La “stufanza” della politica e della comunicazione mediatica mi annoia sempre più, e il 20 voterò SI’, anche se Prodi, Calenda e la Maraini (e chi se ne frega di loro tre) voteranno no
Stamane, mattutino di tarda estate, e fiacca, dopo una notte temporalesca di tuoni e fulmini, rivedendo in tv le solite facce bbanali (la doppia “b” non è un refuso), e ascoltando con pena i soliti discorsi triti della politica (quasi tutta e di quasi, ma quasi, tutti), mi son sentito stufo, e ho pensato che manca un termine per sostantivare tal sentimento.
A corroborare tale senso di noia di quasi-schifo si aggiungono molti tra i professionisti della comunicazione, che parlano e scrivono banalumi e stolterìe.
L’ultima: un pioppo di oltre quattro (dicesi 4!!!) metri travolge una tenda uccidendo due bambine. E’ noto che un pioppo che si spezzi alla base, avente un diametro di una trentacinquina di centimetri può essere altro anche venti (20!!!) metri. No, si trattava di un pioppo di ben oltre quattro (metri)!. Il lettor gentile potrebbe dire: cosa da poco. Sì, da poco a confronto della drammaticità dell’evento, ma comunque da tanto, al punto da mostrare che non c’è domanda a monte della cronaca.
Ed ecco l’ispirazione: siccome tra i volti apparsi stamattina vi è anche l’uomo del Billionaire, recente malatino, che so esser stato definito da un brillante commentatore l’uomo della “riccanza“, per dire ricchezza esibita, quasi sostantivo participiato al presente, ho pensato che la mia noia potrebbe chiamarsi “stufanza“, anche se echeggia cibi ben cotti e conditi con pomodoro e basilico (copyright recente dell’amico Fulvio, sempre molto proattivo).
E, more solito, sono andato alla mia riserva di etimologia. “Stufo” deriva dal verbo greco “tupho, ein“, che significa affumicare, bruciare lentamente…, mentre la forma latina diventa extufare. Bene, vedi, caro lettor mio, che c’entra anche lo stufato con pomodoro e basilico?
Questa mattina, gli intervistati di Canale 48 sono stati tre: il solito capo leghista (mediamente abbaiante), una pidina mai vista e un fratello d’Italia e quindi un mio fratello che non conosco personalmente. Bene: la frase del capo padano, riferita al tema della scuola che riaprirà dal 14 settembre, qualche attimo pria che la pronunziasse la ho – tra me e me – detta io; la frase della deputata pidina, rassicurante e pacata, la ho anticipata senza problemi, così come quella del fratellino italiota. E dunque: per quanto concerne il “parlato” dei più noti, siccome è ripetitivo nei modi, stilemi e contenuti, oramai siam in molti resi edotti di un tanto, prima che abbiamo il piacere annoiato di ascoltarli.
Il problema sorge, ma non è grave, quando il parlante è poco noto, e allora ho pensato questo: probabilmente 1) nell’agenda dei giornalisti vi sono decine o centinaia di numeri di cellulare dei politici, che sono sempre raggiungibili, e poi ci tengono a essere raggiunti; 2) le segreterie politiche probabilmente suggeriscono, a volte, chi contattare; 3) i politici si preparano frasette precise e brevi sui temi del giorno e, siccome difettano di fantasia e spessissimo di cultura, recitano a pappagallo proposizioni facilmente prevedibili. Questo accade, e per questo lo que dicen sembra risaputo (a me sembra risaputo) e quindi ripetitivo, noioso, stufante.
Una riga per i “contenuti”. Penso che, per la fregola di essere capiti da tutti, ma anche perché non hanno grandi mezzi propri, i contenuti sono generici e banali, sentiti e ri-sentiti prima e più volte, innumerevoli volte. E allora ti vien da dire bastaaa!
Solo due o tre decenni or sono, i discorsi, brevi o lunghi che fossero, dei politici, erano meno banali, meno stufanti, e anche più interessanti, talvolta.
E i sostenitori del “no” al referendum temono che riducendo la folla di rappresentanti si riduca la rappresentanza? Ma scherziamo? Il professor Onida e altri competenti lo stanno spiegando bene. Lasciamo a casa un buon terzo degli inutili da dodicimila euro netti al mese, che si trovino un lavoro vero, come tutti, invece di vivere a ufo di stufanza.
Tornando ai professional della comunicazione. Covid: oggi decessi in crescita, ben 4, rispetto all’unico di ieri, mentre i positivi sono in calo, ma comunque ancora oltre 1300. E mi chiedo: chi detta la linea di questa comunicazione farlocca e pericolosa?
L’importante è essere consapevoli che lo è per verificare se vi sia una strategia per farci tutti stupidi, e reagire.
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