… che fare dell’ansia e di questo “benedetto” stress?
“Insegnaci ad aver cura e a non curare/ insegnaci a starcene quieti” (Thomas Stearns Eliot), si potrebbe iniziare così questa breve riflessione del grande poeta inglese su un termine oggi tanto usato e anche ab-usato.
L’ansia è come il rasoio di frate Guglielmo d’Occam, ma dannosa, solitamente non utile all’intelligenza come il metodo filosofico del francescano di Oxford. L’ansia taglia i dendriti che conducono ai neuroni depositari della memoria e danneggia lo studio e il lavoro. Lo studente ansioso fa fatica a studiare e perde le nozioni; al relatore ansioso succede la medesima cosa, così come al docente.
I manuali descrivono l’ansia come uno stato psichico dell’individuo cosciente, caratterizzato da forte apprensione, preoccupazione e anche paura. In questi casi la persona fa fatica a trovare un adattamento alla situazione e all’ambiente dove vive un’esperienza.
Chi si trova in questo stato prova a volte anche sensazioni fisiche negative come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno, fino alle manifestazioni del panico. Può esistere come disturbo cerebrale primario, oppure può essere associata ad altri problemi medici, inclusi altri disturbi psichiatrici o conflitti interiori. Amigdala e ippocampo, che sono parti del sistema limbico pare siano molto coinvolti dalla sensazione dell’ansia, forse anche una reazione a situazioni che potrebbero risultare dannose e quindi da evitare.
Le dottrine e metodologie orientali dello yoga e del tai chi sono utili a rimediare all’ansia e allo stress, e funzionano anche come antinfiammatori. Lo stress può essere anche motivazionale, ed è lo stress buono, l’eu–stress (termine greco-anglo-latino), mentre il distress (etimologicamente analogo) è dannoso. E’ fuori discussione l’utilità di un certo stress (da stringo, strictus).
Si combatte l’ansia e lo stress anche con un corretto muoversi dell’inspirazione/ espirazione, confermato da decine di studi sullo stress sui sistemi immunitari, con positive conseguenze perfino a livello di DNA.
Oggi si lavora sulla cosiddetta mindfulness o consapevolezza, attenzione. Se vi è costanza in questo approccio vengono contrastati gli effetti della tensione, riduce le citochine infiammatorie e promuove i fattori positivi come il BDNF o brain derived neurotrophic factor.
Sembra anche che cantare riduca il cortisolo, ormone dello stress, e che perfino il tumore possa in qualche misura essere prevenuto e il criceto impazzito (cioè io stesso), guarito.
Un modo antico per combattere l’ansia è la riflessione, la capacità di usare la logica e la filosofia naturale e pratica, talché è possibile lavorare sugli stati ansiosi aiutando le persone ad aiutarsi, utilizzando le facoltà intellettive e il metodo dell’argomentazione. Ogni persona può trovare la strada della consapevolezza e distaccarsi da questo condizionamento psichico e morale molto pericoloso.
Parlo di questo argomento perché molto spesso vengo interrogato sul tema e non se ne parla mai troppo.
Jacques Prevert scriveva così: “Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro per dare l’esempio“.
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Io soffro spesso di stress, che mi causa anche altri problemi come tachicardia e mal di testa. Sto provando la valeriana poichè ho letto su guna che in questi casi può aiutare. Mi sarebbe piaciuto provare con lo yoga, ma vivo in un paese davvero piccolo in cui non ho mai avuto la possibilità di praticarlo dovrei spostarmi di qualche km ma non avendo la patente è difficile riuscire ad organizzarmi con gli orari. Ci sono altri sport o discipline che possono aiutare in caso di stress? grazie
Cara Cristina, non so dove lei viva, se me lo dice magari al mio cell. 339.7450745, posso consigliarle di contattare un collega del suo territorio, ogni bene,
prof. Renato Pilutti, Presidente nazionale di Phronesis, Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica