Miseria e nobiltà (assai poca) della politica italiana attuale. Un esempio: la spregiudicata, pericolosa, vergognosa e miseranda scelta di Conte Giuseppe, un parvenù della politica presuntuoso e arrogante, nei confronti del Governo Draghi (al quale ho anche scritto una lettera personale), che è l’unica possibilità decente di tenere in piedi l’Italia in questa fase storica. Da Letta mi aspetterei un atteggiamento più… virile (caro lettore, so che mi capisci). Non a caso richiamo uno stuolo di personaggi storici di ben altro valore
Poche arti umane, forse nessuna, possono sconfinare nella miseria e, di contro, nella grandezza, o nobiltà, come la politica, considerandone le infinite sfumature che la collocano verso ognuno dei due estremi di grandezza e miseria. Nell’immagine che riporto sotto, troviamo il severo cipiglio di Solone, uno dei primi legislatori dell’antica Grecia, nostra madre.
Rimanendo in quei luoghi e tempi, potremmo citare altri personaggi di enorme valore etico e politico: da Licurgo a Pericle, da Senofonte a Pausania… Nel Vicino Oriente antico, troviamo sovrani come il caldeo Hammurabi, come il faraone Ramses II, come i re Assiro-Babilonesi Sargon II, Tiglat-Pileser, Salmanassar, Nabucodonosor, che non furono solo perfidi tiranni, ma anche visionari sovrani. E poi il grande Ciro… il Grande, che liberò gli Ebrei dalla schiavitù babilonese, il più importante di quei re, e in seguito il greco conquistatore effimero di regni, ma immenso per il lascito culturale nelle sue conquiste, Alessandro il Macedone.
Se veniamo a Roma, possiamo iniziare dagli antichi re Numa Pompilio e Servio Tullio, nobili legislatori. La Repubblica, che mise in mostra insigni Consoli come Bruto e Collatino, i Tribuni della plebe Caio e Tiberio Gracco, e poi Catone il Censore, gli stessi Caio Mario e Lucio Cornelio Silla, al netto della terribilità della Guerra civile, Cesare, intendo Giulio, che diede inizio alla seconda storia di Roma; l’Impero, a partire da quello che per me è stato il maggior politico della Storia occidentale, Ottaviano Augusto, il princeps, e dopo di lui, perché no? Claudio, con la sua capacità di integrare Pitti e Britanni quasi fino al Senato; i Flavii, soprattutto Vespasiano e Tito, i dinasti Marco Ulpio Traiano il soldato, Elio Adriano l’intellettuale, gli Antonini con l’omonimo Pio, con il sapiente e coraggioso filosofo imperator Marco Aurelio, che però non riuscì a comprendere le Apologie che gli inviarono i cristiani Melitone di Sardi, Apollinare e Milziade, per fargli comprendere come il cristianesimo non dovesse esser confuso con la setta montanista, che non ammetteva alcuna forma di convivenza con il potere imperiale, avendo addirittura delle pregiudiziali antistatali (ricordiamo qui il loghion gesuano “Date a Cesare… e ciò che segue”).
Nel Medioevo, Salah-el-Din e Carlo Magno tra i maggiori, furono dei militari “prestati” alla politica, che seppero esercitare il loro potere in modi eccellenti, oltre la durezza dei tempi.
Conosciamo le figure e il valore di personaggi come Federico II di Svevia imperatore del Sacro Romano Impero; come Lorenzo de’ Medici, politico, banchiere e mecenate lungimirante, che portò Firenze in vetta all’Europa; Carlo V d’Asburgo; Federico II di Prussia, tra assolutismo e Illuminismo.
Ricordiamo l’Illuminismo inglese e francese, Locke e Montesquieu con la sua divisione della politica amministrativa nei tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, Robespierre con le sue contraddizioni; Napoleone Bonaparte che contribuì a edificare l’Europa moderna; il barone Clemens von Metternich, il vescovo Talleyrand, capace di stare – in tempi diversi – con la Rivoluzione e con la Restaurazione post Congresso di Vienna; Thomas Jefferson, che redasse la Costituzione degli Stati Uniti d’America e Abraham Lincoln, capace di pagare con la vita la sua battaglia contro il razzismo.
Se veniamo all’800 e al ‘900, abbiamo lo sviluppo del liberalismo e delle varie forme di socialismo, da Marx a Proudhon, a Turati a Bernstein.
Certamente, troviamo anche Mussolini, Hitler e Stalin che non sono sovrapponibili.
Oggi abbiamo Putin con la sua lucida follia, nella miseria della politica.
Più recentemente, però, anche grandi personaggi come Iztsak Rabin e Olaf Palme, socialisti riformisti, uccisi per la loro capacità di conciliare la tradizione e il cambiamento.
In Italia osserviamo l’emanazione ai primi del 1948, della Costituzione repubblicana, e politici grandi come Nenni, Moro, Berlinguer, e oggi, come loro degni emuli, Draghi e Mattarella.
Accanto alla politica e nel marasma della Magistratura, che va radicalmente riformata nel senso dei precetti montesquieuiani, non dimenticheremo mai il Dottore (come chiamano i laureati in legge nell’Amministrazione pubblica di Cultura meridionale) Borsellino, il Dottore Falcone, il Dottore Caponnetto e il Dottore Livatino, assieme ad altri.
Di contro, ci sono Salvini e Conte, per mostrare ancora una volta come la miseria della politica, rappresentata in questo momento soprattutto dal comico “avvocato del popolo” (Conte avv. Giuseppe), e dai suoi restanti “venticinque” seguaci, dei quali non nomino alcun nome, perché inutil fatica, a volte raffreni e rischi di mettere a repentaglio i percorsi virtuosi della politica, che comunque vinceranno.
Il sig. “Conte”, avvocatuccio/ icchio della Magna Grecia, e i suoi restanti seguaci (spero in costante diminuzione) neppur si accorgono di chi sia Draghi per l’Italia e della stima di cui gode all’estero, salvo che da parte di Putin e dei suoi insignificanti e maldestri socii, come l’arrabbiatissimo Medvedev.
Spero anche che questa vicenda serva a ridimensionare un giornalista che crede di poter essere facitore e dis-facitore di governi come il suggeritore grillino Marco Travaglio, e a far tornare nel posto giusto colui che iniziò questa triste commedia, il mediocre comico Grillo. In piazza, ma come guitto da fiera.
Anche Meloni se la metta via, ché non si va a votare, anche perché (forse lei non se lo ricorda) le elezioni politiche, in base all’articolo 60 della Costituzione della Repubblica Italiana, si tengono ogni cinque (5!) anni, e quindi i tempi costituzionali sono marzo/ aprile 2023. Benedetta donna.
La politica, ne sono convinto, è e resta l’arte maggiore dell’umana convivenza, come insegnava e insegna sempre il filosofo di Stagira, Aristotele e molti suoi illustri successori nell’arte del pensare, come Tommaso d’Aquino, John Locke, Immanuel Kant, Charles Louis de Secondat, Baron de La Brède et de Montesquieu, Hans Kelsen etc.
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