Da decenni scrivo quello che le “sardine” ora chiedono, qui e altrove ma… un suggerimento: il giovane Santori, con il suo presenzialismo mediatico risulta già antipatico
Linguaggi, espressioni, modi… ne parlo e ne scrivo qui da decenni, criticando la violenza, l’approssimazione, le contraddizioni della politica, specialmente, anzi quasi solamente, della destra politica.
I media destrorsi sono preoccupati e accusano le sardine di non avere contenuti politici. Forse ignorano che filosoficamente anche solo proporre metodi e modi nuovi è proporre “contenuti”, perché la forma è sostanza, la forma definisce e determina ciò che è sostanziale, come le forme del David (qui citato più volte) sono, SONO la statua del David: senza quella forma il marmo che costituisce la struttura statuaria è mera materia prima, cioè marmo di Carrara.
Dunque: le sardine propongono forme di comunicazione per far risalire la politica a un livello accettabile: a) non più, se non per eccezione, comunicazione chat, ma dalle segreterie ufficiali di ministeri ed enti, b) non turpiloquio, ma uso corretto e rispettoso dell’italiano, c) riconoscimento dell’avversario politico evitandone la demonizzazione, d) accettazione della complessità dei temi e dei problemi e impegno a una documentazione costante.
Non abbiamo bisogno di programmi da loro, ché già li sappiamo i programmi sani per l’Italia. Servono altri modi, un’altra educazione, un’altra eleganza. Non Rosari e Vangeli sbandierati, non parolacce e minacce, non annunzi di palingenesi impossibili, ma promesse di impegno quotidiano, di competenza, di continuità nel lavoro politico, umile e forte.
Gli attuali politici che vanno per la maggiore fanno fatica a studiare i dossier pure se aiutati da staff numerosi, ma non si sa quanto competenti. Basta ascoltare le interviste, quasi tutte prevedibili con discorsi preconfezionati, quasi gli intervistati leggessero il “gobbo” in uso quando si va in tv.
La stampa e i pensatori destrorsi della carta e della tv attaccano le sardine, perché non sanno che… pesci pigliare, e allora si abbandonano alla metafora del tonno che in un sol boccone fa strame del branco di piccoli pesci azzurri. Chi è il tonno?
Epperò un consiglio lo do ai capi di questo movimento, specialmente a Santori. Si guardino dallo scambiare il loro neo-apparire con l’essere qualcosa. Sono abili, ma rischiano di stancare, anche perché non aiutati dalla prossemica, che trovo fin troppo studiata. A Santori consiglio anche di tagliarsi i capelli e di fare il trentaduenne vero, ché il suo look è fermo ai diciott’anni. Stia attento. A persone come me che pensano su modi e metodi più o meno come loro hanno avuto la forza e l’abilità/ tempestività di cogliere l’attimo giusto per comparire alla ribalta da prima che loro nascessero, non fanno né caldo né freddo.
Siano cauti, umili, non imitino negli errori i 5S, che son partiti un po’ come loro e poi si sono sfilacciati, perché convinti che si possa improvvisare in politica.
Ruotino i portavoce (Santori, ad esempio, già dopo queste poche settimane, mi ha stancato), studino e lavorino dentro i partiti. Evitino le facili ribalte mediatiche, non facendosi attrarre dal successo. Pensino che questa parola è innanzitutto il participio passato del verbo succedere.
A chi è intelligente, ciò basti.
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2 Comments
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Veramente interessante questo movimento e i temi che… agita (anche se il verbo fa torto ai modi cortesi di questi giovani e non tanto giovani).
Non ho seguito Santori abbastanza da giudicare, tuttavia non possiamo neppure farci illusioni. Nel mondo in cui tutto è spettacolo è pur sempre importante la leadership, tu mi insegni.
Certo, l’ideale sarebbe che questa virtù fosse diffusa o, almeno, posseduta di diverse “punte” (magari, perché no?, un tridente, come all’epoca di Di Natale).
Ma non guasta neppure se uno solo si fa leader, magari assumendo un profilo più consono, come quello che tu suggerisci. L’essenziale è che non si bruci da sé come tanti altri ben noti, vittime del loro stesso narcisismo, ma che sia schietto, onesto, intelligente, non ingenuo, determinato, ma anche disponibile alle mediazioni (che non sono i compromessi al ribasso).
Un saluto.
Mi fa molto piacere leggerti a commento del pezzo sulla “sardine”, caro Giorgio. E condivido le tue sottolineature. Continuando con la tua metafora calcistica, sai quanto me che il “tridente” offensivo (Sarri docet) deve essere sostenuto da un centrocampo adeguato, e a volte faccio fatica a vedere in Renzi, Zingaretti e Di Maio, presi insieme, qualcosa che assomigli a Vidal, Pirlo e Pogba. E pensa che non sono juventino, anzi non milito e non parteggio per alcuna squadra, ché mi piace veder giocare bene chiunque, dal Barcellona al PSG al Liverpool all’Udinese, che dovrebbe mettere soprattutto Lasagna in condizioni migliori per colpire, visto che è una scheggia. Invece in politica ci sono e sto proprio dalla parte che ho citato sopra, anche se a fatica, ma così è e, come sappiamo bene tu e io, filosoficamente, un bene abbastanza certo è meglio di un ottimo incerto. Mandi e salude femine e frut!