Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il disordine globale: i “giganti” del mondo (Trump, l’ipertrofico bugiardo e narcisista patologico; Putin, il “patriota” crudele; Xi Jin Ping, la sfinge comunista; Modi, il capo del popolo più grande ) e i “nani” d’Europa (e d’Italia) fra guerre di ogni genere, forza esibita per pre-potenza ed egemonia (Russia, Cina, USA), a volte necessaria per sopravvivere (Israele) e debolezze evidenti (Europa)

I cosiddetti “giganti” nel mondo attuale obiettivamente sono questi signori: Donald Trump, Vladimir Putin, Xi Jin Ping (quello che il povero Di Maio, mentore dell’avvocato Conte, chiamava “signor Ping”) e Narendra Modi, anche se per nulla eccellenti per particolari meriti o per qualità individuali.

Circa le qualità soggettive di costoro c’è forse solo da piangere (o poco meno), salvo ammettere che tutti e quattro sono molto abili a difendere le proprie posizioni personali e gli interessi dei loro paesi. Insistere su una sorta di “moralismo etico”, tipico del progressismo attuale, non serve, anzi è praticamente dannoso. Se volessimo fare un discorso improntato a un’etica generale, politico-sociale e comportamentale, dovremmo condannare moralmente – senza dubbio alcuno – i primi tre, e mettere, per ora, “in naftalina” il quarto, che è lontanissimo da un Nehru, e forse anche da Indira Gandhi e figlio.

Donald Trump, anzi, per la precisione Drumpf, che è il suo cognome germanico originale, è un mercante abilissimo, un cinico broker, ma anche un “politico” egoista assai furbo. Non è, stricto sensu, un autarca come Putin, perché dà (siccome è costituzionalmente costretto a dare) spazio anche ad altri, a Elon Musk (e a suo figlio quattrenne, icona che scandalizza solo noi, falsi ipocriti moralisti europei), a Marco Rubio e a James D. Vance. Il Presidente USA cerca piuttosto di imitare un imperatore romano, con i suoi Ordini esecutivi. Attenzione: i quattro collaboratori citati, saranno confermati nei ruoli importantissimi affidati loro dal Donald, a mio avviso, solo in ragione della loro sudditanza al capo. Pertanto Marco Rubio e Elon Musk, che mostrano indubbie qualità personali, rischiano, non subito, ma nel medio periodo.

Trump non è da demonizzare banalmente (vedo persone che si stracciano le vesti, che mi fanno un po’ di pena e un po’ di rabbia, perché non colgono il senso delle cose al di là del loro naso), ma da com-prendere (vedi il significato etimologico del verbo) come soggetto-dentro-la-differente-democrazia-americana (ripeto: non da giustificare! lo ripeto, perché rischio di essere stra-capito). Trump è eletto “a tempo”, per quattro anni, come sono tutti gli eletti in democrazia, che devono anche farsi autorizzare le scelte più impegnative dagli organismi eletti, come il Congresso degli Stati Uniti d’America, nel quale una buona parte del G.O.P., il Grand Old Party, cioè i Repubblicani, non condivide le politiche del Presidente. Anche i suoi Ordini Esecutivi sono discutibili e discussi, e spesso bloccati dalla magistratura, quasi come accade in Italia per il Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (di cui si beava qualche anno fa – compiacendosene superbamente – lo sconosciuto (e per me sempre insignificante) Conte Giuseppi (a proposito, vedi che i mostri ritornano!) dei tempi del Covid: pare di sentirlo dire con sussiego “come sono bravo“, il suo nemmen tanto nascosto pensiero, che mi auguro non abbia altre chances da premier, in futuro, anzi ne sono sicuro).

E vi è di più: negli USA il “Deep State” oligarchico militar-finanziario-industriale non ha problemi a far capire al Commander-in-Chief di non condividere certe scelte, e che perciò deve cambiarle… Staremo a vedere.

Questo è “The Donald”, con il quale si deve e si dovrà trattare con durezza e con flessibilità, “ossimoro” obbligatorio, nel contempo. Sempre che i suoi interlocutori, noi Europei in primis, ne siano capaci.

