La meravigliosa solitudine del comando
Partiva per il Nord Europa che aveva appena compiuto diciassette anni, per andare a fare il garzone in gelateria. Dopo due anni l’aveva comprata e dopo un altro anno ne aveva comprata altre due. Ma voleva crescere ancora.
Si guardava in giro per vedere se c’era qualcosa di meglio da fare. Ecco: una fabbrica per la produzione di gelato, e la crescita delle sue iniziative si realizzò in termini quasi geometrici. Si era messo in affari con i suoi fratelli, aveva sposato una brava ragazza di quelle plaghe laboriose, gli erano nate due figlie e poi un figlio.
A un certo punto era tornato in Italia, soddisfatto del gran lavoro già fatto prima dei quaranta anni. Ma il dèmone della creazione di impresa e di nuova economia lo aveva ricatturato prestissimo. Ed ecco che anche in Italia inventa un modo di vendere cibi buonissimi a domicilio e poi diventa industriale, producendo pane e pizze.
Il resto è storia degli ultimi trentacinque anni. Ora presiede aziende che occupano, tutte insieme, più di 3500 persone con fatturati che qui non riporto, perché sono pubblici. Ora, niente potrà mai inficiare in alcun modo le dimensioni e la sua statura di uomo di economia e di azienda. Di persona carismatica e rara.
Talvolta gli capita anche di essere un po’ malinconico, silenzioso, dopo tanto darsi da fare. Eppure ha fatto della sua vita un “capolavoro”. E’ stimato, a partire da chi scrive questo pezzo, ma soprattutto in tutto il mondo dell’economia, dai suoi dipendenti che gli vogliono bene e dalla società che ha contribuito a rendere più sicura, costruendo coesione e cultura del lavoro.
Nella fabbrica più grande di sua proprietà lavorano centinaia di donne che altrimenti non si sa dove potrebbero trovare un’occupazione altrettanto solida. La fabbrica della Pedemontana è il cuore di quella economia e il punto di sviluppo civile, economico e sociale più importante di un ampio territorio. Un’altra azienda di sua proprietà è leader nel settore energetico, una terza gli dà la sensazione di essere, come è sempre stato, un signore legato alla propria terra friulana e a ciò che produce, nel caso uno dei tre cibi più limpidamente sacri di tutta la storia umana, il vino.
Caro e rispettabile amico, questo tempo di cambiamento è un tempo nel quale riflettere a fondo sulla propria vita, accettando il fatto ineluttabile che il tempo fugge e ci chiede un nuovo modo di stare al mondo e tra gli altri.
Caro e rispettabile amico, ogni essere umano deve (deve, come insegnava un grande sapiente tedesco, Immanuel Kant, di cui le ho parlato più volte collegandolo al suo senso del dover-fare) accettare di interpretare un (in parte) nuovo ruolo nel mondo e tra le altre persone.
Caro e rispettabile amico, la vita ci chiede sempre di crescere per affrontare nuove sfide, che in questo caso non sono più solamente “quantitative”, ma più di qualità delle relazioni, di consolidamento e di equilibrio degli affetti, di disponibilità di tempo per dialogare con le persone, portando nel dialogo la sapienza dell’esperienza fatta.
Caro e rispettabile amico, questo tempo di passaggio richiede di guardare il mondo e le persone con uno sguardo in qualche modo diverso, superando la tensione che la ha vista temere sempre per il futuro, lei conoscendo bene i difetti dell’umano e con preoccupazione a volte sospettando premurosamente che potessero danneggiare le splendide iniziative.
Caro e rispettabile amico, questo è il tempo di accettare la complessità delle relazioni umane, la complessità dell’animo umano, che è anche la sua.
Caro e rispettabile amico, questo è il tempo di accettare letture della realtà proposte anche da altri, con le quali confrontarsi senza pre-comprensioni date dall’esperienza, e di fidarsi di più degli altri (specialmente delle persone che le sono più vicine, della famiglia e nelle aziende), perché non sempre l’esperienza insegna tutto per il meglio, e soprattutto non si ha sempre ragione, a prescindere dalla complessità delle cose, dei fatti e degli atti umani, che richiede la fatica di un’analisi approfondita.
Caro e rispettabile amico, in questo modo, quest’altra fase che si apre nella sua vita, potrà portarle arricchimenti importanti sul piano umano e spirituale, e infine normali gioie e tanta serenità, la serenità di un uomo che ha fatto cose eccezionali come pochissimi hanno saputo fare, partendo da una famiglia umile e semplice (come la mia, ed è per questo che la comprendo e quasi la capisco, molto bene).
Buona vita, caro amico, io ci sono, anche per continuare questo discorso seduti, magari sorseggiando un taj del suo buonissimo Tocai.
(Ho scritto questo pezzo per uno stimatissimo imprenditore, cui voglio bene, il cui nome non citerò).
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