Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

…parliamo di “quelli che ci insegnano a stare al mondo”: gli impiccatori di omosessuali Houthy, gli impiccatori e basta dell’Iran, i decapitatori della Saudi Arabia, gli scannatori di Hamas, i fanatici paranoici come Netaniahu; gli antisionisti che sono antisemiti e razzisti; coloro che impediscono agli avversari politici di candidarsi, come la Russia; quelli che mescolano turbo-capitalismo e comunismo come la Cina; quelli che tengono le prigioniere in ceppi come l’Ungheria, a volte imitati dall’Italia, che fa stare in carcere il 30% delle persone senza giudizio definitivo, mentre la Costituzione prevede che un cittadino sia riconosciuto colpevole oltre ogni ragionevole dubbio solo dopo i tre gradi di giudizio; quelli che danno l’assalto a Capitol Hill e il loro mentore Trump; quelli che scrivono il falso sapendo di mentire e quelli che scrivono il falso non preoccupandosi di controllare le fonti; quelli che parlano solo perché hanno l’apparato fonatorio, come i politici che si piazzano davanti al microfono del cronista, mentre passeggiano per Roma; quelli che dicono di avere avuto un confronto duro con gli avversari politici, mentre invece duro è solo il loro comprendonio; i W.A.S.P., cioè i White-Anglo-Saxon-Protestant; quelli che negano la Shoah e quelli che negano le foibe; quelli che…

Ebbene sì, parliamo di “quelli che ci insegnano a stare a questo mondo con ditino alzato”. Buffoni.

…parliamo di “quelli che ci insegnano a stare al mondo“: gli impiccatori di omosessuali Houthy, che trovano adepti anche nell’intelligentsia occidentale, così come gli impiccatori (e basta) dell’Iran, padroni di un grande Paese e tiranni di un grande Popolo; i decapitatori della Saudi Arabia, amici degli Americani; gli scannatori di Hamas, che passano per patrioti e invece sono dei criminali simili ai nazisti; i fanatici paranoici come Netaniahu, sostenuti da “coloni” senza coscienza; gli antisionisti che sono antisemiti e razzisti, che occupano cattedre e giornali; coloro che impediscono agli avversari politici di candidarsi, come la Russia, democratura esemplare; quelli che mescolano turbo-capitalismo e comunismo come la Cina; quelli che tengono le prigioniere in ceppi come l’Ungheria, a volte imitati dall’Italia, che fa stare in carcere il 30% delle persone senza giudizio definitivo, mentre la Costituzione prevede che un cittadino sia riconosciuto colpevole oltre ogni ragionevole dubbio solo dopo i tre gradi di giudizio; quelli che danno l’assalto a Capitol Hill e il loro mentore Trump; quelli che scrivono il falso sapendo di mentire e quelli che scrivono il falso non preoccupandosi di controllare le fonti; quelli che parlano solo perché hanno l’apparato fonatorio, come i politici che si piazzano davanti al microfono del cronista, mentre passeggiano per Roma, quelli che dicono di avere avuto un confronto duro con gli avversari politici, mentre invece duro è solo il loro comprendonio, i W.A.S.P., cioè i white-anglo-saxon-protestant, quelli che negano la Shoah e quelli che negano le foibe, quelli che…

Una nausea infinita mi prende scorrendo l’elenco da me stesso proposto. Si tratta della parte malsana del nostro tempo.

Mi sto chiedendo se c’è un’origine comune di questa congerie di posizioni e azioni sbagliate, infondate, pericolose, perfino criminali. Perché possono essere criminali senza dubbio le azioni, ma anche i pensieri che propalano il falso.

Ha ancora fattualmente ragione il filosofo greco Protagora, anzi, come lo definiva Platone, filodosso, cioè amante dell’opinione, non della verità. Protagora è rimasto noto nella storia della filosofia, soprattutto per merito del più grande sopra citato ateniese, e anche per la sua affermazione “L’uomo è la misura di tutte le cose“. Certamente, dico, ma è solo così? Possiamo concordare con Protagora sul fatto che ognuno ha diritto di dire la propria, ma non ha diritto di sostenere che si tratta della verità assoluta, senza che si possa obiettare alcunché.

Infatti, insegna la buona logica, che è il punto d’intreccio tra filosofia e matematica, che ogni asserzione sull’uomo, sul mondo, e sulle azioni umane libere, che per affermare qualcosa ci si deve basare su una conoscenza seria e profonda, che può essere di due tipi: o per evidenza diretta della “cosa” osservata, oppure per comunicazione di notizia da parte di persona competente e fededegna. Sul secondo tipo di conoscenza, che possa dare evidenza e certezza veritativa ripropongo un esempio classico: io non sono mai stato in Australia, ma credo che esista, non solo dalle note del diario del capitano James Cook, che fu il primo uomo occidentale a giungervi nella seconda parte del XVIII secolo, ma anche dai racconti degli emigranti che ho conosciuto, e dai mezzi di comunicazione moderni, dalla stampa alla radio, dalle tv a internet. L’Australia esiste! Così come la terra è rotonda, e così come il sistema cosmologico nel quale la Terra è inserita, è eliocentrico e poi galattico e poi e poi nello spaziotempo…

Queste banali elementarità per affermare l’esistenza dell’incontrovertibile, che deve essere accettato per onestà intellettuale e per serietà e profondità di informazione scientifica, sapendo che tutte le scienze debbono accettare lo statuto epistemologico (proprio) che funziona, come hanno insegnato i sapienti dall’antichità a Karl Popper, per prove ed errori (try and error).

