impazzano
gli scemi, dimenansi gli stolti com’enfiati idioti, uomini dei media presuntuosi, giudici arroganti, giullari e oche in gonna cretineggiano in tv e nell’agorà politica, ma nonostante tutto si può vivere, perché..
Il giorno ha finestre azzurre/ Nel cielo/ Quaggiù talora è il purgatorio/ L’università in vita del post mortem[1]/ Come mondi di mondi inconosciuti/ È pena/ Per il ritardo/ Della visione di Dio/ Ma crescendo nel fuoco dell’assenza/ È smisurato il tempo/ Dell’espiazione./ Tutte le anime create/ Sono ipòstasi[2] impossibili/ Del male quale defectio boni[3]/ Non basta una vita/ Oh primizia dei viandanti!/ E una resurrectio[4] all’alba/ Del tempo nuovo/ Che-non- è- più- tempo/ Quando il Regno/ Utinam![5]/ -Morte annientata-/ Sarà riconsegnato al Padre.
[1] Lat.: dopo la morte
[2] Gr.: struttura personale
[3] Lat.: da Sant’Agostino: assenza/mancanza del bene
[4] Lat.: resurrezione
[5] Lat., esort.: volesse il cielo che
e anche una riflessione dell’amico Adriano su un mio volumetto di recente edito dal titolo Sì, bene, ciao!
L’autore è sicuramente un vata, che per gli induisti è il tipo spirituale, molto raro.
Il tipo vata non ha mai pace, nemmeno quando dorme ed è contraddistinto dalla magrezza, dovuta ad un metabolismo velocissimo e senza sosta. E’ di straordinaria complessità.
L’opera mi fa l’effetto di un accendino acceso che, ad ogni argomento (e quanti sono? Conta le stelle del cielo, se puoi), dà fuoco alla discussione.
Ma non penso che sia tale l’intendimento dell’autore e non riesco nemmeno a cogliere una sua finalità precisa in quanto lui è un (puro) intuitivo estroverso (junghiano), necessitato ad esprimere le sue intuizioni (sovrabbondanti), tanto che non si cura di essere politicamente scorretto (et minus dixi quam volui) e di farsi dei nemici (certo che coraggio ed onestà intellettuale non gli mancano).
A chi (intendo a quale tipologia di lettore) si rivolge (oltre che a se stesso)? L’opera e’ fondamentalmente comprensibilissima, ma già le citazioni latine lo sono meno e gli autori che cita ancora meno (sconosciuti in gran parte anche a me, che ho seguito il percorso da Platone a Schopenhauer); e non dico del Padre Nostro in greco antico, non tradotto.
E’ sicura l’impronta aristotelica dell’amico Pilutti. E’ un democratico e da chi è formato il popolo se non da tutte le componenti, dall’illetterato al più sofisticato intellettuale?
Ma non è un aristotelico, nell’accezione comune (avrebbe condannato Galileo? Non credo proprio).
Anzi mi fa pensare ad un Giordano Bruno o ad uno Spinoza (che sono gli unici filosofi intellettualmente onesti fino in fondo in tutta la Scolastica).
Chiaramente non condivido il suo luminoso medioevo di Tommaso; ma ho chiarito l’antitesi: il sottoscritto si rifà al luminoso Oriente del Buddha, ma è tutta questione di weltanschauung o, come direbbe C.G.Jung, l’eterna lotta fra Platone ed Aristotele.
E ci sarebbe molto altro da dire.
(Adriano Fanutti)
grazie Adriano
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