…lui è “andato avanti”
…è il modo di dire “alpino” per ricordare un compagno, un amico, un commilitone, un fratello, che è morto in battaglia, oppure è mancato da civile dopo la guerra, e spesso anche per le conseguenze di infinite sofferenze e dolore.
“E’ andato avanti” è come un atto di fede nell’anima immortale, cari professori Rovelli, Odifreddi, Hack (requiescat in pace)…, e cari voi che militate contro, incomprensibilmente. Prima di tutto, non lo capisco. Filosoficamente e teologicamente. Non occorre “militare” per l’inesistenza dell’anima immortale, e quindi di Dio. Non che uno sia obbligato a credere nell’anima immortale come credevano Platone e non pochi (!!!) altri, perché ciò non è di-mostrabile con argomentazioni logiche, così come non è di-mostrabile la sua non-esistenza, ma la semplice frase “alpina” fa capire come questo ambiente spirituale colga dell’uomo alcune caratteristiche intuitive di un qualcosa che potrebbe non avere fine con la morte fisica.
Chissà, forse, contro-intuitivamente, ce la farà la fisica dei quanta-qualia (con gran disdoro dei fisici di cui sopra) a mostrare la plausibilità dell’esistenza della coscienza-anima immortale (cf. Giacometti 2022/ 2023), fermo restando l’actus fidei, che si colloca in una dimensione teologico-metafisica.
…
Di seguito inserisco il testo della deliberazione governativa con la quale mio suocero Cesare, “andato avanti” prima, ma dopo la battaglia, è stato insignito di Medaglia di Bronzo al valor militare, a seguito dei suoi atti generosi durante la rotta dell’inverno ’42/ ’43 in Ucraina, lui caporal maggiore del )9° Battaglione della Brigata Alpina Julia. Durante la rotta che vide la Cuneense, la Tridentina e la Julia cercare di sganciarsi dalla sacca del Don attraverso Izjum (nome richiamato in recenti cronache guerresche d’aggressione), Nowo Kaljtwa, Nowa Postojalowka, Nikitowka e Njkolajewka.
“MINISTERO DELLA DIFESA, il Presidente della Repubblica (Giovanni Gronchi), con Suo Decreto in data del 8 Agosto 1955, Visto il Regio Decreto 4 Novembre 1932 n.ro 1423 e successive modifiche; Visto il Regio Decreto 23 Ottobre 1942 n.ro 1195; sulla proposta del Ministro Segretario di Stato per gli Affari della Difesa; ha conferito la Medaglia di Bronzo al Valor militare coll’annesso soprassoldo di Lire 5.000 al caporale maggiore, 9° alpini (Brigata alpina Julia)
Rivoldini Cesare di Evangelista , da Bertiolo (Udine), n. 1920
- Puntatore di cannone da 47/ 32, in aspro combattimento, visto cadere il capopezzo ne assumeva con decisione il comando, assolvendo il nuovo compito con coraggio e calma esemplari e continuamente incitando i propri compagni alla lotta. Esaurite le munizioni, posto in salvo il congegno di puntamento, si lanciava coraggiosamente al contrassalto con i reparti fucilieri giunti in rinforzo. Kopanki (Russia, 20 gennaio 1943)
Il Ministro Segretario di Stato per gli Affari della Difesa rilascia dunque il presente documento per attestare del conferito onorifico distintivo.
Roma, addì 10 Gennaio 1956
Registrato alla Corte dei Conti
addì 18 Ottobre 1955
Registro 45 Foglio 116
f.to Massimo – il Ministro Gaetano Martino“
Tornato dalla guerra aveva fatto la sua parte nella Osoppo come partigiano.
Erano là innocenti, inviati nell’inverno russo con mezzi inadeguati e una strategia subalterna (alla Germania hitleriana) e potenzialmente suicida, dal criminale regime fascista del cavalier Benito, inerte e succube il re Savoia, che dopo l’8 settembre io avrei fatto arrestare. Un vigliacco. Mi risulta che in tempo di guerra i traditori vadano fucilati. A mio parere quello sarebbe stato il suo giusto destino, o almeno il confino, altro ché un dorato esilio egiziano. Mussolini ha pagato con la vita per le spicce, chiunque sia stato a fucilarlo, non mi interessa se Walter Audisio o “Colonnello Valerio” (pare di no) o il “Capitano John” per conto di Churchill che voleva avere tra le mani il suo carteggio segreto con il Capo del Governo fascista (quante volte nel dopoguerra Sir Winston è tornato in vacanza a dipingere paesaggi sul Lago di Como? e perchè?), Bruno Lonati o il “Capitano Neri” (alias Luigi Canali), su decisione del CLNAI (comandato dal Gen. Raffaele Cadorna, da Luigi Longo, da Sandro Pertini, da Leo Valiani, da Italo Pietra, etc.). Vittorio Emanuele III, no.
E poi i Savoia pretendevano che la monarchia continuasse, pur se il “Re di Maggio” Umberto II si comportò lealmente dopo il referendum che scelse la Repubblica, di certo ben consigliato da quella donna intelligente che era sua moglie, la regina Maria Josè del Belgio. Ti immagini, gentile lettore, se nel 1946 avesse vinto la monarchia, ancora oggi ci troveremmo come re Vittorio Emanuele IV, quello che sparò e uccise un turista all’Isola del Cavallo al largo della Sardegna una quarantina di anni fa. E come principe ereditario Emanuele Filiberto, il ballerino televisivo. Ogni tanto mi viene da pensare se sia stato meglio Andreotti… Ma sì, nonostante tutto, perché possiamo “mandare a stendere” chi non governa bene, però dobbiamo andare a votare!!!
Mio suocero Cesare Revoldini (la “i” nel documento è un errore anagrafico) e mio padre Pietro non combatterono per questi “signori”, e neanche per alcuni delinquenti repubblicani che gli succedettero dal 1946 a oggigiorno. Poveri Pietro e Cesare.
Tutti e due sono “andati avanti“, prima Cesare, che non ho fatto a tempo a conoscere bene, e poi Pietro, mio padre.
Nessuno dei due ha avuto il tempo di conoscere la nipotina Beatrice, ma da quando è nata la guardano con occhi buoni da lassù, perché loro due sono solo “andati avanti“.
Post correlati
0 Comments