Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Lealtà e/o fedeltà?

lealtaMeglio essere fedeli o leali? Si può porre queste due posizioni dell’animo umano in alternativa o sono necessariamente legate? Si può essere infedeli e leali oppure sleali e infedeli?

Lealtà e fedeltà, insieme con la diligenza sono le tre “virtù” o obblighi previsti dal Libro V del Codice Civile italiano (1943) che “tengono vivo” un contratto di lavoro dipendente, altrimenti inesistente, “ontologicamente” e giuridicamente. La lealtà ha a che fare etimologicamente con la legalità (legalitas, in latino), ma nel tempo ha acquisito un’accezione fortemente etica, più che giuridica.

Lealtà indica quindi un comportamento che ispira una persona a scegliere di “obbedire” e osservare valori di correttezza e sincerità anche in situazioni difficili, mantenendo gli impegni assunti. Oggi si tratta di un valore particolarmente importante, in un mondo che sembra privilegiare o addirittura esaltare un agonismo/ protagonismo esasperato, il mero “apparire”, o la scelta superficiale di “figate” (cose supposte intelligenti) senza capo né coda, indifferenti al valore etico e alla responsabilità personali. Parole come prudenza, onore, buon senso, temperanza, misura, correttezza sembrano antiquate, mentre il vorticare dei modelli di successo a volte adombra ogni possibilità di riflessione critica.

La fedeltà (fidelitas, in latino) è una virtù, un impegno morale, con il quale ci si vincola per mantenere valido e mutuo un legame. Essa pare essere legata alla fiducia, ma non solo, è anche una dimensione etica correlata alla lealtà e alle scelte fondamentali. Non è di facile osservanza, poiché la struttura umana è complessa e contradditoria. Scrivo questo perché sperimento concretamente un vissuto che ha a che fare con questa impostazione esistenziale.

Anch’io, come Agostino, son homo inquietus, e trovo pace ogni tanto, con un pensiero che mi attraversa e mi turba ogni giorno, sui temi del bene e del male, dell’intelligenza, dell’im-perfezione e dell’infinita perfettibilità dei comportamenti, della responsabilità e della libertà, per quanto questa sia relativa e limitata dall’umana condizione. Non so misurare i limiti di questa libertà, cioè quanto essa sia da “arbitrio” soggettivo e quanto sia determinata a essere-così-come-è da aspetti biologici e neurali.

La bioetica è sempre più declinata come neuro-etica, mentre l’etica come scienza filosofica e psicologica del giudizio sull’agire (libero) dell’uomo è sottoposta a dubbi e questioni.

Lealtà e fedeltà sono virtù umane da coltivare possibilmente insieme, come le altre, per quanto possibile, nel contesto del nostro essere corpo materiale-mente-spirito, là dove la materia è mater munifica.

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