei limiti.

Non si può e non si deve parlare ripetendo e ripetendo ciò che è già stato reso ampiamente noto, ché talora repetita non iuvant: un batterio particolarmente resistente ha stroncato la vita di un bimbo nato prematuro. Si stanno facendo tutte le indagini e le analisi del caso, ma ora basta, basta con la cronaca…

La cronaca segue la vita, e la vita è legata al movimento, alla natura matrigna (cf. La ginestra od Il fiore del deserto del conte Leopardi), alla complessità della convìvenza umana, alle interferenze tra le varie vite individuali e collettive, alle strutture abitative e alle infrastrutture dei trasporti e del traffico.

Mentre scrivo questa invettiva una disgrazia di ben altre proporzioni, il crollo del ponte sul Polcevera a Genova toglie ossigeno alle ripetizioni di Brescia che spariscono immediatamente dalle cronache, e ora per dieci o quindici giorni si parlerà quasi solo di questo disastro che non si sa se poteva essere evitato dando la stura a sproloqui senza fine di vicecapi del governo e potentati vari, che fino a tre mesi fa vivevano nel limbo dell’incoscienza, mentre oggi prosperano dall’alto di scranni impunemente occupati, anzi democraticamente. Andiamo a vedere che cosa dicevano fino a qualche giorno fa sulle grandi o meno grandi opere pubbliche alcuni dei governanti, novelli Caiafas, che oggi si stracciano le vesti per la tragedia. Si vedano anche le responsabilità oggettive della società concessionaria, la Austostrade del gruppo Benetton.

Qualche settimana fa per quasi dieci giorni la cronaca è stata riempita dall’enorme idiozia di quel cameriere che aveva scritto “froci” sullo scontrino fiscale del pagamento di una cena. Anche lì, oltre alla stupidaggine che nessuno mette in questione, sottolineo l’esagerazione mediatica: ad esempio, quella di continuare a citare l’intervento di un soggetto privato come l’associazione gay che addirittura aveva chiesto il ritiro della licenza al ristorante. Il cameriere babbeo è stato licenziato, con una sanzione a mio parere tecnicamente sproporzionata, e ora non se ne parla più.

Anche il batterio di Brescia è scomparso dalle cronache perché c’è Genova. Ora vediamo quante parole inutili, quanta retorica si spenderà.

In Italia il lavoro di controllo e risanamento idrogeologico, di manutenzione delle infrastrutture, di verifica delle strutture abitative dovrebbe occupare forse più di metà della spesa, degli investimenti pubblici e anche privati. Le disgrazie possono sempre capitare, ma l’incuria è colpevole. Ora di nuovo largo a parole abusate come “rabbia” e “apocalisse”, sempre da me denunziate come inutili, ripetitive e improprie. Non sto a dire di “apocalisse”, già troppo da me compulsata e analizzata con dettagliate esegesi storico-critiche, ma dico di “rabbia”, embé? Dopo il pianto non è meglio il silenzio e la decisione politica?

Piuttosto spieghiamo agli ingenerosi “grandi giornali” inglesi, francesi, tedeschi, spagnoli e americani che non occorre speculare e insegnarci a vivere, come sogliono fare, anche per distrarre le loro proprie masse popolari dai loro rispettivi problemi

E ora è possibile verificare se vi sono responsabilità nel rallentamento della manutenzione in questo caso e in altri? Se non ricordo male tra i tiepidi superficiali su questo tema non erano i grillini, che avevano poche settimane fa definito “favoletta” il rischio paventato di quel ponte? Che non è “maledetto”, perché il ponte non pensa, non ragiona, non delibera, era solo infragilito, usurato dal tempo e dal traffico. Gli allarmi inascoltati, si dice e si scrive, da chi inascoltati? Ecco: questo bisogna chiarire anche per, se del caso, incriminare i responsabili.

Come sempre bravi, professionali e generosi i soccorritori, i vigili del fuoco, le forze dell’ordine, la protezione civile, il servizio nazionale per le emergenze, i volontari, cani compresi. Grazie anche alle loro lingue fuori e al loro frenetico darsi da fare.

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