“macron” o “micron”, grande e piccolo, ambedue dimensioni dell’umana percezione
Vediamo in questo pezzo un po’di cose piccole e di cose grandi, come i megaliti delle mura di Micene.
In greco antico makros significa grande, mikros piccolo. Esaminiamo alcune parole composte con questi due lemmi opposti: macrocosmo (opposto a microcosmo), macroscopico (opposto a microscopico), macroevoluzione (opposto a microevoluzione), macroeconomia (opposto a microeconomia), macrospora (opposto a microspora), macrosmotico (opposto a microsmotico). E poi c’è il famoso microscopio, che serve a vedere il piccolo, come è a tutti noto. E altro.
Emmanuel Macron, il grande (?) è anche presidente della Repubblica francese. Grande. Chissà. In questi giorni in conferenza stampa vs. mondo intier tenuta con frau Merkel, lei in malinconica tinta pastello verdin-cacchetta, con atteggiamento giovenil-impudente s’è detto preoccupato per la situazione italiana dopo le elezioni politiche del 4 marzo scorso. Ma perché non si occupa dei Francesi? E donna Angela perché non fa altrettanto per i Tedeschi? Ambedue grandi Popoli di grandi Nazioni. Forse che, quando rischiava di vincere -poco più di un anno fa- in Francia la fascista Le Pen, il conte Gentiloni si è mosso come loro? Dimanda retorica anzichenò. Ma noi Taliani siam più dimessi, inferiority complex, ché lori dopo la fine dell’Impero Romano ci hanno sempre invasi, e noi no, salvo la ridicola entrata militar-fascista oltre Ventimiglia e Dolceacqua ai primi del ’40, poco prima di provare a “spiezzare le reni alla Grecia”.
Lascino agli Italiani il compito politico e morale di occuparsi dell’Italia.
Quarantennale di via Fani, Roma, dove il 16 marzo 1978, io ero un ragazzo pieno di speranze, tuttora vive, studiavo e lavoravo, non avevo la ragazza ma (le), Moro veniva rapito dalle Brigate Rosse che ammazzavano, non so se in connivenza con altri armati, le cinque guardie della scorta, poliziotti e carabinieri, lavoratori, avrebbe detto Pier Paolo Pasolini, e anch’io dissi e dico. Coloro che li hanno ammazzati erano terroristi e/o altro.
Ieri una di questi, la signora Balzerani liberata nel 2011 ha osato blaterare che le vittime hanno troppo spazio interpretando quasi un “mestiere”, e che la storia l’hanno scritta anche loro, quelli che si proponevano come liberatori non-si-sa-di-chi-che-non-si-è-fatto-liberare-da-loro, e invece erano solo assassini, e anche abbastanza vigliacchi, dicendo “Che palle il quarantennale!”. Maria Fida Moro, la primogenita del politico ucciso ha replicato che solo le vittime possono dire “Che palle“, visto che vittime sono diventate per volontà malvagia di chi impugnava le pistole quel 16 marzo e poi il 9 maggio successivo, quando uno dei brigatisti ha fucilato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa Moro, dissanguandolo con una mitraglietta Skorpion e una pistola Walther, perché gli ha sparato attorno al cuore, non nel cuore.
Mettiamo le cose al loro posto, cz.! Io mi occupo, come tutore legale, di un carcerato non responsabile diretto di reati di sangue, ma comunque corresponsabile di crimini, che si trova dentro da trentasei anni ed entrò in carcere a ventitré. E’ comunque un essere umano che merita il rispetto dovuto a un umano. In ogni caso non serve la vendetta, ma un rispettoso silenzio sì, la consapevolezza delle proprie responsabilità morali, sì.
Ecco altre cose che alcuni vogliono far apparire macro, ma non lo sono come alcuni vorrebbero fossero, forse come non lo è Monsieur le President de la France.
Alcuni dati sugli atti di violenza resi noti dal Ministero dell’Interno agli inizi del 2018: nel 2017 gli omicidi in Italia sono calati del 8% rispetto all’anno precedente, e del 20% dagli ultimi tre anni; disaggregando, il dato degli omicidi di donne resta al 25% del totale, di cui il 70% compiuto da affini maschi, mariti, padri, amanti, fratelli etc.; sempre nel 2017 le rapine sono diminuite all’incirca del 7% rispetto al 2016, e del 23% dagli ultimi tre anni; ancora, nel 2017 i furti sono diminuiti del 4% sul 2016 e del 18% a partire dal 2014. I patiti del cosiddetto securitarismo, che sono un po’ sempre i soliti noti della destra italiana vecchia e nuova, oramai inveterata nel suo dir stereotipato, suggeriscono di non andare in giro per le strade e le piazze, ma di restare a casa… cosicché, sarcasticamente, potremmo dire, abbiamo più probabilità di farci ammazzare.
Micro e macro, piccolo e grande, corto e lungo e, senza scomodare il Conte di Cavour, giustapponiamo Meloni e Almirante, Renzi e Craxi, Berlusconi e Moro, D’Alema e Berlinguer, Camusso e Lama, Furlan e Carniti, Barbagallo e Benvenuto o… me, micro e macro. E sorridiam pure, mio gentil lettor della domenica, di questo mio indefettibile soggettivismo.
Post correlati
0 Comments