FUTURO ITALIANO. Un’analisi o matrice strategica e organizzativa detta “S.W.O.T.”, che studi i “punti di forza”, i “punti di debolezza”, le “opportunità” e le “minacce” per l’Italia nell’attuale momento storico, potrebbe essere non solo plausibile, utile ed opportuna, ma perfino necessaria, anche se, come “strumento”, in generale c’entra nulla con la politica, che comunque così potrebbe essere aiutata dalla sociologia e dalle scienze dell’organizzazione, sostrato teorico della S.W.O.T.
Il titolo mi ispira paura e speranza, ma partiamo dall’acronimo, perché la S.W.O.T. Analysis potrebbe essere uno strumento plausibile, opportuno e utile, se non necessario, per affrontare i gravissimi problemi attuali dell’Italia, in maniera razionale ed eticamente fondata, al di fuori di ogni ideologismo. potabile e praticabile per tutte le persone intelligenti di qualsiasi schieramento politico.
Sembra incredibile, vero? Ma non è così, e in questo pezzo cercherò di mostrarlo ai miei cari lettori.
S.W.O.T. significa punti di forza (Strenghts), punti di debolezza (Weaknesses), opportunità (Opportunities) e minacce (Threats) , in inglese, ed è uno strumento utile alla pianificazione delle strategie di qualsiasi struttura organizzata, come può essere un’azienda, un reparto militare, una no profit, e perfino la… Chiesa, cosa che potrebbe essere sorprendente. Eventualmente, se troverò ascolto, mi impegnerò a spiegarlo in Diocesi, non come teologo, ma come sociologo.
Non sarebbe peregrino discuterne (almeno) anche in Phronesis.
Uno stato, paese, nazione, regione potrebbe considerare la plausibilità, l’opportunità, l’utilità o la necessità di utilizzare uno strumento del genere? A mio parere sì, ma la prima domanda che mi faccio è la seguente: è in grado di utilizzarlo il “personale politico” attuale? Dimanda retorica. No, perché è mediamente un personale politico di scarsa cultura umanistica, esperienziale e professionale.
Ben pochi tra i deputati e i senatori hanno esperienze di organizzazione e gestione d’impresa e del personale. In altri post ho proposto l’immenso, anche se incompleto, elenco degli incompetenti, a partire dai capi partito, e l’esile stuolo dei competenti, che appartiene soprattutto alle seconde e alle terze linee. Di contro, sono sicuro che molti sindaci sarebbero in grado di usare questo strumento, perché provengono dalla società civile e dal lavoro aziendale inteso nel senso più ampio del termine.
Queste sono le fasi che tipicamente vengono seguite durante un’analisi SWOT:
- si definisce un obiettivo;
- si definiscono i punti principali dell’analisi SWOT, che sono:
a)i punti di forza: le attribuzioni dell’organizzazione che sono utili a raggiungere l’obiettivo;
b) i punti di debolezza: le attribuzioni dell’organizzazione che sono dannose per raggiungere l’obiettivo;
c) le opportunità: condizioni esterne che sono utili a raggiungere l’obiettivo;
d) le minacce: condizioni esterne che potrebbero recare danni alla performance;
a partire dalla combinazione di questi punti sono definite le azioni da intraprendere per il raggiungimento dell’obiettivo, per cui si può considerare la seguente matrice S.W.O.T.
Analisi SWOT | Qualità utili al conseguimento degli obiettivi | Qualità dannose al conseguimento degli obiettivi |
---|---|---|
Elementi interni (riconosciuti come costitutivi dell’organizzazione da analizzare) | Punti di forza | Punti di debolezza |
Elementi esterni(riconosciuti nel contesto dell’organizzazione da analizzare) | Opportunità | Minacce |
- i responsabili stabiliscono se l’obiettivo è raggiungibile rispetto ad una data matrice SWOT. Se l’obiettivo non è raggiungibile, un diverso obiettivo deve essere selezionato e il processo ripetuto;
- se l’obiettivo sembra raggiungibile, le SWOT sono utilizzate come input per la generazione di possibili strategie creative, utilizzando le seguenti domande:
- come possiamo utilizzare e sfruttare ogni forza?
- come possiamo migliorare ogni debolezza?
- come si può sfruttare e beneficiare di ogni opportunità?
- come possiamo ridurre ciascuna delle minacce?
I FATTORI INTERNI ED ESTERNI INTERESSANTI L’ANALISI
I quattro punti dell’analisi SWOT (forze, debolezze, opportunità e minacce) provengono da un’unica catena di valori intrinseci alla società che si esamina, e possono essere raggruppati in due categorie:
- Fattori interni: sono i punti di forza e di debolezza interni dell’organizzazione. L’identificazione di tali fattori può essere svolta attraverso un’altra specifica analisi, ad esempio una Analisi del Clima interno tra dipendenti e dirigenti
- Fattori esterni: sono le opportunità e le minacce presenti all’esterno dell’organizzazione. L’identificazione di tali fattori può essere svolta attraverso un’ulteriore analisi.
