Ethel e Fred: la memoria a breve andata per una meningite, e la moglie ogni mattina deve ricordargli che lui è lui e che lei è sua moglie e che si amano
Ethel e Fred, lei poco meno di sessant’anni, lui poco più, sono sposati da trentacinque anni e vivono in una bella casa, non in un caravan o in una casa mobile, come tanti in America, dove lo spirito della grande frontiera aggiunta alla povertà spesso inducono molte persone a viaggiare nella grande Nazione e tra gli Stati in cerca di miglior fortuna.
Vivono in una cittadina del Maine, sulla East Coast.
La casa si trova in uno di quei quartieri che spesso ci presenta la filmografia americana, case senza recinto, giardini dove non puoi entrare, perché il padrone di casa ti può anche sparare. Tanto verde e vialetti lindi, ma non siamo in un quartiere d’élite come una Lombard Street che vidi a Frisco molti anni fa.
Fred ha fatto per tanti anni il broker con successo e Ethel l’insegnante di lingue nel liceo locale. I due figli sono già usciti di casa, laurea “americana” a ventuno anni e fuga nella grande città. Si fanno vivi al telefono tutti i giorni, ma tornano a trovare il genitori solo due o tre volte all’anno, compreso il Ringraziamento, tradizione immarcescibile.
“La meningite è un’infiammazione delle tre membrane che ricoprono il cervello e il midollo spinale, anche conosciute come meningi. Tale condizione si manifesta in seguito a numerosi agenti causali, i quali possono determinare l’insorgenza di meningiti di maggiore o minore gravità e infettività. La sintomatologia della meningite è perciò piuttosto variabile, e talvolta può aggravarsi al punto di richiedere l’ospedalizzazione. In generale, la malattia colpisce fasce di età specifiche concentrandosi sulla popolazione infantile e giovanile, ma anche altre categorie di persone possono essere esposte al contagio, come anziani, adulti che lavorano in strutture scolastiche e lavoratori del settore dell’allevamento. In base alla natura dei numerosi agenti eziologici responsabili della meningite, è possibile individuare diverse principali forme di infezione.” (dal web)
Fred è stato colpito da una grave forma di meningite, ed è sopravvissuto, ma con gravi conseguenze psicologiche, soprattutto nella memoria a breve.
Ogni mattina al risveglio, Fred non si ricorda chi egli sia, e allora Ethel glielo spiega, e lui chiede chi sia lei, che è così bella, come sono (e sanno di) essere belle donne dell’età di Ethel. E lei gli dice di essere sua moglie da anni, da decenni… e lui replica “ma come, una donna così bella è mia moglie?”
Lei lo conferma, e lui dice “ma allora andiamo a letto assieme e facciamo le cose che fanno una coppia normale?” Lei dice di sì e allora lui dice di non ricordarsi l’ultima vola che l’hanno fatto e se possono farlo lì, subito, di mattina.
Non si sa che cosa risponda Ethel a questa domanda.
E così Ethel e Fred vanno avanti nelle loro vite, senza lamentarsi più di tanto, perché Fred si ricorda ciò che gli è accaduto dalla prima infanzia alla piena maturità… non ricorda “solo” quello che gli succede dal giorno prima a qualche settimana prima, che poi Ethel gli ricostruisce.
Un racconto vero, di vite vere. Una domanda: quanto è preziosa la nostra autocoscienza quotidiana, che a ogni risveglio ci permette di sapere chi siamo, che cosa abbiamo fatto il giorno, i giorni, le settimane, i mesi, gli anni prima del risveglio, e ciò fino alla prima infanzia; di conoscere i volti delle foto riquadrate in giro per la casa.
Quanto è prezioso il nostro intelletto razionale, la memoria, la ragione che ci conduce per mano nella vita.
E quanto sono preziose le emozioni e i sentimenti, perché Fred si illumina quanto Ethel gli dice “chi-è“, perché, forse, quando mancano le parole e la memoria, la luce degli occhi rimedia a quella mancanza.
Ringraziamo Dio (o chi vogliamo) della nostra auto-coscienza che ci regala ogni mattina la nostra identità personale, individuale, irriducibile, di valore incommensurabile. E ciò è vero per ciascuno di noi, per chi abita i kibbutzim e anche per chi si trascina tra le macerie di Gaza City.
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