Glorialuna, Fermati!
La sera che viene è nel bosco e nella casa. Ospiti nella casa delle suore al soggiorno salesiano in Valgrande. Anch’io ospite di Maura e Luca. Bimbi come Glorialuna e ragazze come Greta, e forti come Paolo.
Si gioca a briscola in attesa del sonno, batto tre a uno il bimbo Leonida. E poi ci ritira nelle celle. Il torrente canta nella notte. L’indomani alle sei e mezza in auto per il campo base, si va sull’anello dei tre rifugi, in senso orario. Forse otto gradi mentre si inizia il cammino, il sole aurorale è nascosto dalle grandi crode. Si sale severamente tra conifere e mughi verso la gotica maestà della Croda dei Toni.
Misuro la mia condizione… il ginocchio non urla e l’anca colpita dal marciapiede nella caduta di bicicletta l’altrieri, resiste dandomi segnali di moderato dolore. Il progressivo stancamento della mia seniorità è gestibile, mentre la leggerissima agile Maura e il forte silenzioso Luca, mi precedono. Si va su nel tortuoso ed erto sentiero, che fa scoprire il mattino tra l’alto respiro dei Monti Pallidi.
Si sale in silenzio, ché il fiato va centellinato nella fatica essenziale, salvo qualche considerazione mai banale. La salita non è banale e detta parole sensate. Appaiono di seguito le grandi montagne, dai Toni al Popèra e al Paterno, finché il primo rifugio accoglie i viandanti. La pausa salvifica ridà le forze per raggiungere Pian di Cengia e l’attacco della ferrata militare di Cima Dodici. Non siamo per salite alle vette, ma per la traversata. Lo scenario non dà tregua con una bellezza senza pari e una improvvisa povertà lessicale, che colpisce chi come me è abituato a descrivere, raccontare, scrivere. Non ho la parola, le parole, non ho espressioni adeguate per lo scenario fermo della magnificenza naturale.
Il Locatelli delude per la sua frequentazione, pur se di fronte alle Tre Cime: centinaia di variopinti escursionisti fanno finta di essere stati in montagna, provenendo dal vicinissimo rifugio Auronzo, dove si giunge in auto pagando un pedaggio. Ridicoli.
La discesa è ardua, per la mia stanchezza e i dolorini mi dicono di essere vivo e cagionevole, un poco invecchiato rispetto alle grandi escursioni di venti o trent’anni fa.
Si salutano gli ospiti, i bimbi, Glorialuna, che fa di cognome… Fermati, la partenza e il ritorno a casa, la notte, il silenzio del sonno ristoratore e la gratitudine per la condivisione, grazie Maura e Luca, grazie, grazie, grazie.
Post correlati
0 Comments