I fattori interni possono essere visti come punti di forza o di debolezza a seconda del loro impatto sull’organizzazione dei suoi obiettivi. Ciò che può rappresentare un punto di forza rispetto a un obiettivo può essere di debolezza per un altro obiettivo.
I fattori interni possono comprendere il personale, la finanza, le capacità di produzione, e così via. I fattori esterni possono includere le questioni macroeconomiche, il mutamento tecnologico, la legislazione e i cambiamenti socio-culturali, così come i cambiamenti nel mercato e nella posizione competitiva.
Per l’Italia occorre studiare a fondo le dinamiche della concorrenza economica, industriale e commerciale internazionale, all’interno delle norme del Diritto Internazionale, civile, penale e commerciale (W.T.O.), senza trascurare l’eccezionalità del momento che registra una pericolosa guerra in piena Europa, che sta sconvolgendo gli equilibri globali.
Proviamo ad elencare i punti di forza dell’Italia:
a) la sua storia, il deposito artistico, inarrivabile a livello mondiale, l’ambiente paesaggistico, anche se maltrattato;
b) il turismo, strettamente correlato ad a);
c) l’industria manifatturiera, quarta o quinta nel mondo e seconda in Europa, ma prima nel settore metalmeccanico;
d) il sistema socio-sanitario che, nonostante alcuni difetti, è tra i migliori del mondo assieme con i sistemi del Nord-Europa…
e) il sistema scolastico: troveremo questo punto anche nell’elenco successivo, perché, accanto ad alcune eccellenze, come i nostri licei e istituti tecnici, vi è scarsa attenzione alle strutture, alla logistica e al personale docente.
I punti di debolezza, che non sono molti, ma sono importanti e anche pericolosi:
a) il primo e più importante è l’eccesso di procedure burocratiche che frenano l’attività economica e gli investimenti;
b) come sopra detto in e);
c) la contrattualistica del lavoro la quale, essendo storicamente e culturalmente dicotomica tra impiego privato e impiego pubblico ha creato, soprattutto con le norme pubblicistiche, una sorta di “cultura della pretesa”, per cui molti confondono uno dei diritti costituzionali principali, quello al lavoro: in realtà, in molto del comune sentire “il diritto al lavoro” viene implicitamente inteso come “diritto al posto di lavoro”. Il posto di lavoro esiste solo se altrettanto si dà il lavoro, non viceversa!
d) alcuni elementi di quello che si può definire, socio-antropologicamente, “carattere nazionale”, che poi si deve declinare per aree e macro-aree, ché un siculo non è un veneto: il “carattere nazionale”, pur manifestando caratteristiche di enorme creatività, che hanno “fatto” l’Italia proponendola come una delle Nazioni più “evidenti” del mondo, a volte non la “onorano” del tutto. Lo sport è uno degli ambiti che più illustrano il carattere nazionale degli Italiani;
e) la mancata o insufficiente cura del territorio, caratterizzato da un pericoloso dissesto idro-geologico.
Aggiungo infine: siccome la Costituzione all’art.11 non prevede l’uso dello strumento della guerra, se non come reazioni di legittima difesa, come nel caso attuale dell’Ucraina, s’ha da studiare per migliorare i sistemi organizzativi, logistici e militari del Paese, semplificando la burocrazia e rinforzando i sistemi formativi, non trascurandone alcuno. Su questo tema, è indispensabile superare la distinzione “gentiliana” tra discipline umanistiche e discipline scientifiche, poiché, come peraltro ho mostrato logicamente in diversi testi anche qui pubblicati, che tutti, dico tutti i saperi sono sia scientifici sia umanistici, e pertanto le scuole superiori non devono impoverire l’insegnamento delle materie classiche, e nel contempo devono essere aperte alla ricerca tecno-scientifica più avanzata a livello mondiale.
Le minacce all’Italia sono molteplici, ma molte stanno nelle debolezze intrinseche elencate più sopra. Si potrebbe quindi vincere le minacce trasformandole in opportunità, a partire dalla consapevolezza dei valori immensi dell’Italia e del suo popolo.
Vediamo ora se anche per Phronesis si può proporre lo schema. Ho già risposto affermativamente.
Proponiamo anche per l’Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica Phronesis , tra altri che comunque esistono, come lo schema di Hermann, quello dei colori, ad e., lo schema dell’analisi S.W.A.T.
