Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Due o tre cose importanti: a) “Vi voglio vive, donne!” Occorre un’educazione di base dei maschi in famiglia, un’educazione etica nella scuola per tutti e tutte, una prevenzione degli attacchi maschili alle donne e anche un loro addestramento all’autodifesa (a costo di scandalizzare il mio lettore) b) Trump è un vecchio bambino capriccioso narciso bullizzante, Putin è un vecchio bambino cattivo e crudele, come classica spia del KGB, Meloni si arrabatta come può, Schlein, Salvini&Conte (li metto assieme, anche se loro fanno finta di essere diversissimi), Renzi il “presumido”, “Gianni e Pinotto”, ovvero, diversamente detti Bonelli e Frate Janni, et varia diversaque humana gens, certamente – di prima mattina – non leggono “Lettere a Lucilio” di Lucio Anneo Seneca, né tanto meno i “Pensieri” di Marco Aurelio, né infine “La Critica della Ragion pura pratica” (“che pretese!” chiosa un mio amico)

Che disastro! ita dico: …sicut bellum et bellum et bellum contra astra! Spes contra spem (comunque).

Donald Trump riunisce i “suoi”, operai compresi (paradosso solo apparente, se ci togliamo gli occhiali marxiani con i quali spesso, o quasi sempre, osserviamo i lavoratori), nel Roses Garden della White House. Tabelle alla mano spiega le cifre dei dazi che ordinerà a partire dal giorno stesso, 2 aprile 2025, che lui definisce “Liberation Day“, con la solita (semi-)cialtronesca enfasi. E il mondo fibrilla.

I dazi sono imposte indirette sui consumi.

Di norma, i dazii sono pagati da chi importa le merci. Spesso costituiscono un freno al commercio, proprio perché alzano i prezzi e rendono alcuni prodotti meno convenienti. Vengono però utilizzati anche per tutelare il mercato interno di un Paese (nel caso dell’Europa, quello comunitario) e per contrastare frodi o traffici illeciti. I dazi sono tornati al centro del dibattito in questi mesi con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Trump ha avviato una guerra commerciale. L’Unione europea, del resto, a sua volta utilizza i dazi. Nel 2024, ad esempio, aveva deciso di alzare quelli sulle importazioni di auto elettriche cinesi, accusate di causare un danno economico ai produttori interni all’Unione Europea.

I dazi sono una misura che già David Ricardo criticava a fine ‘700, perché a suo giudizio impediscono uno scambio razionale di merci tra paesi e nazioni che sono diversamente specializzate nelle produzioni di beni e servizi. La critica del grande economista britannico non è stata respinta neppure da Marx e da Engels, che pure avevano un’altra visione dell’economia: per i due fondatori l’economia è il principale fattore dello sviluppo umano e in prospettiva la risorsa essenziale per il miglioramento della vita sociale.

Se si fossero limitati a una visione “economicista” evitando di scivolare nel “politicismo” che li portò a indicare nella proprietà pubblica dei mezzi di produzione il sistema più consono per realizzare la giustizia sociale, non comprendendo che anche alla base di ogni politica e, a maggior ragione, di ogni economia, va considerata la dimensione antropologica che filosoficamente ed eticamente è sovraordinata, sia alla politica sia all’economia, forse avrebbero errato di meno.

In ogni caso, citando Ricardo, Marx e Engels siamo su livelli culturali incomparabili, al di là del merito specifico e degli errori fondamentali della dottrina comunista, specie nella sua dimensione praticata, rispetto a quello del Presidente USA.

Trump ha calcolato i dazi con una calcolatrice trovata in un uovo di Pasqua comprato al Wolmart (scherzo, ovviamente, ma non troppo), facendo inorridire gli studenti di ragioneria di… Udine e anche quelli di Pittsburgh, nonché quelli del primo anno di economia di… Camerino e quelli che studiano a Stanford o alla London School of Economics. Brontola con Jeremy Powell, che è il capo del tesoro americano sull’esigenza di ridurre il costo del denaro, ma Powell non ci sente. Questo fatto ci può rassicurare almeno un pochino, perché significa che negli Stati Uniti ci sono anche forze che possono opporsi al bambino viziato che è il Presidente.

Trump è un vecchio bambino capriccioso narciso bullizzante, mentre Putin è un vecchio bambino cattivo e crudele, come classica spia del KGB. Il primo, penso, sarà ricondotto a più miti consigli dal principio di realtà, quando gli Americani del “make America great again” (e quando mai è stata piccola?) cominceranno a soffrire. Capirà che non potrà bastargli il consenso di quelli che hanno almeno 5 milioni di dollari a disposizione.

Il secondo è testardo come uno slavo testardo, convinto di essere dalla parte del giusto, al di fuori di ogni logica argomentante. La sua logica si esprime chiaramente nelle prese di posizione di siora Maria Zacharova, che non riesce a nascondere il suo essere castana (come sono quasi tutte le donne caucasiche) con l’imbiondarsi approssimativo, opera di una parrucchiera mediocre.