Vladimir Vladimirovic Putin rappresenta la Russia profonda, euro-siberiana, sette-ottocentesca, vetero-staliniana, letteraria, zarista e cristiana. Tuttoinsieme. Putin (non) conosce solo la legge della forza, ma può pensare di poterla usare, se i suoi interlocutori, che possono essere commensali o nemici, glielo fanno credere. Se i Polacchi o i Lituani (o il novello un po’ ridicolo Re-Sole-Macron-micron), oppure qualche anima bella, intellettualmente disonesta oppure scarsa di comprendonio, delle nostre parti, come il citato Conte e Salvini, o come i giornalisti “tipo Fatto Quotidiano“, o come geo-sociologi à la Orsini (che dice “visto che avevo ragione io?” alle Gruber e alle Panella, “da non confondere con il bravo professor Orsina da Perugia) ci spaventano con “la Russia attaccherà l’Europa“, allora Putin e Maria Zacharova, falsa bionda, con il guance-cadenti-Lavrov e lo squilibrato Medvedev (e pensare che hanno lo stesso suo cognome anche il tennista Danil e il dissidente dei tempi brezneviani Roy) possono pensare di conquistarci senza colpo ferire. Absurdum!

Con Putin bisogna trattare usando il bastone (le forze militari congiunte d’Europa e USA sono incomparabilmente più potenti di quelle russe, suvvia!) e la carota, comprendendo le specificità della grande Russia euro-asiatica e le sue esigenze di sicurezza in ogni campo della convivenza e della vita del grande Popolo russo (che io amo). Con la Russia bisogna riprendere a trattare per le risorse, e Trump lo permetterà, stiamone certi, anche perché deve dare una mano al suo “amico” Vladimir Valdimirovic.

Xi Jin Ping è il capo di una potenza autocratica economicamente e militarmente ancora in ascesa. E’ il vero più grande competitor di tutti gli altri. Eredita una cultura profondissima (Confucio, il Tao, il Buddismo, anche il marx-leninismo in salsa mandarina, basta così?) che la rende forte e resistente sotto ogni profilo, per dei saperi che solo l’Occidente greco-latino, assieme con il plesso culturale biblico-evangelico, può compensare, forse.

Il Partito Comunista Cinese ha ormai abbandonato l’ideologia marxiana, scegliendo un pragmatismo assoluto e senza ideologie, per cui va trattato come grande potenza.

Narendra Modi è il leader del paese più popoloso e relativamente più giovane tra i grandi. Si tratta di considerarlo come merita la sua immensa nazione, anche se pare non pareggiare gli altri tre, ma non è vero. Un dato demografico: India 1.450 milioni di abitanti; Cina 1.350 milioni di abitanti; USA 335 milioni di abitanti, Russia, 140 milioni di abitanti scarsi: un decimo di Cina e India. Una volta il compagno Mao Tze Dong (idolo di tanta sinistra extraparlamentare europea), che non brillava per pietas, ebbe a dire che in un conflitto con gli Americani avrebbe potuto permettersi anche 100 milioni di morti, mentre gli Americani no. Tant’é vero che la Rivoluzione comunista cinese è forse costata un numero di morti ammazzati più della Grande Guerra Patriottica dell’Unione Sovietica (27 milioni).

Questi quattro sono solo i capi di grandi stati-paesi-coacervo di nazioni, che però sono gli “imperi” attuali, che a loro volta sono il portato della Storia. Una volta, direi fino alla fine del XIX secolo, o fino alla Grande Guerra, i “grandi” comprendevano anche l’Impero britannico, già però un po’ declinante nella sua dimensione imperiale. Churchill, per i meriti obiettivi del suo paese nella lotta contro le autocrazie nazifasci, si era illuso fino alla Conferenza di Yalta (1944) e forse anche oltre, di poter associarsi a, se non quasi contendere agli Stati Uniti d’America e all’Unione Sovietica il ruolo di “grande potenza”. Si era illuso su un tanto, ma non era (non fu e non sarà) più così… e io ne sono assai lieto.