I punti di forza possono essere considerati i seguenti:
a) la sua storia e la cultura filosofica specificamente dedicata alla consulenza individuale e alle attività pratiche: sotto questo profilo, Phronesis, e non lo scrivo perché attualmente la presiedo e vi appartengo da tredici anni, e quindi suonerebbe come una laudatio inopportuna e falsa, non teme confronti qualitativi con associazioni più o meno tali, perché alcune di queste societates sono costituite da singole persone che “fanno finta” di avere un associazione;
b) la solidità della formazione filosofica e umanistica dei soci;
c) la varietà e la ricchezza delle “scuole filosofiche” rappresentate all’interno dell’Associazione;
d) la costanza nella ricerca di nuove prospettive filosofico pratiche, senza trascurare gli aspetti teoretici;
e) la serietà e la completezza della formazione richiesta per appartenere all’Associazione come Soci effettivi;
f) la ricchezza di cultura filosofica delle pubblicazioni e degli interventi in video e per iscritto.
Non mancano i punti di debolezza. Proviamo ad elencarli senza paura o auto censure di sorta.
a) difficoltà di dialogo e di collaborazione tra i soci, che comunque si danno, ma non abbastanza, specialmente in un momento come quello che stiamo vivendo;
b) una certa ritrosia, anche se non generalizzata, ad accettare nuove modalità operative, a volte troppo accentuando la distinzione tra una “ortodossia” (individualmente concepita) rigidamente attestata sulla “Tradizione”, e un “nuovismo”, che non tradisce per nulla la “Tradizione”, ma la tra-manda con nuove formule e strumenti. E quindi si sprecano energie e non si colgono occasioni. Un esempio: la finora scarsa attenzione per l’enorme potenziale di sviluppo delle attività della filosofia pratica nel mondo del lavoro. Non dimentichiamo mai che ogni “tradizione” (pensiamo ad e. a quella gigantesca della Parola evangelico-cristiana, oppure a quella illuministico liberale o socialista) si serve degli strumenti che nel tempo ha avuto a disposizione e coglie i “segni dei tempi” (copyright di papa Paolo VI) per l’innovazione;
c) una certa pigrizia operativa, oggi accentuata dai lockdown e dall’abitudine oramai generalmente invalsa al lavoro intellettuale on-line. Non dobbiamo dimenticare che la dimensione del dialogo-intersoggettivo-in-presenza è fondamentale e insostituibile, sia psicologicamente, sia filosoficamente, e addirittura antropologicamente. Detto ciò, s’hanno da valutare e valorizzare anche le opportunità che l’on–line offre per quanto concerne lo sviluppo del “mercato”, visto che questo termine non può (e non deve) più suscitare scandalo, come capitava qualche tempo fa.
Homo est animal socialis. Questa pigrizia operativa frena le iniziative che si potrebbero intraprendere a livello territoriale, per proporre il lavoro filosofico-pratico in ambienti diversi e fondamentali della vita sociale:
1) gli ambiti del lavoro cui ho già fatto cenno sopra,
2) il sistema socio-sanitario, compreso il mondo carcerario, circa il quale esistono solo non più che sporadiche esperienze,
3) il rapporto con altri professionisti, il cui lavoro “confina” con quello della filosofia pratica, e i loro albi, ordini, collegi a livello territoriale, più che nazionale…
Le minacce sono sintetizzabili nell’inerzia e nell’incapacità di fare un passo oltre le consuetudini, non in limiti filosofici e culturali di Phronesis.
Occorre dunque studiare i soggetti che operano nel campo della filosofia pratica (pratiche filosofiche e consulenza individuale) e della consulenza antropologico-morale in senso più lato, che sono altri filosofi, singoli o organizzati, psicologi, psicanalisti e psicoterapeuti di scuole varie, nonché i counselor di tutti i generi e specie. Non trascurerei di studiare anche coloro che esercitano pratiche di conoscenza dell’uomo con modalità magiche o legate a teorie e religioni, come nel caso dei praticanti della New Age o della Programmazione Neuro Linguistica più estrema.
Anche Phronesis, se desidera svilupparsi nella società civile come servizio culturale e formativo, ma soprattutto come servizio teso ad aiutare le persone, prima a comprenderne il senso e poi a migliorare le proprie vite, non può esimersi dall’elaborare una Analisi delle strategie esistenti, se ve ne sono. Dico subito, senza nascondere le cose: non esistono, e pertanto devono essere elaborate.
Se si vuole crescere, occorre anche modificare, se pure in parte, gli obiettivi storicamente finora dati, anche quelli cresciuti mediante una fisiologica eterogenesi dei fini, perché questi non bastano.
Post correlati
0 Comments