Sicut Horatius Flaccus scribebat, multi dicunt et dici posse aurea mediocritas vel, adfirmare possumus, in medio stat virtus, sicut Aristoteles cogitabat, così come s’ha da valutar bene i cattivi giudizi sull’Italia, che non considerano tutto ciò che va bene, né quanto di male c’è in molte nazioni che se la tirano o di cui comunque non si parla
Caro lettore,
la vulgata dell’orazian sintagma “aurea mediocritas” posto nel titolo a volte si confonde con un altro motto di origine aristotelica e scolastico-medievale “In medio stat virtus“, cioè la virtù sta nel mezzo di due estremi: in sostanza è meglio non essere troppo virtuosi, caritatevoli, altruisti, disponibili con gli altri, o con il prossimo, come dice il Vangelo, ma è meglio esserlo… moderatamente. O a volte per nulla, se si vuole estendere il senso del non-detto oltre l’esplicito invito alla moderazione.
Di seguito, per documentarci, riporto l’Ode oraziana citata nel titolo, con la traduzione italiana.
Orazio, libro II, ode 10 – Aurea mediocritas – Voces
Rectius vives, Licini, neque altum/ semper urgendo neque, dum procellas/ cautus horrescis, nimium premendo/ litus iniquum.// auream quisquis mediocritatem/ diligit, tutus caret obsoleti/ sordibus tecti, caret invidenda/ sobrius aula.// Saepius ventis agitatur ingens/ pinus et celsae graviore casu/ decidunt turres feriuntque summos/ fulgura montis.// Sperat infestis, metuit secundis/ alteram sortem bene praeparatum/ pectus: informis hiemes reducit/ Iuppiter, idem// submovet; non, si male nunc, et olim/ sic erit: quondam cithara tacentem/ suscitat Musam neque semper arcum/ tendit Apollo.// Rebus angustis animosus atque/ fortis adpare, sapienter idem/ contrahes vento nimium secundo/ turgida vela.
In italiano
Vivrai meglio, o Licinio, senza spingerti sempre in alto mare né, mentre cautamente temi le tempeste, non seguirai troppo da vicino la costa pericolosa./ Chiunque prediliga la preziosa via di mezzo, al sicuro, resta lontano dallo squallore di una casa fatiscente; moderato, e sta lontano da un palazzo che crea invidia./ Molto spesso il pino troppo alto è agitato dai venti, e le torri più elevate sono quelle che crollano al suolo in modo più rovinoso, ed i fulmini colpiscono le cime dei monti./ Un animo ben preparato nella situazione avversa si augura una sorte favorevole, nella buona teme la sorte contraria. Squallidi inverni scatena su di noi Giove ed è lui stesso che li allontana./ E se le cose ora vanno male, non è detto che sarà così anche la prossima volta: talvolta, Apollo con la cetra risveglia la poesia [fino ad allora] silenziosa, e non sempre tende l’arco./ Nelle avversità mostra un animo forte e coraggioso, ed allo stesso modo, saggiamente, raccogli le vele gonfiate da un vento troppo favorevole.
Ho voluto mettere in premessa questa parte filosofico-letteraria per riflettere con te, mio caro lettore, sui giudizi che spesso si sentono tranciare sull’Italia, che non sono mai moderati, riflessivi, credibilmente realistici, come se l’Italia fosse il centottantesimo paese del mondo, in ogni classifica. Stupidaggini. Tanto per fare un raffronto, di seguito ti elenco un po’ di stati che qualche problemuccio hanno, e mi sembra di non poco conto. Cari giornalisti, titolisti e politici dell’opposizione attuale, di qualsiasi opposizione, ché i vizi restano gli stessi, imparate la moderazione riflessiva o la riflessione moderata e un uso ponderato del lessico italiano, che è ricchissimo. ma lo sapete o lo ignorate?
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