Paghiamo Erdogan perché fermi i siriani, gli afgani e altri in fuga da guerre e miseria, paghiamo i libici affinché trattengano il flusso dall’Africa verso le nostre coste; i profughi da est sono ammassati nei Balcani in campi profughi che ricordano i gulag, mentre in Libia, i viandanti vengono incarcerati, torturati, le donne violentate, tutti senza tutele minime di sopravvivenza, e l’Europa, Italia compresa, che fanno?
Chi mi conosce sa che aborro, per formazione e cultura filosofico-politica, ogni semplificazione e banalizzazione, nonché gli ideologismi pregiudizievoli della verità, e quindi i giudizi formulati a spanne, senza fondamento e fonti attendibili, per cui non sono qui a sparlare e a sparare su Merkel, Macron, Draghi (e prima Conte), Sanchez, e altri. So bene quanto sia difficile trovare soluzioni a questo tema epocale, quello delle transizioni di parti intere di popoli, perché la storia del mondo e dell’uomo ce lo mostra, se vogliamo informarci correttamente.
I popoli si sono sempre mossi nello spazio e nel tempo, e non è una sorpresa, se non per chi non conosce questi fatti, che in questo momento ci siano quasi ottanta milioni di persone (si tratta di oltre l’1% della popolazione mondiale!) che si stanno spostando, con famiglie e masserizie dalle terre di origine.
Noi che siamo abituati a spostarci con automobili affidabili e veloci, con le Frecce Rosse, gli Scin-Kan-Scen e aerei meravigliosi, non pensiamo certo a queste masse di persone che camminano a volte con delle ciabatte infradito nella neve, che dormono sotto tende raffazzonate, che si mettono in mare su carrette di legno o gommoni stracarichi, e corrono ogni giorno il rischio di morire di sete o di freddo, o annegate, a seconda delle latitudini e delle situazioni.
Costoro fuggono da guerre non dichiarate, oppure quasi dichiarate e comunque endemiche, dalla fame e dalla sete, dall’incertezza e da ogni rischio e pericolo possibile dato dalla natura, dalle condizioni di vita e da altri esseri umani.
Per fuggire da dove ci si trova in queste condizioni, siccome la natura umana è caratterizzata da due primari istinti primordiali, quello di sopravvivenza e quello riproduttivo, se molti scelgono di rischiare la vita per cercarne una migliore, significa che non partire per un qualche dove è peggio, più rischioso ancora che rimanere lì dove si è.
Non sto facendo del pietismo a buon mercato, qui seduto in un ufficio confortevole che una grande azienda mi ha messo a disposizione per vigilare sull’etica aziendale, no. Sto cercando solo di mettere pensieri logici uno dietro l’altro, per tentare un ragionamento plausibile su un tema così complesso e drammatico….
e mi chiedo: è proprio impossibile vincolare gli aiuti a Erdogan e ai Libici, imponendo un controllo vero su come questi aiuti vengono erogati? E’ tecnicamente impossibile, insieme agli aiuti materiali in denaro e infrastrutture (ad esempio le navicelle della Guardia costiera libica donate dall’Italia), che personale italiano ed europeo sovrintenda direttamente, in quei luoghi, in Turchia, nei Balcani, in Libia e in Tunisia, ma anche in Egitto e in Marocco, per non dire in Messico, da cui passano i disperati del Centro America anelanti di arrivare a San Antonio o a Dallas, o a Wichita o… negli USA?
Secondo: il tema che concerne la ragione per la quale molti paesi del cosiddetto Terzo mondo sono così poveri, nonostante le ricchezze naturali e minerarie insistenti sui loro territori: si pensi ad esempio al Congo, depredato, prima dai Belgi e in seguito da élites formatesi nelle università francesi e inglesi come molti dei sanguinari dittatori del secolo scorso (e qui cito tipi come Bokassa, ricevuto con onori da Giscard D’Estaing, o Idi Amin Dada, per tacere di Mobutu Sese Seko! et alii, multi alii).
L’ONU che fa? Perché assomiglia, nella sua impotente inconcludenza, sempre più alla vecchia Società delle Nazioni? Ti ricordi, gentil lettore, che cosa accadde nel 1995 a Srbrenica in Bosnia sotto gli occhi immobili dei caschi blu olandesi? Il generale Ratko Mladic ebbe modo di far fucilare più di ottomila uomini di religione musulmana senza essere in alcun modo fermato. L’Onu.
E gli interessi delle grandi Nazioni, G7 (appena riunitisi in Inghilterra) e G20 (che si troveranno a Catania fra qualche giorno sotto la “nostra” presidenza) come si declinano in presenza di questo retaggio criminale del colonialismo storico e dei nuovi colonialismi come quello dei “compagni” cinesi?
Dobbiamo assistere ancora a lungo a quante tragedie delle migrazioni, di fronte agli sguardi falsamente contriti di potentati d’ogni genere?
Intanto, mentre i governi erogano aiuti vediamo anche muoversi chi opera disinteressato per una semplice umanissima solidarietà tra uguali, anche qui con qualche furbesca eccezione. Vien da dire meno male che esistono Medici senza frontiere, le Caritas e le Mezzelune rosse, Save the Children et similia, ma non basta. Non basta il terzo settore, quello del privato sociale ad affrontare questi problemi ciclopici.
E’ tanto assurdo cominciare a pensare che, a partire dall’Europa dei 27 (povero Regno Unito già pentito!), con i nuovi leader (Draghi in primis, che ha portato nella politica non solo competenze insolite e sconosciute ai suoi predecessori, ma anche una freschezza relazionale e di linguaggio importante: Draghi non conosce e non parla in politichese!) si cominci a pensare e ad agire in modo differente, sia dal primo colonialismo, sia da quello attuale, costringendo anche i confucian-comunisti cinesi ad essere meno ipocriti?
Che retaggio lascerebbero questi “grandi” attuali, Biden, Putin, Macron, Trudeau, Sanchez, il capo del governo giapponese etc., se mettessero in atto ciò che forse con un po’ di ingenuità suggerisco nei primi capoversi di questo pezzo?
E un ruolo formidabile potrebbero avere anche i detentori dei grandi capitali, seguendo l’esempio (se fatto con cuore puro, ma ancora non l’ho capito) di Gates, intendo i Musk, i Bezos e compagnia, anche i fondi oscurati dall’anonimato della finanza internazionale.
Perché anche questi vivono una vita individuale, un tempo limitato, alla fine del quale li aspetta ciò che unifica e rende uguali tutti gli esseri umani. Anche costoro, siano o non siano credenti, possono lasciare una traccia, un ricordo buono nelle menti di chi resta dopo e di chi verrà dopo ancora.
Se costoro cercano l’immortalità certo non l’avranno dalla scienza, ma dalla memoria di figli e nipoti di tutte le coppie umane del mondo.
Post correlati
0 Comments