De Gaulle è stato l’ultimo ad arrendersi, tra i “grandi” o supposti tali, alla verità dei fatti, cioè che la Francia non era mai stata (salvo che nel periodo napoleonico) una grande potenza. Olanda, Spagna e Portogallo lo erano state fino a trecent’anni or sono. L’Italia ha vissuto questa illusione per qualche po’ di tempo con Crispi e soprattutto con Mussolini, che operò il crimine assurdo di legarla a Hitler.

(...ecco uno dei nostri “nani” che pensa di far parte dei “giganti”- non solo italiani – ma si sbaglia miseramente)

Vale la pena di considerare anche i cosiddetti B.R.I.C.S.. Di Russia, Cina e India abbiamo già parlato. Occorre dire due parole anche su Brasile e Sudafrica, se non altro per le loro immense risorse naturali, ma senza dimenticare tre altre potenze “amiche” dell’Occidente come il Giappone, il Canada (che Trump fa finta di concupire) e l’Australia. E l’Africa globalmente considerata, su cui la Cina ha messo mani e piedi. Anche per questo il “Piano Mattei” del Governo italiano è importante per tutti. Anche per i disutili nani-passeggianti-perroma. Cari amici e compagni della sinistra smettetela di fiondarvi a corpo morto su Meloni per abbatterla, che dei leader europei attuali, pur non essendo un gigante (in ogni senso), è la più accorta. Se avesse vinto Kamala, lei si sarebbe comportata come si sta muovendo con Trump. Vi ricordate il buon-ottimo rapporto con il vecchio Joe?

I secondi sono i “nani” principali: Macron, Scholz (per pochi giorni ancora, grazie al Popolo tedesco), Sanchez, e in Italia: Salvini, Renzi, Bonelli, Urso, Lollobrigida, Schlein, (il livido odiatore) Del Mastro, Conte e il suo insopportabile sodale Licheri, Frate Janni e altri, i quali ultimi non sanno fare altro se non organizzare manifestazioni antigovernative fatte di insulti e di anti-patriottismo. Questi sono dei “nani” politici di vario tipo, anche se talvolta tentano di fare un salto di qualità nella valutazione che il resto del mondo ritengono abbia su loro. Come Macron, che convoca i maggiori Paesi d’Europa, per parlare di Ucraina e di come rispondere a Trump, che per ora ha estromesso l’Unione Europea dalle trattative di pace con la Russia. Macron chiama a raccolta a Parigi chi avrebbe dovuto essere convocato dalla baronessa Von der Leyen, che invece è rimasta inerte, attonita e imbalsamata come il suo taglio di capelli da “sioretta” della buona borghesia berliner.

Magari fosse vero, ma non sotto l’egida, metaforicamente parlando, di Greta Thumberg, come è successo finora all’Europa.

Macron è il più insopportabile dei nani, che si crede un “Re-Sole” (e sapendo di non esserlo, è frustrato e furibondo); anche se come “nano” si difende bene pure Scholz, che ora dovrà cedere il cancellierato al democristiano Merz, per non subire di peggio.

Anche in Italia avevamo dei giganti: De Gasperi, Nenni, Berlinguer, Craxi, Moro, ma non li abbiamo più. Anzi, una accolita di nani come di questi tempi non si è mai vista nella storia italiana recente.

Il Presidente Mattarella è un’ottima persona e un dignitoso rappresentante degli Italiani, ma anche lui (non so se mal consigliato) è incespicato in un infortunio storico-politico, quando ha paragonato, certamente per analogia, il comportamento aggressivo della Russia putiniana al Terzo Reich. Se è vero che lo stato hitleriano voleva il suo Lebensraum (spazio vitale) da conquistare ad Oriente a spese dei Popoli slavi, da lui e dal nazismo considerati inferiori, e che Putin manifesta da un paio di decenni intenzioni neo-zariste (lui ha una grande ammirazione per Caterina II, peraltro… principessa tedesca), non è opportuno neanche citare in analogia di proporzionalità (cf. Tommaso d’Aquino) il Terzo Reich alla cui sconfitta hanno contribuito in maniera decisiva gli eserciti sovietici, che hanno pagato un prezzo di 27 milioni di morti. Non va bene. In questo caso, lasciando fare alla signora Maria Zacharova il suo non-limpido lavoro, Mattarella ha sbagliato, non chiedendosi che cosa avrebbe pensato delle sue parole, non tanto Putin e i suoi intimi, quanto il Popolo russo. E mi dispiace.