Andando più a fondo, a partire da quanto appena detto, forse l’origine del grande male conoscitivo e morale del nostro tempo, che possiamo definire come un egocentrismo solipsistico, si può individuare nell’eccessivo (ovviamente il mio è un comodo giudizio ex post!) rilievo che la rivoluzione umanistica dei secoli XV e XVI, la quale ha avuto il merito di dare inizio alle scienze moderne con Galileo, Descartes, Bacon e Newton, per citare i principali studiosi, nell’ansia (anche comprensibile) di togliere “Dio”, anzi la nozione del “Dio-biblico” dallo scenario della ricerca scientifica e della conoscenza (si ricordi in proposito la bellissima e illuminante frase che Galileo scrisse in una lettera indirizzata la principessa Cristina di Lorena “La Bibbia non insegna come vadia il cielo, ma insegna come si vadia in cielo“), per porre al centro-protagonista della conoscenza l’uomo, forse hanno dato a questa centralizzazione l’impeto e l’impulso per far giungere il pensiero filosofico a un eccesso di umanizzazione egoica, soprattutto con l’idealismo tedesco, a sua volta – in qualche modo – parziale fomite delle ideologie estreme del ventesimo secolo.

Ne parlo brevemente riferendomi ai due pensatori che vengono, in parte propriamente e in parte erroneamente, all’origine del comunismo e del nazi-fascismo, Marx e Nietzsche.

Effettivamente il dottore di Treviri fu all’origine del pensiero comunista, con il suo sodale Federico Engels, ma successivamente la pragmatica dei comunisti deviò pesantemente con l’attuazione delle politiche leniniste e staliniste, che però non furono identiche tra loro, e poi maoiste etc. Marx ebbe il merito morale di denunziare lo sfruttamento del proletariato in pieno Ottocento e di saper prevedere fenomeni economici futuri con insuperata genialità, ma ebbe il “torto” di non considerare (non la conosceva?) un’antropologia filosofica che gli potesse fornire una visione equilibrata dell’uomo che, come la Storia successiva ha mostrato, non è “reformabile” nella sua struttura profonda: in altre parole non si possono togliere i vizi morali e instillare le virtù corrispettive con la rivoluzione e con la proprietà collettiva dei mezzi di produzione, e dello stato comunista etico. No! L’uomo è e rimane (al netto della scuola psicologica di un Pinker, che sostiene l’evoluzione positiva dei lobi orbito-frontali, e quindi della razionalità e dell’intelligenza) sempre quello della pietra e della clava, resta sempre un “Fred” o un “Barney”.

Il dottore in filologia Nietzsche, invece, è stato vulgato come fomite del razzismo per la sua nozione di superuomo (l’Übermensch), equivocando sui suoi intendimenti, che erano quelli di sostenere come l’uomo dovesse sempre essere alla ricerca di conoscere i propri limiti, migliorandosi sempre. Certamente a volte egli utilizzò affermazioni “scandalose” e spiazzanti, ma non mai con l’intenzione di sostenere delle superiorità capaci di schiacciare una parte dell’umanità in nome di un mal riposto diritto di superiorità di un’altra parte. Eppure è stato messo lì, nel santuario delle destre politiche, da cui va rimosso per studiarlo meglio con onestà intellettuale.

Non proseguo su temi che richiederebbero, in questo momento un impegno inadeguato alle mie forze del giorno, e mi avvio a concludere.

Penso di poter dire che il fomite delle pericolose, e a volte criminali stupidità sopra elencate citando le numerose categorie sociali, nazionali e culturali, si può trovare nella eccessiva centralizzazione dell’io individuale separato dal tu e dal noi (caro lettore, leggiamo assieme autori come Martin Buber e Emmanuel Lévinas, per vaccinarci contro le pericolose derive che qui descrivo!), assieme con la lente deformante dei mezzi di informazione attuale, che devono essere conosciuti bene per essere utilizzati con criterio di intelligenza, e anche temuti e limitati per la loro obiettiva pericolosità, specialmente verso le menti più deboli e immature.

Studio, studio e ancora studio, e confronto tra tesi anche diverse, ma con verifiche continue che tengano conto delle regole generali che ho tentato di sintetizzare supra.

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