I palloni gonfiati
L’immagine dell’antico pensatore Cleobulo ha a che fare con questo testo, anche se qui parlerò di altri.
Me ne vengono in mente due di palloni gonfiati, intanto (ma ve ne sono molti di più), uno della maggioranza politica attuale, il prode e vanesio Di Battista, attualmente non operativo in politica, perché in vacanza da mesi -mi pare pagato da un quotidiano per i suoi reportage– e uno della minoranza, Renzi.
Come vedi, caro lettore, i palloni gonfiati così come le persone valide, si trovano ovunque. Basta non essere manichei, cioè convinti di avere sempre ragione e gli altri torto.
Palloni gonfiati sono coloro che parlano non perché sanno, ma perché pensano di sapere, e alzano la voce, per farsi ascoltare ma, ancora di più, per ascoltarsi. Costoro si amano, gongolano nell’ascoltare la propria voce, son bravi nel disprezzare gli altri che trattano da sbruffoni. Se dovessi paragonare in un benchmark i due sopra citati, e valutarli con gli stessi item e con l’utilizzo della solita scala Likert da 1 a 5, cioè da pessimo a ottimo, la sorpresa è quella di vederli quasi sovrapponibili. Informo il gentile lettore che solitamente utilizzo i medesimi item nell’attività di selezione del personale in azienda.
Proviamo.
Il primo item è quello dell’atteggiamento. Bene: tutti e due, Renzi e Di Battista, sono pieni di se stessi, in qualche modo analoghi ai superbi descritti da san Paolo ai tempi suoi: “(…) erecti sunt mente tyrannica contra regem et Dominum suum, ut… deorum sibi nomine assumerent, et inflati superbia in judicium diaboli inciderent“(I Tim).
Il secondo è quello delle competenze. Tutti e due hanno un pezzo di laurea, una laurea, ma non paiono essere particolarmente versati nella ricerca, peraltro come tanti laureati che anch’io conosco, i quali pensano di aver finito di studiare una volta avuta in consegna l’agognata pergamena della Repubblica Italiana. E invece è è proprio il contrario: conseguita una laurea bisogna continuare a studiare per sempre, cioè finché morte non ci separi da tutta la materialità terrestre.
Se non mi sbaglio il primo ha studiato giurisprudenza e il secondo la facoltà più inutile, facile e banale dell’ordinamento accademico, scienze della comunicazione, ma triennale, cioè il nulla.
Il terzo item è quello del potenziale, che mi pare essere abbastanza scarso, nonostante loro credano di essere chissà chi. Montati la testa. Bisognerebbe incaricare uno psicologo esperto in test psicometrici per approfondire. Io gliene posso consigliare più d’uno. Amici miei, professionisti molto affidabili.
Il quarto è quello dell’inseribilità. Proviamo a pensarli in un contesto aziendale. Con il carattere che hanno chi li sopporterebbe? Una delle condizioni più importanti per l’inserimento di un lavoratore in una qualsiasi struttura organizzativa è la qualità relazionale che favorisce, se buona, la collaborazione tra diversi, molti dei quali erano già lì, e hanno il diritto di essere rispettati, dovendo osservare il corrispondente dovere di accogliere bene il nuovo arrivato.
La postura: uno è ciondolante à lu bellu guaglione, l’altro che è bruttino anzichenò, cammina come un tacchino che sta per fare la ruota. Quest’ultimo, che è il ragazzotto toscano, non cammina, marcia sempre con piglio determinato, e guarda sempre avanti, dà la mano a chi incontra senza guardare la persona per più di un nanosecondo, e portandosi immediatamente verso il successivo di cui, si vede chiaramente dal linguaggio del corpo, non gli frega nulla.
Quello ciondolante coltiva una barba corta sul volto da quarantenne, consapevole di piacere abbastanza alle guaglione, il piglio è da bel tenebroso, l’eloquio è studiato ma non troppo, con pause ad effetto che colpiscono solo chi non ha mai visto o ascoltato Craxi.
Volendo, si potrebbero utilizzare anche altri item, per analizzare meglio i due buffoni, ad esempio la capacità attentiva.
Proviamo ad applicarla a Renzi. Non vi è dubbio che l’uomo di Rignano non mostra visibilmente grande attenzione per i suoi interlocutori. Già sopra si ricordava come sia sfuggente con chi incontra, a cui basta aggiungere il comportamento tenuto durante un incontro con Putin, quando si è fatto beccare a smanettare sullo smartphone. Come avrebbero fatto Berlinguer o De Gasperi, vero?
La capacità attentiva per il grillino, se si può chiamare così, pare essere connotata da un continuo accenno di irrisione verso l’interlocutore. Questo ragazzotto altino sorride di degnazione oppure ride, pensando di essere spiritoso. Quello che stupisce e non si spiega del tutto con la società mediatica è l’interesse, la copertura del viaggio in Guatemala di questo giovane uomo che sembra non avere altri meriti tra i quali nessuno pare meriti di essere ricordato.
Ambedue non si immaginano che non sono l’unico a leggergli “dentro”, a capirli ancora meglio di quanto si capiscano loro stessi. Molti Italiani se ne stanno accorgendo e pian piano li smaschereranno.
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