La situazione ucraina è drammatica. E’ un banco di prova per l’Europa intesa oltre l’Unione Europea, e non solo: c’è da sperare che la politica europea riesca a mostrarsi coesa senza “prime donne” à la Macron, e che gli Americani (Musk compreso) dopo aver dato di matto, tornino in sé. Dobbiamo sperare che l’economia russa non riesca a stare dietro alle feroci mattane di Vladimir Valdimirovic

Meloni si arrabatta come può, Schlein, Salvini&Conte (li metto assieme, anche se loro fanno finta di essere diversissimi), Renzi il “presumido”, “Gianni e Pinotto”, ovvero, diversamente detti Bonelli e Frate Janni, et varia diversaque humana gens, certamente – di prima mattina – non leggono “Lettere a Lucilio” di Lucio Anneo Seneca, né tanto meno i Pensieri di Marco Aurelio, né infine “La Critica della Ragion pura pratica” (“che pretese!” chiosa un mio amico).

E questo li rende tutti assai mediocri.

Sulla violenza contro le donne: tutte le filosofie hanno proposto fin dai tempi antichi, dalle etiche aristoteliche e stoiche fino ai nostri giorni, modelli di controllo della violenza, salvo il Marchese De Sade, come racconta Pasolini in Le 120 giornate di Sodoma. L’uomo è nella sua ferina natura.

Sara Campanella e Ilaria Sula sono le ultime donne uccise da uomini, fino a questo scritto, forse. La mamma di Marc Samson, assassino di Ilaria Sula, ha aiutato il figlio a pulire la stanza del massacro e a nascondere il cadavere della ragazza uccisa,. Vergogna.

Ragioniamo: per natura l’amore materno (forse specialmente per il figlio maschio) è il sentimento più potente del mondo (quello del padre per la figlia è appena appena meno potente). L’amore può anche portare al suo stravolgimento e allora diventa egoismo e accettazione della violenza.

L’amore senza discernimento del valore della vita propria e altrui rischia di diventare ossessione angosciosa e angosciante. E’ un’idea di predominio e di possesso che non rispetta l’altro, che “non accetta il no”.

Il delitto di femminicidio. Omicidio significa “uccisione-di-un-essere-umano” (homo-caèdere), per cui la sua femminilizzazione parrebbe ridondante, a meno che non si voglia sottolinearne la specificità. Occorre un cambio di passo e di prospettiva culturale: famiglie, scuola, giurisdizione, chiesa, tutte protagoniste. Il termine femminicidio può avere una portata simbolica, anche se la pan-penalizzazione, cioè l’aumento dei reati, è una sconfitta per la società civile.

Se non approfondiamo in questa sede il tema educativo e morale, che in molti luoghi e momenti ho già affrontato, dobbiamo ammettere che la donna, come ogni essere umano, ha il diritto dovere di auto-tutelarsi. Si tratta di legittima difesa da un’aggressione, che può prevedere anche addestramento. La legittima difesa è un dovere morale e dunque il come attuarla è un fatto pratico. Si tratta di ammettere che la legittima difesa fa parte della “ragione pura pratica”, come la chiamerebbe Immanuel Kant.

Occorre dunque investire veramente in prevenzione e risposta su: a) aspetti culturali ed etico-filosofici, b) formazione e addestramento delle donne all’autodifesa psicologica e fisica. Suggerisco, anche a costo di scandalizzare qualche lettore di utilizzare delle specifiche discipline per ciò che serve al fine di un’autodifesa (lo si sta già facendo): karate, judo, Jiu Jitsu, aikido, pugilato e perfino il krav maga, di origine israeliana, che è il più semplice e pratico. Se è per legittima difesa non solo tutto ciò è moralmente lecito, ma doveroso.

Le arti marziali orientali sono conosciute, molto meno il Krav Maga. Ciò che segue è tratto da una spiegazione tecnica reperibile sul web. Vediamo che cosa è e come funziona:

La parola Krav Maga, in ebraico moderno, significa letteralmente “combattimento a contatto”. Questa arte marziale infatti prevede un “lavoro” a stretto contatto con l’aggressore. I colpi principali sono le ginocchiate, ma sono previsti colpi di qualsiasi tipo, come calci e gomitate. La finalità con cui si conclude poi la tecnica dipende molto dalle esigenze. La finalità generalmente prevede la fuga e l’allontanamento dall’aggressore, ovvero può prevedere il blocco e il controllo a terra del soggetto ostile. Questo sistema di combattimento è particolarmente efficace perché prevede la risoluzione delle minacce nel più breve tempo possibile.

