I salvatori non chiamati
Quando uno è in pericolo grida “aiutooo“, quando una nave è in avaria lancia lo “S.O.S” o il “MayDay, MayDay“, e allora chi può accorre. Mentre, caro lettor mio…
ora c’è lo scatenamento, non solo dei giudizi scientifici o para, ma anche delle più varie profferte di consulenza, soprattutto da parte di quegli esperti (sè dicenti “professori”) che profetizzano o, meglio dire, addirittura auspicano, e non tanto tra le righe del loro dire, una continuazione della situazione-Covid, quasi sine die.
E allora, giù con un altro comitato-commissione-task force, aventi nomi acronimizzati in inglese. Pare che in tutta Italia, tra ministeri e regioni siano state attivate una quarantina di task force, mille persone circa, un reggimento di fanteria campale operativo. Mi piacerebbe vederne la composizione.
Giù allora con critiche a chi opera perché si dovrebbe fare così e cosà, la cosa è questa qua, e non quella là.
Di solito quelli che appaiono in tv hanno facce contrite, sofferenti, e parlano con gravità talora alternata – nei toni – a una strana arguzia. Vi è come una gara a chi la sa più lunga, e si propone con sue soluzioni definitive.
Costoro appaiono insolitamente (mi sbaglio?) avidi: di video, dichiarazioni, commenti, twittate, e parlano compiaciuti delle proprie conoscenze, capacità, curricula.
E infine ci sono i fruitori: la ggente, dirigenti delle varie strutture, giornalisti di vari generi e specie, che variamente rimbalzano il profluvio di notizie che arrivano girando come trottole quantiche. Mi viene in mente il caso del calcio professionistico: un insigne di questi prof mormora a labbra semichiuse che “io non riterrei (badasi bene: condizionale) plausibili delle modalità di controllo dei calciatori più attente e regolari, ma che è meglio forse pensare… e non conclude il discorso in modo chiaro, salvo poi cambiare idea il giorno dopo.
Subito si scatena in tema la “titolistica dell’eclatante” (chissà perché questo francesismo) del tipo: “la scienza esclude di riprendere il campionato“, “i pareri degli esperti rinviano il campionato di calcio al 2021“, e via andando. In realtà il prof “dicuinonricordoilnome” si è ben guardato dal parlar chiaro, perché ha bofonchiato qualcosa da cui si è potuto evincere che “boh, non saprei“.
Ora, nella sua confusione, il governo ha chiamato a sé altri esperti: economisti, ingegneri, qualche psico-sociologo. Non si sa però che cosa fargli fare. Il suo capo, esperto e prestigioso, ex Ceo di varie aziende grandi, vorrebbe – anche legittimamente e ragionevolmente – sapere fino a dove può arrivare il suo contributo e mediante quali poteri riconosciuti.
Costoro della task force non sono certo “salvatori non chiamati”, ma rischiano di essere assorbiti da quel novero confusivo e disperso.
Perfino i “grandi” (o se putanti tali) politici à là Macron ora fanno discorsi strategico-escatologici di rinnovamento dei modi (implicitamente finora sbagliati) della globalizzazione e di difesa della democrazia.
Politici più piccini (quantomeno per potere reale e forse non solo) à là Zingaretti, non in qualità di segretario di partito, ma di presidente del Lazio, “minaccia” delibere per far vaccinare tutti, smemorato di un articolo chiarissimo della Costituzione repubblicana (il 32) che dice con chiarezza i diritti della persona circa le scelte sanitario-terapeutiche individuali. Leggiamo:
Articolo 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
Forse costoro pensano di legiferare in difformità a questo dettato costituzionale, imponendo per legge le vaccinazioni?
Si predispongono app da usare “volontariamente” (per ora) al fine di monitorare i cittadini nei loro movimenti. Bene, io lascerò a casa il cellulare spento. Quando sento la sinistra quasi scatenata sulla vaccinazione obbligatoria mi viene l’orticaria.
C’è tutto un brulichìo, ebbene sì, come quello dei termitai, proprio un brulichìo esasperato e disordinato di idee, proposte travasate da sito a sito, da cellulare a cellulare con la smania di sapere far sapere l’ultima, ciascuno al proprio network.
Io mi sono dato una regola: ho suddiviso le tipologie di ciò che mi arriva in base al giudizio personale che ho di ciascun mittente e inizio la selezione. Una parte la getto senza darle uno sguardo, sarà il 50%, una parte, cioè un 40% la guardo e la restante parte la ritengo plausibile e utilizzabile.
Suggerirei a tutti di fare più o meno così.
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Il vero problema è che la politica non decide e si mette all’ombra di tutte queste commissioni di esperti che, non essendo coordinate, danno indicazioni ovviamente in contrasto fra di loro. Risultato: siamo fermi. Altri paesi in Europa stanno riaprendo ed il risultato sarà che perderemo fette di mercato e lavoro. Non mi si dica che il rischio che si corre riaprendo è troppo grande. Tutti i giorni fronteggiamo dei rischi facendo le nostre attività quotidiane, anche le più banali. Si rischia guidando, si rischia facendo le scale, si rischia facendo la doccia e molto altro. Gli esperti di sicurezza ci insegnano che il rischio (che esiste in ogni cosa) va gestito e, per quanto possibile, ridotto. Quindi anche questo va gestito, non certamente chiudendo e bloccando tutto. I Consigli Comunali che si stanno riunendo di questi tempi farebbero bene a discutere di due temi: come riaprire al più presto ed in sicurezza e, per secondo, dove si dovrà tagliare la spesa comunale a settembre visto che non ci saranno più soldi. A proposito di malessere, il Comune di Lignano, tanto per restare in regione, in una settimana ha terminato i buoni spesa. Lignano era uno dei comuni con il reddito lordo pro capite fra i più elevati.
Altro punto che impazza nella cronaca quotidiana è quello sugli operatori sanitari (medici, infermieri, addetti alla protezione civile) : angeli, dei, santi, benedetti dal Signore,… e chi più ne ha più ne metta. Faccio al proposito una sola considerazione. Io mi sono laureato in materie tecniche, ero indeciso in quel tempo, nonostante le spinte famigliari, se studiare medicina o ingegneria. Ho scelto la seconda, pur avendo tutte le capacità intellettuali e le risorse economiche per affrontare anche la specializzazione più complessa. Non ho fatto medicina perché non me la sentivo di affrontare un lavoro che ti impone un contatto continuo, fisico, personale con delle persone estranee pur a fronte di una sicurezza del posto di lavoro e retribuzioni ben sopra la media. Quindi, come io faccio l’ingegnere, anche loro fanno i medici, gli infermieri e altro, per una propria libera scelta sapendo i dover affrontare difficoltà e momenti bui o pieni di sole. Perché angeli ? perché eroi ? Commessi, addetti alle pulizie o alle sanificazioni, operai, corrieri, autisti: stanno facendo tutti il lavoro con impegno, dedizione, fra mille difficoltà (molti anche sottopagati), ma nessuno li chiama eroi o angeli !
Niuna parola, caro Franco, intendo aggiungere alle tue riflessioni, poiché commentano molto bene il mio pezzo e sono da me condivise in toto. Grazie, mandi, Renato