Veniamo, peraltro, da anni in cui sono stati commessi errori marchiani e perniciosi, come quelli di Obama in politica estera in Libia e con la Russia, abbiamo la grande finanza e i vari deep state che determinano le scelte vere delle grandi potenze, la nullità europea, la boria macroniana, l’insipienza economica dell’UE, talvolta seguace istupidita della signorina Thumberg…

Starmer e Meloni stanno a metà o a un quarto del guado, non giganti, ma neanche proprio nanetti, a mio avviso.

Un tempo anche l’Europa aveva autentici giganti: De Gasperi, Churchill (lo ammetto con irriducibile antipatia), Brandt, Schmidt, Adenauer, De Gaulle, Koehl, Gorbacev, ma ora abbiamo solo quelli sopra elencati.

Trump e Putin, assieme con Mohamed bin Salman e Xi (dietro le quinte) “faranno-le-paci” alle nostre spalle… e a quelle di Volodimir Zelenski, maltrattato volgarmente, ma per suoi lucidissimi fini, da Trump.

Ce lo meritiamo, noi “Europei”, già così esperti di guerre civili, ma incapaci di riconoscere e impedire o fare cessare le guerre civili combattute nel continente solo negli ultimi trent’anni, dove (nei Balcani) si sono ammazzati tra cristiani cattolici e cristiani ortodossi, e tra Russia e Ucraina, perché anche questa è una guerra civile, dove si sono ammazzati (e si stanno ammazzando) tra cristiani ortodossi.

IL DESTINO DEGLI IMPERI (TRA I QUALI NON VI E’ L’EUROPA), E DEL MONDO

Gli Americani vogliono mantenere la loro primazia e ce la faranno, la Russia resterà la media potenza economica che è, e grande potenza militare; il competitor degli USA è la Cina. L’India lo diventerà, forse.

L’Europa, Unione Europea compresa, sta declinando a vista d’occhio, governata da nani (forse anche da qualche ballerina, ad e. la baronessa von Der Leyen, di formichiana memoria) incolti e pericolosi. Chi pensa che si sia di fronte ai due revival del XX secolo, il nazi fascismo e lo stalinismo è miope e presbite nel contempo, ma soprattutto crassamente ignorante.

Proviamo a guardare le cose per quello che sono e non per quello che avremmo voluto fossero, e cerchiamo di non fare i creduloni nel mainstream di giornaloni e talk show, almeno.

Ci può aiutare, ancora una volta e sempre, il riaccendersi di un pensiero critico che sappia isolarsi dall’ideologia militante, per poi riprendere ad agire alla luce della logica razionale e dell’argomentazione fondata.

Il passaggio è epocale: se ci limitiamo a restare sui nostri passi e sui nostri vetero-giudizi politici (io ero, sono e sarò socialista e soprattutto cristiano, ma nulla o quasi oggi condivido dei partiti di sinistra, anzi – meglio dire – dei loro gruppi dirigenti, che sono incolti e mediocri, perché molte persone di sinistra che conosco e apprezzo la pensano come me e io come loro, Cacciari è uno di costoro), cui siamo abbarbicati come cozze alla roccia, prenderemo la tranvata definitiva e finiremo (intendo noi Europei e Italiani) nell’insignificanza.

Io credo ancora che le due/ tre grandi culture politiche (quella cattolico popolare, quella liberal-democratica e quella socialista) che hanno generato il meglio del secolo passato e la nostra stessa Costituzione repubblicana, possano essere ancora il faro per il futuro.

Occorre saperle declinare ed “agire” (nel senso latino di àgere, che significa “fare-buone-cose”) con i linguaggi del nostro tempo.

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