È corretto sottolineare comunque che il Krav Maga non ha inventato niente di nuovo. La sua forza è stata proprio quella di aver preso da diverse arti marziali o sport da combattimento già esistenti (karate, judo, Jiu Jitsu, aikido, pugilato, etc) tutto quello che risulta essere utile ed efficace, ed aver abbandonato il superfluo, che ostacolerebbe solamente i movimenti in strada. Il risultato è quello di avere un sistema di autodifesa ottimizzato al massimo per risultare estremamente efficace. Ma non solo: il punto forte di questa arte marziale israeliana è quello di essere sempre in continua evoluzione. Grazie alla continua e reale applicazione in campo è infatti possibile migliorare in continuazione le tecniche e i movimenti, sfruttando l’esperienza di tutte le persone che ogni giorno si trovano a doverle utilizzare in momenti di pericolo.

Per praticare questa efficace arte marziale israeliana, l’unico accorgimento utile è quello di assicurarsi che venga insegnato da istruttori validi e competenti. Il rischio in cui si può incorrere è infatti quello di trovare “maestri” esaltati. Questo tipo di soggetti sono molto pericolosi perché sono soliti insegnare tecniche per annientare nel più breve tempo possibile l’aggressore (finalità militare) e infondono l’errata convinzione negli allievi di essere invincibili, come se le tecniche apprese avessero in qualche modo una totale garanzia di successo.

Allo stesso modo, infondere la convinzione di essere dei “superuomini” farà agire gli allievi in modo incosciente, andando ad assumersi rischi inutili come ad esempio cercare di disarmare persone armate. 

Un altro motivo per cui questa arte marziale israeliana risulta molto efficace è la sua versatilità. Il Krav Maga è infatti un sistema di combattimento davvero adatto a tutti. La sua forza è quella di ricercare bersagli sensibili e lavorare molto con leve meccaniche. Questo fa sì che risulti alla portata anche di persone meno forti fisicamente o non troppo allenate, come ad esempio donne, ragazzi più minuti o persone non troppo in forma. Sicuramente, come per ogni sport da combattimento o arte marziale, più si è allenati e più sarà realmente efficace ed utile.

Allenandosi costantemente, le tecniche andranno a fissarsi in quella che viene chiamata “memoria muscolare” e verranno applicate in maniera automatica anche in caso di forte stress, dove la lucidità spesso viene a mancare e non si ha il tempo di riflettere per difendersi.

I principi base su cui si fonda questa arte di difesa israeliana sono principalmente due: semplicità e immediatezza. 

Dal Krav Maga sono state tolte proiezioni, ribaltamenti e tutti quei movimenti che possono risultare limitanti in un combattimento. Quello che accomuna le reali aggressioni in strada sono infatti: estrema velocità, capacità di adattamento, movimento continuo, imprevedibilità, sorpresa dell’aggressore. Tutti fattori che richiedono la capacità di rispondere in maniera immediata, flessibile e soprattutto che permettano di toglierci dalla condizione di pericolo il più in fretta possibile. Il prodotto finale è un sistema di combattimento composto da tecniche molto basilari, poco coreografiche e che richiedono poco tempo per essere imparate, ma che proprio per questo risultano assolutamente utili e realmente efficaci.

Grazie all’estrema semplicità dei suoi movimenti è possibile imparare il Krav Maga in davvero pochissimo tempo. La semplicità di questa disciplina deriva anche dal fatto che, dovendola utilizzare in casi di estrema urgenza, non può prevedere movimenti troppo difficili o articolati. Il pericolo sarebbe altrimenti quello di dimenticarci tutto al momento del bisogno e non riuscire proprio a sfruttarle. Tutte le tecniche di questa arte israeliana sono senza fronzoli e seguono quelli che sono i movimenti istintivi del nostro corpo, in modo che anche sotto stress ci risultino il più naturali possibili.

Episodio capitatomi. Un anno fa, utilizzando un solo movimento, ho fatto desistere un aggressore più giovane e grosso di me, che mi aveva strattonato chiedendo soldi, che se ne è andato frignando, un po’ punito. Non lo ho nemmeno denunziato. Mesi dopo lo ho rincontrato ed ha abbassato lo sguardo.

Ma come, uno di sinistra come te, suggerisce un’arte marziale per l’autodifesa delle donne? Ebbene sì… forse che essere-di-sinistra significa arrendersi all’arroganza violenta di un aggressore che non ammette la tua libertà di scelta? ma stiamo scherzando?

Le donne e le ragazze possono, anzi devono fare altrettanto. Come ho fatto io, che non sono un ragazzino, ma ho impedito a un rozzo e violento soggetto da strada che mi facesse male.

Non si può sempre, come fanno certi idealisti di sinistra, aspettare di cambiare, non solo il mondo, ma anche la struttura antropologica dell’uomo, di ogni uomo, ipotesi e progetto impossibile (cari Marx&Engels e idealisti vari) per avere una società dignitosa e libera per tutti, deboli e forti, giovani e vecchi, maschi e femmine. Così io la penso, da sinistra.

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