Contratto di lavoro e contratto psicologico
Il diritto ci insegna che il contratto è un negozio nel quale vi sono due o più contraenti (dal verbo latino cumtrahere). Vi sono vari tipi di contratto, tra loro simili ma non identici, come il contratto di acquisto e il contratto di lavoro. Il contratto di acquisto di un bene durevole, ad esempio un’auto o una casa, prevede un accordo commerciale tra un venditore e un compratore nel quale si stabilisce il prezzo della transazione, le modalità e i tempi del pagamento.
Il contratto di lavoro, prevede comunque, analogamente, uno “scambio”, ma di natura e tipologia assai diverse: nel contratto di lavoro si realizza un accordo tra persone, non la vendita di un bene tra due o più persone. Il contratto di lavoro prevede uno scambio molto più complesso e duraturo nel tempo: se nella transazione commerciale vi è l’alienazione di un bene contro la corresponsione di una somma concordata sulla base di un prezzo condiviso del bene stesso, nel contratto di lavoro, avviene una pattuizione che si dipana e vive nel tempo.
Il lavoratore e il datore di lavoro concordano per iscritto uno “scambio” possibilmente equo tra prestazione e retribuzione, ma questo comporta un’alea che nella mera transazione commerciale non c’è. Il contratto di lavoro, infatti, dura nel tempo, sia esso a tempo determinato o indeterminato; è dinamico, passibile di modifiche, di cambiamenti, di trasferimenti, di crescita, di novazioni.
E comporta anche una dimensione completamente diversa dal mero contratto di compravendita: la dimensione psicologica e relazionale. Il rapporto di lavoro, oltre che essere regolato da un contratto a valenza giuridico-normativa, è regolato da un patto psicologico e comportamentale.
Non può darsi un contratto di lavoro, se non vi è anche un patto di altro genere, un patto che vincoli i modi di fare, di lavorare, di dialogare, di relazionarsi tra i vari soggetti, tra datore di lavoro e dipendente e tra questi e tutti gli altri colleghi. Il contratto di lavoro costituisce e costruisce una relazione, un qualcosa di incommensurabile, di non esprimibile con algoritmi numerici, di irriducibile alla mera transazione economica.
In qualche modo è un fatto e un atto creativo, sorprendente, che mette in gioco fino in fondo i due contraenti, il datore di lavoro e il dipendente, e non consente di pre-vederne gli esiti e i successi o insuccessi. Fa parte dell’eterno dipanarsi della complessità e degli intrecci di vite, menti, esperienze e aspettative diverse.
E’ uno tra modi più validi di collaborare tra diversi, dopo tante esperienze storiche fallimentari, per costruire progetti e aumentare ricchezza da condividere e vite da convivere, bene.
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