Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

L’auspicabile fine calcistica della “tacchina vecchia”: Harry Kane

…qualche giorno dopo il giorno americano del Ringraziamento, che è il 4 luglio, nel quale milioni di tacchini vengono “sacrificati”, una metaforica vecchia tacchina ha chiuso la sua ricerca di gloria, con mia grande soddisfazione e sollievo. Il suo nome: Harry Kane, il suo ruolo: centravanti della nazionale inglese.

(tacchina nera italica)

Se l’Inghilterra avesse vinto l’Europeo di calcio sarebbe stata una grande ingiustizia calcistica. Ma la Spagna, che può permettersi di avere in squadra anche Marc Cucurella, fumetto frenetico di fascia, significa che è talmente forte da superare ogni difficoltà. D’altra parte, quando hai in squadra Rodri, Dani Olmo, Lamine Jamal, Pedri e Nico Williams jr., tra altri, non resta granché agli avversari. Quattro cinque fuoriclasse che hanno in pochi nessuno, salvo forse la Germania (dove giocano tipi come Musiala, Wirz, Sané, il portiere Neuer, Kay Havertz), la Francia (che ha Kylian Mbappé, Theo Hernandez, Mike Maignan, N’golo Kanté) e l’Argentina (con l’eterno Messi, Enzo Fernandez, Angel Di Maria e l’antipatico grande portiere Dibu Martinez, senza dimenticare il Lautaro dell’Inter).

(Harry Kane)

E ha vinto due a uno meritando almeno un quattro a uno.

Sono un antropologo con punte di lombrosismo di ritorno. Se la filogenesi è unica, dal primo batterio all’essere umano, passando per tutti i viventi, tra cui gli uccelli, ebbene, nei successori pare permangano certe caratteristiche dei predecessori.

Dimmi dunque, caro lettore, se guardando attentamente la struttura fisica globale, gli arti, il collo e la testa del centravanti inglese Harry Kane, non ti viene in mente la fisionomia di una vecchia tacchina? Manca solo il becco ma la boccuccia aperta del calciatore lo evoca, in qualche modo.

Si tratta, a parer mio, della nemesi, e forse anche della catarsi, del campionato del mondo vinto immeritatamente in patria sulla Germania Occidentale di Haller, Seeler, Libuda, Schnellinger e dell’immenso Franz Beckenbauer nel 1966 con un goal fasullo di Geoff Hurst, da una buona Inghilterra, che allora annoverava nelle sue file campioni come Bobby Charlton, Gordon Banks e Bobby Moore, in mezzo a un’accolta di onesti comprimari.

Quella vittoria a mio parere, e in nome di una razionalità superiore del caos calcistico (il-dio-del-calcio, detto altrimenti) è la causa generante delle successive sconfitte inglesi, che risalgono a oltre mezzo secolo fa.

Attualmente la squadra inglese non è male, anche se non la esalterei troppo, come fanno giornalisti inventati come “Lele” Adani, ex giocatore di non sublimi virtù e cronista-predicatore televisivo dai toni stonati. Di spicco si possono definire, a parere mio, solo Phil Foden, Jude Bellingham (peraltro con atteggiamenti spesso strafottenti che lo rendono antipatico) e Bukayo Sakà. Gli altri, i Rice, i Walker, gli Shaw e il portiere Pickford sono degli onesti prestipedatori. Nei panni di Southgate non avrei lasciato a casa Jack Grealish, che è forse il più grande talento calcistico attuale della perfida Albione. Condivido invece che il buon Gareth (mi è simpatico) abbia lasciato a casa l’orrendo Harry (anche lui?) Maguire, inguardabile da ogni punto di vista, e brocco matricolato.

Tanto per far morire di rabbia i “sudditi” del buon re Carlo, ricordo loro che l’Italia ha vinto 4 mondiali e 2 europei, la Germania 4 mondiali e 3 europei, l’Argentina 3 mondiali e 16 coppe America, il Brasile 5 mondiali e 9 coppe America, la Francia 2 mondiali e 2 europei, la Spagna 1 mondiale e 4 europei, l’Uruguay, 2 mondiali e 15 coppe America, etc. (anche se la Coppa America vale molto molto meno, tecnicamente, del Campionato europeo)… Campionato d’Europa che è stato vinto, se pure per una volta sola, anche dall’Olanda di Marco Van Basten, dalla Cecoslovacchia di Antonin Panenka, dalla Grecia di Angelos Charisteas e dalla Danimarca di Michael Laudrup.

Dove sta l’England dei maestri del calcio cosiddetti? A 1 mondiale rubato. Ben gli sta. Godiamo delle loro sconfitte alla salute della tacchina vecchia Harry Kane, che li rappresenta benissimo.

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