…from and to beyond, o del potere poetico-filosofico e psicologico dell’anafora
La parola inglese significa “oltre”, “al di là” “fuori”… che si può ritenere “verso” oppure “da”: verso l’oltre oppure dall’oltre. Utilizzare questo termine di seguito per introdurre svariate espressioni significa avvalersi della figura retorica dell’anafora, che io ho sempre amato, come possibile fonte di iterativa poeticità filosofica. Repetita iuvant.
Oltre il tempo, si può dire se si considera il tempo per rapporto allo spazio, da Einstein in poi, oppure se si considera il tempo come una categoria non solo fisica, ma anche spirituale, il tempo interiore, il kairòs.
Oltre lo spazio, si può dire se lo si considera in modo non-lineare, bensì curvato o addirittura ripiegato su sé stesso, reduplicativo come i concetti della metafisica. Ecco il punto di contatto tra le due scienze: la più materialista, cioè la fisica, che quasi si “spiritualizza” mediante le dottrine quantistiche e il principio di indeterminazione (cf. Heisenberg) e così si connette alla scienza dell’essere (cf. Parmenide) e del divenire (cf. Eraclito), la metafisica (cf. Aristotele), eterea dottrina dei concetti e del mondo ideale. Encefalo fisico e coscienza sempre sfuggente, l’essere umano come sintesi della realtà.
Oltre la stupidità, ovvero oltre la voce di Guido Notari, il più grande voltagabbana del XX secolo, che fino al 24 aprile 1943 era prono a 90° e slinguante Mussolini, e dal giorno dopo era tutto per la Patria Italia, per Re Vittorio, il cosiddetto Re Soldato e per il nuovo Capo del Governo, il Maresciallo Pietro Badoglio. La disinvoltura eretta ad antropologia. Qualcuno può obiettare: ma anche il Notari teneva famiglia, sì, ma avrebbe potuto chiedere di fare backoffice, non far diffondere dall’Eiar la sua voce laudante chi comanda, di volta in volta, Franza o Spagna che fusse, purché se magnasse. Incredibile, ma vero. Scaraventato nel ludibrio dei posteri, definitivamente, dalla sua vis rethorica, dalla sua voce tra il pigolante e il supplice. Vox fidei propaganda fascistissimae. E poi monarchico lealista e badogliano. Senza vergogna.
Altre innumerabili stupidità potrei citare, ma evito.
Oltre l’intolleranza dei giovanotti e delle giovanotte che, inconsapevoli del sapere necessario, forse mal consigliati e peggio diretti, impediscono alla ministra Eugenia Roccella di parlare per spiegare e riflettere assieme su temi di etica della vita umana e di filosofia del diritto fondamentali per la convivenza civile, sostenuti dal signor rettore dell’Università statale di Siena, il professor Tomaso Montanari e dalla onorevole Boldrini. Due intellettuali esimi del nostro tempo.
Stupisce che un uomo di cultura come il citato docente non sappia (o non voglia) distinguere tra dialettica politica anche dura e impedimento fisico del confronto.
Oltre l’equilibrio necessario quando si discute di giustizia. Alla buonora se si farà in Italia la separazione delle carriere, in modo tale da rendere il giudice veramente “terzo” tra il Signor Procuratore della repubblica e l’avvocato dell’imputato. Sì, proprio all’americana, modello procedurale che in questo caso ci insegna diritto, a noi (pleonasmo) che siamo (saremmo) la “patria” del diritto.
Oltre le buone maniere, che i manifestanti con la ministra Roccella e Fiamma Nierenstein non hanno dimostrato, al Salone del Libro di Torino.
Oltre l’amore, come dire che esiste qualcosa. No, nulla, perché l’amore è il motore del mondo, come insegnava mastro Platone da Atene, tramite la sapienza di donna Diotima… e come confermava il grande Origene di Alessandria, commentando il più bel poema d’amore d’ogni tempo, il Cantico dei Cantici, o Shir-a-Shirim.
Oltre l’odio, poiché l’odio è il più feroce nemico di chi odia, anzi è il suo destino funesto, come nel caso di chi odia Israele, e fa danni agli haters più che agli odiati, i quali potrebbero semplicemente ignorarlo.
Oltre la gelosia, quando la gelosia diventa prodromo del funebre delitto, mentre quando non lo diviene è cosa bellissima, perché un cantico di desiderio d’amore. Oppure quando è libido visque imitationis del fratello minore verso il maggiore, che è bravo a pallone e il piccolo vuole essere come lui.
Oltre l’invidia, il pessimo dei vizi capitali, appena men grave della superbia, perché è un volere-il-male-dell’altro, senza ottenere alcun vantaggio. Oltre ad essere un vizio orrendo, è anche stupido, vero caro lettore?
Oltre la maldicenza, che fa fare fatica idiotissima a chi vi indulge, oltre a provocare spesso grandi mali, ed è anche un dire inutilmente il male.
Oltre la calunnia, che è il male inventato di sana pianta, il male che ferisce in quanto nome del male e in quanto male in sé. Doppiamente male, la calunnia.
Oltre il fiume, contemplando scenari di beatitudine, nel brillìo delle acque iridescenti nella verzura composita del fogliame, nell’arcobaleno floreale delle corolle sbocciate.
Oltre le montagne, estremi limiti che disegnano i cieli azzurri e spaccano le nuvole. Silenti in attesa della frana oscura che scivola nei botri e nelle atre catacombe piene di vento.
Oltre il mare, simbolo dell’infinito che sta e che rista ondeggiante fino ai confini dell’oltremare, coprendo le più grandi montagne del globo che, qua e là, spuntano come piccole isole dall’imo oceani.
Oltre la nostalgia, che la sinistra politica mostra di non avere per la sua storia migliore, mentre la destra cerca di ripristinare il passato.
Oltre il mistero, mentre si rivela il divino e quando e come, senza vane speranze ma con la fede immortale.
Oltre la vita, che è la manifestazione dell’essere eterno, frutto e origine dei viventi e dei nascituri.
Oltre la morte, che-non-è (cf. Epicuro) quando ci siamo noi, anche se esiste come verità dei confini.
Oltre il vento, andando talvolta in un’aria di vetro (forse un mattino andando), come canta Montale.
Oltre l’infinito, perché non è mai infinito per la capacità umana di comprenderlo (cf. Russel&Whitehead),
Oltre le cinque prove cosmologico-metafisiche dell’esistenza di Dio di Tommaso d’Aquino, si possono dare le obiezioni di Hume, Kant, e degli analitici à la Wittgenstein, ma anche il sorriso di un Dio che suscita, che affanna e che consola…
Potrei continuare ad libitum, ma…
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