Se lo stupore e la meraviglia sono il papà e la mamma della filosofia, lo “wow” (pronunzia “uauh”) detto a ogni piè sospinto, è idiozia perfetta, ma forse è meglio sentire questi versi primordiali piuttosto che molte, moltissime asserzioni che inopinatamente dilagano, a cura dei “militanti dell’ignoranza”, per la perfetta disinformazione del popolo
Le onomatopee sono forse una delle fonti delle lallazioni primordiali che prelusero alle prime forme di linguaggio. I suoni di meraviglia (wow, appunto, oppure oooh), di stupore impaurito (eph), di dispiacere (sigh, sob), di sorpresa (gulp), etc. tutte tratte sia dal mondo Disney, sia… dalle dottrine di Noam Chomsky.
Pare che anche mamma e papà derivino da due suoni essenziali, arcaici: mmm, cioè il suono della suzione del latte dalla mammelle materne, e pth, forse, rappresenta lo sputicchiare del bimbo. Di lì mamma e papà che, più o meno con gli stessi suoni, sono presenti in tutte le lingue? Chi lo sa?
Avram Noam Chomsky (nato nel 1928) è un linguista, filosofo, scienziato cognitivista, esperto di comunicazione, attivista e saggista. Americano, ma di chiara origine est-europea.
Aspro critico della politica estera statunitense, si e sempre proposto come illuminista scettico e agnostico, anche se non stupidamente anticlericale.
Lo cito qui per il suo lavoro sulla grammatica generativa, di cui alcuni elementi essenziali sono presenti fin dall’opera Syntactic Structures del 1957: il trattato si caratterizza per la ricerca delle strutture innate del linguaggio naturale (cf. supra). E’ evidente come il suo pensiero tanga anche filosofia, psicologia, neurologia e perfino la matematica.
Accanto alle onomatopee sopra citate torno – quasi per assonanza – su un tema a me caro, quello dell’ignoranza al potere. Sembra che certi politicanti ambiscano ad essere ricordati per la loro militanza inconsapevole nel partito degli ignoranti. Non occorre che qui ri-citi i soliti noti, ché il mio lettore conosce perché da me “cantati” ad libitum qui, in questo sito.
Ne parlavo in questi giorni con il filosofo siracusano Davide Miccione, mio collega in Phronesis, condividendo la tesi sopra stante.
Mi va di parlare di queste cose in questi giorni, quando le parole e le espressioni complete sono ricolme di falsità e di asserzioni infondate o fuorvianti, che sono propalate da due categorie di ignoranti: quelli “tecnici” e quelli “consapevoli” e quindi colpevoli.
Oltre a ciò, direi che si potrebbe classificare gli attori operanti nella società in alcune categorie perfettamente tassonomiche. E dunque abbiamo:
a) chi ha potere politico ed è, spesso, o tecnicamente o colpevolmente ignorante, ma, nel caso dei politici lo è – sempre – colpevolmente, insieme con suoi supporter ed elettori (diciamola chiara!);
b) chi ha potere economico, riferendomi in particolare a chi può trarre profitto illecito dalla situazione, come certi finanzieri, e certi titolari di centri di ricerca e di case farmaceutiche;
c) chi ha potere “culturale”, comunicativo e mediatico: sto pensando al linguaggio sciatto e fuorviante di molti giornalisti e al litigio quotidiano fra gli esperti, virologi, immunologi, pneumologi, infettivologi di tutti i generi e di tutte le specie, alcuni di loro diventati oramai divi dei media (pronunciasi mèdia, è latino non inglese). Ho in mente nomi – dei primi (i giornalisti) e dei secondi (i medici-biologi) – che non faccio, perché ciascun mio lettore li possa individuare liberamente. Ovviamente tra questi secondi non annovero chi opera in corsia, cui va la mia ammirazione, come a qualsiasi altro lavoratore che per fare il suo lavoro rischia la propria vita.
Per completare i dati indicherei una seconda classificazione:
- la categoria dei complottisti, tipo quelli che sono convinti della responsabilità diretta di George W. Bush nell’abbattimento delle Twin Towers nel 2001; che l’uomo non è mai giunto sulla Luna; con la sottocategoria estremistica di coloro che ritengono la Terra essere piatta: costoro di solito fanno parte (cf. supra) del gruppo ignorante tecnico;
- la categoria dei dubitanti-ragionanti, cioè di coloro che, per la salvezza della loro stessa mente, dubitano – cartesianamente – circa ciò che sentono dire, anche sui vaccini e sul G5.
Il Governo, dopo avere scelto un gruppo di “scienziati” nel senso comune del termine, visto che il termine “scienza” per i più (ma non per me) significa solamente saperi legati alla biologia, alla fisica e alle discipline correlate, ha designato un altro gruppo di esperti affiancare al primo nell’individuazione delle scelte da suggerire al Governo stesso. Bene: di questo gruppo fanno parte economisti (il numero più cospicuo), e qualche sociologo/ psicologo.
Nessuno ha pensato alla filosofia, come sapere generale, e pure quello deputato a riflettere sulla scala dei valori e sul bene/ male, la diade che interpella più profondamente le scelte morali e le linee etiche di una politica.
Non mi resta che essere desolato continuando a combattere con i miei amici e colleghi che questo pensano, e non si rassegnano.
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